DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA | |||
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"… Padre mio, mi sento schiava di Dio, dei miei figli e figlie e del mio prossimo …"
1464 Collevalenza 9 febbraio 1954: Padre mio, vorrei davvero poterle spiegare quello che provo ogni volta che mi capita nella preghiera questo fenomeno che io chiamo distrazione o sospensione dei miei sensi, forse perché in questi momenti la mia anima, senza alcun mio merito, viene completamente assorta in Dio, come mi è capitato questa notte.
1465 Padre mio, a me sembra che questo accada quando la mia volontà è ferita dall’amore di Dio e così, senza rendersi conto, si lancia verso di Lui, spogliandosi di quanto la circonda, entrando in una specie di rapimento dove si gode senza mai saziarsi.
1466 Non so se mi capirà, padre mio, ma meglio non saprei spiegare; penso sia la visione della bellezza di Dio a suscitare un amore così forte e il desiderio di contemplarlo senza interruzione. Vedesse, padre mio, quanto si soffre quando l’anima smette di godere questa presenza deliziosa del buon Gesù e di nuovo si ritrova circondata dalle proprie miserie e dalle creature!
1467 Svegliarsi da queste distrazioni, padre mio, è molto doloroso, poiché la volontà è come immersa in Dio senza alcun gusto per le cose terrene e con l’infinito desiderio di contemplare quanto più ama, confortata solo dal fatto di poter soffrire qualcosa per Dio. Padre mio, chieda al buon Gesù che mi faccia vivere immersa nel dolore e immolata nel suo amore.
1468 Collevalenza 11 febbraio 1954: Padre mio, non so cosa mi succede, so dirle che da ieri provo nella mia anima una dolce pace, nonostante le "distrazioni" in questi giorni siano rare. Sento di non desiderare altro che dar gloria a Dio. Da tempo desideravo soffrire, oppure morire, per unirmi al mio Dio; ma oggi è per me la stessa cosa vivere o soffrire, purchè Lui sia contento e glorificato; penso solo a contemplarlo e desidero ardentemente che mi chieda qualcosa per accontentarlo.
1469 Padre mio, mi sento schiava di Dio, dei miei figli e figlie e del mio prossimo; le chiedo di pregare il buon Gesù, perché mi aiuti ad accumulare tante virtù e metterle in pratica per fare tutto il bene che Egli desidera. Gli chieda anche la grazia, se a Lui piace, che, dimentica di me stessa, possa immolarmi per il mio Dio; sia certo che la stessa cosa chiederò per lei.
1470 Collevalenza 13 febbraio 1954: Debbo confessarle, padre mio, che, nonostante i miei sforzi e il vivo desiderio di dare al buon Gesù quanto gli piace, credo di non accettare la presente privazione e sofferenza con allegria e gioia, come vorrei. La mia sofferenza cresce, temendo che il buon Gesù non sia contento del mio comportamento con Lui nei momenti nei quali si nasconde, perché vedo, padre mio, che ricevo molto diversamente le consolazioni dalla prova, nonostante dica molte volte al giorno al buon Gesù, che voglio soffrire. Invece al momento del dolore, cioè della sua assenza, anziché unirmi sempre più a Lui e pensare all’amore che nutre per me e quanto ha sofferto per me, piango e mi angoscio troppo, perdendo il tempo che mi concede per amarlo. Che pazzia, padre mio!
1471 Padre, dica a Gesù di perdonarmi ancora una volta, di non far caso alla mia poca corrispondenza e al mio scarso amore al sacrificio. Mi conceda tante sofferenze, angosce e dolori, sempre per riparare i peccati che commettono i sacerdoti del mondo intero. Padre mio, interceda perché il buon Gesù mi conceda di non tornare a desiderare, da ora in avanti, altro che la sua divina volontà, costi quello che costi, e sia pur certo che chiederò la stessa cosa per lei.
1472 Collevalenza 14 febbraio 1954: Padre mio, non vorrei affliggerla, ma debbo confessarle che oggi sorge dentro di me come un penoso desiderio di dire: "non ne posso più" e questo anche se desidero soffrire e compiere la divina volontà.
