è il Papa che abbiamo, la pacatezza della fede, la forza del
magistero, la tensione della mondialità.
La sua parola all’assemblea di tutte le Chiese d’Italia a Verona; la
sfida del domani, l’unità che si ebbe a realizzare nella Chiesa dei
primi secoli "tra una fede amica dell’intelligenza e una prassi
di vita caratterizzata dall’amore reciproco e dall’attenzione per i
poveri e i sofferenti.
All’assemblea dei giovani a Loreto: "Non abbiate paura di
sognare", e, quindi, il mandato: "Tocca a voi cambiare il
mondo", il giuramento della speranza criatiana, assieme ad una
ragazza ebrea, Maria, che con il suo "si" concepì l’inconcepibile,
che aprì per sempre la novità del mondo,
La parola del Papa all’Università La Sapienza, di Roma. No, qui, fu
imposto al Papa di non parlare. Dicevamo in questa stessa rivista
che impedire la libertà dell’intelligenza, il confronto, non fa il
merito della 1aicità, ma, anzi, è la negazione di ogni visione laica
e tollerante della cultura.
È offesa alla libertà, ai valori essenziali, universali, dell’essere
umano, alla completezza della persona che "non può essere
sottoposta a sopprimere una parte di se stessa" per avere
cittadinanza nella storia del mondo. Sono, queste, le parole
pronunziate da1 Papa all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Ascoltato in un luogo altissimo di dignità laica, in un consesso che
- come ha ricordato il segretario generale Ban Ki-Moon - è
l’espressione di "una istituzione laica con sei lingue ufficiali
ma nessuna relgione ufficiale".
Benedetto XVI, che tale laicità ha sempre riconosciuto come valore,
ha parlato, senza prevaricazioni, del diritto di credere, diritto
laico di "una fede non di intolleranza, di discriminazione e di
conflitto, ma in termini di rispetto totale della verità della
coesistenza, dei diritti e della riconciliazione".
Parole, come si vede, di un Papa "laico", che ha assunto
pubblicamente a colpa le gravissime responsabilita dei preti, che
non ha ostentato trofei, che si e abbracciato a tutte le fedi, dei
vivi e dei morti, di quanti hanno invocato il proprio Dio sul
crinale di quell’11 settembre che ha segnato il terrore della
storia.
Si, una lectio magistralis di laicità, questa del Papa.