P. Alberto Bastoni fam Dicembre 2008
C
arissimi lettori, eccomi a raccogliere quella penna appena deposta dal carissimo P. Giovanni, che per tanti anni ha raccontato la Vita del Santuario.. Una penna capace di descrivere, per quasi un ventennio, con stile sobrio, elegante, puntuale, a volte intriso di poesia, gli avvenimenti più significativi che hanno scandito la storia di questo luogo santo. Raccogliere questa penna significa inserirsi nel solco di una bella tradizione secondo cui i Rettori si fanno portavoce in forma scritta delle meraviglie che il Signore continua ad operare in mezzo a noi. E’ proprio qui al Santuario che , contemplando il volto del Crocifisso mentre pronuncia le parole "estreme", scopriamo la trasparenza fedelissima dell’assoluta volontà d’amore e di salvezza del Padre. "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare - ossia condannare - il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui" (Gv. 3, 17).Gioia, responsabilità e gratitudine infinita..., gioia immensa perché il Signore, che mi ha fatto innamorare di sé, continua a farmi vivere di sorprese..., di stupore infinito..., responsabilità grande..., responsabilità di organizzare, gestire, coordinare affinché tutto sia armonioso e il più possibile corrispondente al carisma dell’Amore Misericordioso, che vuole effondere anche attraverso le strutture e le iniziative, la misericordia del Signore... gratitudine ai miei superiori per la fiducia accordatami. Un grazie particolare a p. Giovanni per il servizio che ha svolto presso il Santuario. Mi ha accolto più che come fratello come un figlio. Sono davvero felice di averlo come mio superiore qui alla comunità del Santuario. Ci ritroviamo dopo tanti anni. Infatti quando nel 1992 venne nominato parroco della Basilica di San Pietro, io ricevetti l’incarico dallo stesso Cardinale Virgilio Noè, allora Arciprete della Basilica e Vicario di sua Santità per la Città del Vaticano, di organizzare e dirigere il coro della Basilica, tutt’ora esistente. Nel 1993 lasciai Roma e andai nel Molise dove per 12 anni ho fatto il parroco. Parroco di campagna, anzi di montagna. Un ‘esperienza davvero ricca e motivante, che mi ha dato tante gioie unite a tante trepidazioni.
Credo sia giunto il momento di dare inizio alla rubrica. Mi avvalgo della preziosissima assistenza delle operatrici presso il Centro Informazioni del Santuario, che ringrazio per la loro puntuale collaborazione e disponibilità, ma soprattutto per lo stile del loro servizio.
Avvento e Natale |
"L’ardore con il quale Dio ci insegue è senza dubbio l’effetto di una grandissima misericordia. Ma la mitezza con la quale questo zelo è accompagnato dimostra una bontà ancora più mirabile. Nonostante il suo desiderio estremo di farci tornare, non usa mai la violenza, non usa altra via di quella della mitezza". (San Claudio de la Colombière). Una bella riflessione che qui al Santuario trova la sua materializzazione nel Crocifisso. Lui il mite, lui il tenero, lui l’obbediente che apre costantemente le sue braccia in segno di perenne accoglienza.
Non mi soffermerò a lungo sul tempo liturgico dell’Avvento. Vorrei solo fare una sottolineatura della sua indole mariana. Scrive il Cardinale Virgilio Noè che come personificazione dell’Avvento, Maria presenta la misura e il modo con cui passare le settimane di attesa del Natale. Si vivono con Maria, come Maria, benedicendo con la preghiera dell’Ave la «Vergine-Madre» e il frutto benedetto del suo ventre, Gesù. Nessuno meglio di Maria può insegnarci come si aspetta il Signore, come lo si accoglie, come gli si prepara un posto nel cuore, nella vita. Tutto questo ha motivato la scelta di collocare la statua di Maria Mediatrice nel Santuario del Crocifisso, su una colonna artistica realizzata dal maestro ebanista Pier Luigi Buini Boini. Presenza e ricordo legati a celebrazioni particolari come l’Immacolata Concezione, L’attesa del Parto della Vergine, alla cui memoria è legato l’onomastico della nostra Venerabile Madre e infine la sua Divina Maternità.