1473 Oggi, padre mio, sono senza forze e devo fare un grande sforzo per stare in piedi, perché durante la notte il diavolo mi ha tormentato molto; mi ha colpito ripetutamente e poi con uno spintone mi ha gettato per terra vicino alla porta del corridoio sottostante, facendomi sbattere la testa su quel trabiccolo che è lì per i vasi da fiori. Che paura ho provato, padre mio!
1474 Oggi mi sento sfinita e non so come nascondere quello che mi succede, infatti vorrei che le figlie non se ne accorgessero, perché non si spaventino e non soffrano.
1475 Padre mio, preghi perché non mi avvilisca e sappia soffrire con gioia quello che il buon Gesù permette che questa bestia senza cuore mi faccia. Chieda anche che, nell’assenza del buon Gesù e delle sue consolazioni, il mio amore per Lui continui a crescere. Sia pur certo che la stessa cosa chiederò per lei.
1476 Collevalenza 19 febbraio 1954: Debbo riferirle, padre mio, che l’altro ieri ho avuto la grazia di vedere di nuovo il buon Gesù e di udire la sua dolce voce; grande è stata la mia gioia, anche se mescolata con la pena, credendo che ho annoiato e sto annoiando il buon Gesù, per questo la supplico di chiedere all’Amato dell’anima mia che mi perdoni ancora una volta e, senza badare alla mia ripugnanza nel compiere la sua divina volontà quando non collima con il mio desiderio e i miei capricci, mi tratti duramente, mi privi delle sue consolazioni spirituali; ma gli dica pure, padre mio, che non si allontani troppo da me e mi costringa a fare sempre quello che a Lui più piace, costi quello che costi. Senza offendersi se io, purtroppo, invece di compiere la sua volontà con gioia ed entusiasmo, lo faccio costretta, come il prigioniero che, trascinando le catene, fa quello che gli viene chiesto senza alcun merito per sè o per gli altri. Gli chieda di dimenticare tutto e di non permettere che l’offenda ancora ma che lo abbia sempre presente, che io non guardi me stessa, ma solo Lui e quanto a Lui piace.
1477 La causa del mio turbamento è il fatto che l’altro ieri mattina il buon Gesù mi ha detto che è giunto il momento che io lasci ogni altra cosa e mi dedichi a mettere in ordine e in bella copia ciò che riguarda le superiore, tutti i documenti che si riferiscono alla persecuzione e alla Congregazione, al più presto, per poter fare subito la visita canonica alle figlie di Spagna, avvertendomi di non preoccuparmi più della opposizione che avrebbe potuto farmi il suo sacerdote don Doroteo Irizar, perché costui, da alcuni giorni, si trovava già nel posto che lui stesso si era meritato. Ha aggiunto che, per inculcare nelle figlie questa verità, tante volte da me ripetuta, che cioè dobbiamo considerare come nostri benefattori coloro che hanno promosso la persecuzione e quanti hanno perseguitato sia me che la Congregazione, io ordini che in ogni casa sia celebrata una santa messa in suffragio del defunto.
1478 Fin qui bene, padre mio, ma quello che non mi va bene del tutto è tornare in Spagna. Questo ha prodotto nel mio animo un’emozione forte, o meglio, ho provato un sentimento di ripulsa e un desiderio di far capire al buon Gesù che mi sembrava impossibile lasciare soli i figli, fosse pure per alcuni mesi; insomma non ho ricevuto con gioia questa disposizione che mi ha amareggiato il cuore e turbato lo spirito per due giorni. Che pazzia, padre mio!
1479 Oggi, col suo aiuto, mi sembra di essere pronta a fare il sacrificio, non tanto di andare in Spagna, che non è un sacrificio, ma di lasciare soli i figli che sono pochi e ancora non ben sistemati.
1480 20 febbraio 1954: oggi, 20, sono più tranquilla e contenta di offrire al buon Gesù un sacrificio tanto grande per me e gli ho chiesto, e credo me lo concederà, che sia Lui a guidare il timone di questa piccola Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso.
1481 Padre mio, preghi perché sempre realizzi la divina volontà con gioia anche se mi costa molto, anche se non la capisco e anche se non mi è chiara. Stia tranquillo che la stessa cosa chiederò sempre per lei.
1482 28 febbraio 1954: Il Vescovo di Todi concede a padre Alfredo il permesso di emettere i voti nella cappella dei Figli dell’Amore Misericordioso.
(El pan 18, hoy 1464-1482)
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ultimo aggiornamento
30 giugno, 2008