P A S T O R A L E
g i o v a n i l e p a s t o r a l e g i o v a n i l e
Sr. Erika di Gesù, eam
Sono un ragazzo e sono figlio di Dio: slogan di Lorenzo, uno dei ragazzi di quinta elementare che, dalla Scuola Amore Misericordioso di Roma "Casilina", dalle Parrocchie di Fratta Todina e di Collevalenza (PG) hanno abitato il Roccolo dal 10 al 12 ottobre scorsi.
È presente anche un piccolo nucleo di ragazzi delle Medie, che insieme agli altri partecipa con passione e attenzione, mettendo un pizzico di self control sull’esuberanza tipica dello sbocciare adolescente.
Corriamo subito al Santuario, dove ci aspettano le tre persone più importanti, i padroni di casa: Gesù, Maria Mediatrice e Madre Speranza.
Che giornate intense! L’Amore Misericordioso stava aspettando i ragazzi per offrire loro la sua amicizia e stringerli forte nel suo abbraccio paterno e materno.
Li abbraccia così, Gesù, per non far loro sentire troppo la nostalgia di mamma e papà.
Guidate dai contenuti di un campo vocazionale per ragazzi, "Corro per la via del tuo Amore"1, sr. Ana, sr. Graziella, Camelia – soprannominata sr. Camelia dalle fanciulle romane – ed io viviamo un’esperienza di grazia, soprattutto quando gli sguardi diventano via via più consapevoli nell’incontro con la Misericordia di Dio.
Sì, qualcuno brontola un po’ quando, dopo colazione, i ritmo della giornata ci porta nella Cappella del Roccolo a ringraziare Gesù, chiedere il suo aiuto per ascoltare, pregare… ed anche – perché no? – giocare come piace a Lui.
E il gioco non manca, in particolare nel pomeriggio del sabato, quando dopo la liturgia penitenziale a cura di P. Aurelio e le Confessioni individuali, andiamo tutti nel campo da calcetto dell’area verde "Speranza dei giovani".
Che partita! Soprattutto se consideriamo che i ragazzi si dividono in squadre di provenienza, Fratta Todina e Roma, che l’arbitro è una suora e che ciascuno ha una voglia matta di vincere!
Discussioni a parte, tutto bene: Madre Speranza e Gesù, affacciati dalla finestra del Cielo, godono nel vederci soddisfatti della vittoria. Chi ha vinto? Il bene, naturalmente.
Il bene "che è Dio stesso, verità somma, felicità inestinguibile" (M. Speranza).
Sabato mattina in Santuario celebriamo l’Eucaristia.
Facciamo lo stesso anche Domenica nella Parrocchia di Collevalenza, dove catechisti, genitori e figli della Comunità, insieme a P. Quinto inaugurano l’anno catechistico.
I chierichetti di Fratta Todina, ben istruiti da sr. Gemma, e i bambini di Roma circondano l’altare con i loro visi e sorrisi.
Santuario e Parrocchia sono gremiti di gente!
Domenica si realizza il mio sogno, come al termine della Messa mi fa notare sornione uno dei ragazzi "grandi" di Collevalenza: cantano tutti!
"Esperanza, accendi speranza-ah ah!
Esperanza, accendi speranza-ah ah…". È l’inno dell’incontro!
Due film fanno impazzire i ragazzi: il primo è la guida dei nostri incontri e spunto per le catechesi bibliche, "Robots", il secondo lo vediamo sabato sera, "La tela di Carlotta".
Il robottino Rodney e il ragno Carlotta, accomunati da tenerezza e forza, ci incantano e aiutano a capire…
«Ricorda: che tu sia un robot composto da pezzi vecchi, nuovi o di ricambio, di qualunque cosa tu sia fatto puoi sempre brillare!» insegnava il grande inventore Bigweld al giovane Rodney.
Sono un ragazzo e sono figlio di Dio.
Sono figlio di Dio e non voglio essere di più.
Sono figlio di Dio e sono contento di essere me…
Dio mi ha dato la vita, una famiglia, l’amore e un cuore…
L’eco di tutti si alza concorde: la verità emerge dall’annuncio del Vangelo, da vivere e pregare all’ombra del Santuario, dalla presenza e dall’esempio della Madre, dai silenzi e dalla festa, dai pasti consumati con letizia – anche nell’amato ma confusionario pigiama party notturno – dal Pane spezzato e mangiato più volte, con convinzione.
Ecco la verità essenziale della nostra fede, che esce dalla bocca di un ragazzo: siamo figli di Dio!
La ascolto anch’io e sono stupita: sembra diversa da quella che a mia volta cerco di trasmettere.
Diversa perché nuova.
Diversa perché sgorga spontanea dal cuore dei figli.
La verità non la facciamo noi. Ci viene offerta. Proviene dall’alto.
E quando questa relazione fondante del nostro essere, "siamo figli di Dio", risplende sulle magliette dipinte dai ragazzi, accanto al loro nome, è sorprendente…
Basta solo una convinzione per parlare con Dio, per amarlo, confidare in Lui, affermava Madre Speranza: la convinzione che Lui è nostro Padre.
Considerando che questo è l’anno che come Pastorale giovanile dedichiamo al "Padre nostro", Dio Padre non poteva regalarci un segno più suggestivo di questo.
Arrivederci ragazzi e grazie! Adesso anche noi grandi siamo più contenti.
Basta alzare lo sguardo verso il Cielo e gridare al Padre misericordioso:
Ciao Papà Dio, tu sì che sei grande! Ed io sono figlio tuo!
Sr. Erika di Gesù
1 Abbiamo tratto gran parte degli spunti dal campo di "Se vuoi" per l’estate 2008, a cura del Centro Nazionale Vocazioni: davvero eccezionale! Abbiamo mutato leggermente il titolo: Corro sulla via del tuo Amore Misericordioso.
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ultimo aggiornamento
24 novembre, 2008