Novena dell’Immacolata |
Nei giorni che precedono la festa mariana dell’Immacolata Concezione, così bene incastonata nel tempo di Avvento, abbiamo pregato nel Santuario dell’Amore Misericordioso fissando lo sguardo su Gesù e Maria. A Maria, "Sposa vergine dell’Agnello", bellissima e immacolata, abbiamo cantato "stando in piedi": questo il significato del titolo dell’inno denominato Akathistos. Abbiamo contemplato il mistero della Donna nuova, resa tale in vista della nuova creazione, della nostra redenzione; abbiamo venerato Lei, che è figura della Chiesa, casta sposa di Cristo. Venerare la Madre rende più salda e autentica la fede nel Figlio e ci predispone ad accogliere l’evento centrale della vita cristiana: Gesù nasce nel grembo, nel cuore di chi lo accoglie come ha fatto Maria. Nell’adorazione eucaristica, "cuore a cuore" con Gesù e nella lode di Maria, ci siamo nutriti con abbondanza della Parola di Dio, meditando sopra i temi che il Vangelo stesso ci presenta. Dopo l’ascolto di un brano evangelico, anche la parola dei Padri è stata proclamata, eco di una sapienza antica ed autorevole, per non dimenticare i contenuti più pregnanti della riflessione teologica sulla Madre immacolata di Dio. La riflessione dei Figli dell’Amore Misericordioso ci ha aiutato ulteriormente ad interiorizzare i temi annunciati, a calarli nella nostra realtà di Famiglia religiosa, a guardare a Maria, "prima Ancella" dell’Amore Misericordioso, con gratitudine e stupore.
Ferie Maggiori d’Avvento |
I giorni che precedono immediatamente la festa del Natale sono stati caratterizzati dal canto delle Antifone Maggiori, che secondo il Gueranger «contengono tutto il succo della liturgia dell’Avvento». Un vero e proprio Inno alla Carità di colui che vuole venire sulla terra, il Figlio di Dio. Sono stati giorni particolarmente intensi di fede e di fervore. Riuniti in Santuario, dopo l’esposizione del Santissimo, le Comunità delle Ancelle e dei Figli, insieme a un buon numero di fedeli, hanno elevato l’antico canto facendone destinatario il Messia, invocato ogni giorno con epiteti più belli ed espressivi.
Ricordo della Madre |
E proprio nel contesto delle Ferie Maggiori, come ogni anno, è stato fatto il ricordo onomastico della Madre, nella memoria di Santa Maria della Speranza. Presieduta da P. Aurelio, si è celebrata la Santa Messa nella cripta della Basilica proprio accanto al sepolcro della nostra amata Fondatrice. Un momento di famiglia vissuto anche con un pizzico di nostalgia verso quel tempo passato in cui, come pulcini attorno alla chioccia, figli e figlie omaggiavano la Madre, ricevendone in cambio consigli, sguardi di tenero affetto, carezze di materna premura. Padre Aurelio, nella sua omelia, ha sottolineato come la Madre si poneva in atteggiamento di trepidante attesa nei confronti del Verbo e ha commentato una pagina bellissima tratta dalle Circolari che la Fondatrice scriveva alle sue care figlie: "Mi dite che lavorate con tanta solerzia per addobbare i vostri cuori con i preziosi gioielli della carità, abnegazione, mortificazione, silenzio e fervore, ma nessuna mi ha detto che sta seminando o meglio ancora che sta coltivando con diligente cura la divina Parola nel proprio cuore, perché produca frutti abbondanti di virtù. Forse ignorate il valore della Parola di Dio? Non conoscete forse la fecondità di questa Parola divina? Come mai non cercate ardentemente questa Parola di valore inestimabile? Vi supplico per il Signore, riponete tutta la vostra fiducia e delizia nelle parole di quell’Agnello che è tutto Verità, amore, carità, sapienza e santità" (El Pan 20, Dicembre 1955, nn. 571-572).
