27 settembre 2009
FESTA DEL SANTUARIO
DELL’AMORE MISERICORDIOSO
1959-2009 - ANNO GIUBILARE - 50 ANNI
"Ogni anno giubilare è come un invito ad una festa nuziale. Accorriamo tutti, dalle diverse Chiese e Comunità ecclesiali sparse per il mondo, verso la festa che si prepara; portiamo con noi ciò che già ci unisce e lo sguardo puntato solo su Cristo ci consente di crescere nell’unità che è frutto dello Spirito" (IM,4).
Queste parole che ci invitavano a celebrare il Grande Giubileo del 2000, diventano forte richiamo a valorizzare la fase conclusiva dell’anno giubilare nell’anniversario della erezione del nostro Santuario. Come ogni Giubileo, anche il nostro ci ha riproposto il perenne paradosso della santità cristiana, che è intreccio di peccato e conversione all’amore, di penitenza e di gioia. Anno di preghiera, di meditazione, di sforzo ascetico per coltivare l’intimità con Gesù, imitarlo e, così, giungere a quel «rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani» che costituisce l’obiettivo prioritario di ogni evento giubilare.
La fase conclusiva coincide con la festa del nostro Santuario: il 27 settembre 2009.
L’impegno a corrispondere agli impulsi dello Spirito Santo nell’anima farà sì che ciascuno di noi viva sempre più consapevolmente in Cristo e di Cristo, Amore Misericordioso. Con Lui ed in Lui, ameremo il Padre e, per amore del Padre, ci spenderemo con gioia per la salvezza degli uomini; sostenuti da Lui, riusciremo a rialzarci dopo ogni cedimento; da Lui impareremo a perdonare; come Lui incontreremo Maria sulla via che conduce alla Croce.
Affido il buon esito di questi giorni solenni all’intercessione della "portinaia" di questo santo luogo, Madre Speranza di Gesù: «Io, amati figli e figlie, debbo dirvi che vivo giorni di vera gioia ed emozione... per il compito che vengo svolgendo in questi mesi nella casa di nostro Signore, facendo da portinaia di coloro che soffrono e vengono a bussare a questo nido d’amore perché Lui, come Buon Padre, li perdoni, dimentichi le loro follie e li aiuti in questi momenti di dolore. Sono qui, figli miei, ore e ore, giorni e giorni, ricevendo poveri, ricchi, anziani e giovani, tutti carichi di grandi miserie: morali, spirituali, corporali e materiali. Alla fine del giorno vado a presentare al Buon Gesù, piena di fede, fiducia e amore, le miserie di ognuno, con l’assoluta certezza di non stancarlo mai, perché so bene che Lui, da vero Padre, mi attende ansiosamente affinché interceda per tutti quelli che sperano da Lui il perdono, la salute, la pace e ciò di cui hanno bisogno per vivere, e affinché gli dica in nome di tutti loro, non una ma mille volte: "Padre perdonali, dimentica tutto, sono anime deboli che nell’infanzia non hanno ricevuto il solido alimento della fede e oggi, attaccate al pesante fango della natura e sballottate dal forte vento della corruzione, precipitano in fondo al mare senza forze per navigare". Ed Egli che è tutto Amore e Misericordia, specialmente verso i figli che soffrono, non mi lascia delusa e così con gioia vedo confortate tutte quelle anime che si affidano all’Amore Misericordioso». (El pan 20, circ 641-643)
p. Alberto
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ultimo aggiornamento
05 settembre, 2009