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La lettera
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Le ragioni della speranza Carissimo, non sono così stupido da dire che è facile sperare. E non dite, a chi non ce la fa più, quella parola bellissima, ma spesse volte banale, ripetitiva, formale che è "coraggio". Meglio rispettare il silenzio. Solo l’eccedenza della speranza cristiana ha diritto di parola. Allora, sì, capisco l’Enciclica del Papa quando ripone nel "di più" di questa speranza il mistero della salvezza. Il fatto che esista il futuro di Dio cambia il presente e contesta, perciò, ogni disperazione. Dice il Papa: "È importante sapere che io posso sempre, ancora, sperare, anche se per la mia vita o per il momento storico che sto vivendo, apparentemente non ho più niente da sperare. Ho la grande speranza-certezza che, nonostante tutti i fallimenti, la mia vita personale e la storia nel suo insieme sono custodite nel potere indistruttibile dell’Amore… anche se, per quello che appare, non abbiamo successo o sembriamo impotenti di fronte al sopravvento di forze ostili". È la sfida del mistero, ma è anche la provocazione della speranza. Dinanzi al dolore, alle ingiustizie, alla disperazione dei più deboli. Il Papa convoca, perciò, alla responsabilità dell’amore, alla com-passione, al patire insieme per rendere credibile il futuro della speranza. È l’indignazione, la vertenza della speranza, a fronte di una società indifferente, crudele, disumana. La necessità di "assicurare quell’essere-con nella solitudine, che è il significato della consolatio, di ogni consolazione di amore, costitutiva di verità e di giustizia". Una proiezione, questa, che solleva la questione più ampia di un "ordine" nel mondo, di una speranza che interpella la giustizia, giacché non basta dire "speriamo". In noi stessi e sulla terra possono esserci tutte le ragioni della disperazione. Si tratta di riempire nel mistero l’eccedenza della speranza cristiana. Si tratta di rendere credibile, nella solidarietà più esigente, il futuro della speranza.
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ultimo aggiornamento
11 marzo, 2008