I giorni del Natale |
Il Natale richiama molti pellegrini qui al Santuario. Una straordinaria affluenza, un fiume di cuori in cerca di pace, serenità, perdono, riconciliazione ma anche gioia e speranza, ha varcato le porte del Santuario che ha accolto, nel gesto simbolico del Cristo in croce, di Maria Mediatrice e del Bimbo deposto nella mangiatoia, tutti coloro che hanno celebrato con noi il Natale. Pellegrini residenti e di passaggio che gremivano il Tempio maggiore. File devote e silenti davanti ai confessionali. Vorrei qui ringraziare i miei confratelli per le lunghe ore passate nei confessionali, per il loro servizio discreto e premuroso verso coloro che bussano alle porte della Misericordia, memori delle parole che alcuni di loro hanno sentito dalla viva voce della Madre: «….veramente hanno paura di presentarsi davanti al Signore (i pellegrini)…. Ma devono sapere che è un Padre colui che li attende e che per mezzo dell’assoluzione che si riceve, Lui perdona, dimentica e non tiene in conto. Questo voi lo dovete dire!». (El Pan 21,278). E rivolgendosi sempre a loro raccomandava: «Non vi dovete insuperbire perché ricorrono a voi, no, ma con umiltà dovete chiedere al Signore ogni giorno, mattina e sera: Fa’, o Signore che io entri nel confessionale, non come un confessore, ma come un figlio del tuo Amore e della tua Misericordia. Che sappia capire le miserie di queste povere pecorelle tue che giungono ferite e che le sappia condurre a Te perché tu le curi con il balsamo del tuo amore e della tua carità». (El Pan 21, 279)
La Messa di mezzanotte è stata preceduta da un momento che possiamo definire vera e propria elevazione spirituale grazie al quale l’atmosfera natalizia ha raggiunto un grado di notevole suggestione. Il soprano Maria Pia Giordanelli, dalla voce ricca, piena e dall’intenso volume, ha eseguito brani della tradizione natalizia, accompagnata da P. Carlo Andreassi, organista del Santuario, che ha altresì diretto il coro della Basilica, durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Superiore Generale p. Aurelio Pérez, che sottolineava nella sua omelia come la Luce che porta speranza e pace all’umanità lacerata dal peccato deve essere contemplata con particolare gratitudine in questo Natale che ricorda i 50 anni della erezione del Santuario dell’Amore Misericordioso, luogo di grazia voluto dal Signore, come sempre ricordava la Venerabile Madre Speranza.
Vorrei ringraziare tutti i pellegrini e i fedeli che hanno affollato le nostre celebrazioni, per la loro presenza composta e orante ma anche per la loro generosità: le offerte raccolte nei giorni natalizi sono state destinate alle opere caritative della Famiglia religiosa e alle nostre missioni.
Pellegrinaggi |
In questo periodo abbiamo registrato la presenza al Santuario di numerosissimi pellegrini venuti singolarmente soprattutto nei giorni delle Festività; sempre in questo mese di dicembre abbiamo registrato anche la presenza di una trentina di gruppi organizzati, per un totale di circa 1.300 pellegrini, provenienti dalle seguenti località: Anzio; Bisceglie; Castelli Romani; Chieti; Città di Castello (Pg); Collescipoli (Tr); Collevalenza; Fermo; Gabelletta (Tr); Napoli; Ottaviano (Na); Perugia; Pomezia; Pordenone; Roma; Ronco (Forlì); Salerno; San Romano Montopoli (PI); Spoleto; Terni; Torre del Greco (Na); Verona.
Te Deum laudamus |
Il Cardinal Newman così scriveva: «Con indulgenza mirabile, è venuto, non più rivestito di potenza bensì di debolezza, in veste di servo, sotto l’apparenza dell’uomo decaduto nell’intento di risollevare il suo disegno. Perciò si è umiliato, sopportando tutte le infermità della nostra natura facendosi simile alla nostra carne». "Ed è proprio in e da questa debolezza del Verbo che possiamo trovare quella serena fiducia di cui abbiamo bisogno per concludere un anno e cominciarne uno nuovo, da cui attendiamo le semplici gioie che preludono alla gioia che non ha fine". Forse mai come quest’anno ho ringraziato il Signore e ho invitato a farlo con me durante la celebrazione del Te Deum. Ringraziare il Signore di ogni piccola gioia e invito ad aprirsi alla grata accoglienza di ogni piccolo e minimo indizio di gioia. Deo gratias!
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ultimo aggiornamento
03 febbraio, 2009