festa del santuario P. Calro Andreassi fam
... abbiamo la prova che Dio è amore ...
Omelia di P. Carlo Andreassi fam
Collevalenza, 27 sett. 2009
O
ggi, giorno in cui si celebra la solennità di Gesù Amore Misericordioso, nel giubileo della consacrazione del suo Santuario, fiore all’occhiello di tutte le opere della Ven.le Serva di Dio Madre Speranza di Gesù, noi possiamo abbandonare ogni sentimento di paura, di ansia e fare questa meravigliosa esperienza: Dio non è il Dio mostruoso e severo come spesso sentiamo dire o come forse abbiamo ereditato da certi insegnamenti. Dio, secondo il Vangelo, è il Dio misericordioso, buono e grande nell’amore; e questo non è un pensiero consolatorio, questo è un fatto.Noi abbiamo la prova che Dio è Amore e la prova è che Lui stesso è venuto in mezzo a noi e ci ha amati fino alla morte per donarci la vita eterna, per immettere in noi quella realtà divina e soprannaturale che dà alla nostra esistenza una dimensione che va al di là della morte. Noi come uomini nasciamo, viviamo e moriamo; come figli di Dio siamo destinati alla vita eterna, e questo germe di vita eterna è stato inserito in noi nel battesimo.
Il battesimo è la comunione dell’uomo con la vita divina di Dio. E’ questa la realtà nuova che, attraverso Cristo, Dio dona all’uomo.
E questo è un dono, non è un merito umano, per cui, se l’uomo non assume un atteggiamento di fede e di umiltà, non capirà mai e non apprezzerà mai questo grande dono. Spesso noi crediamo che la potenza della grazia di Dio dipenda dal nostro darci da fare o dalla nostra attività frenetica. La potenza della grazia di Dio dipende invece dalla nostra umiltà, dalla nostra disponibilità ad accoglierla, come ci insegna Maria quando non ha detto: io sono santa, perfetta, ma: io sono umile, sono l’ancella del Signore.
E questo la Chiesa lo comunica e lo annuncia attraverso i suoi ministri che dovrebbero rivestirsi di umiltà e di misericordia; attraverso i fedeli credenti che dovrebbero vivere sempre in questo atteggiamento di pazienza e di benevolenza nei confronti degli altri.
Che Dio ci abbia amati, Gesù lo ha ripetuto sempre e Lui stesso ha assunto questo atteggiamento di amore e di servizio nei confronti dei fratelli. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci dice: "amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amati". Ancora: "dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine"; poi si mette a lavare i piedi ai discepoli: "depose le vesti, preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli".
E San Paolo insiste sulla carità come distintivo del cristiano; puoi avere tutti i doni naturali e soprannaturali, tutti i carismi più grandi ma, se non hai la carità , Paolo - è spietato – dice: non vali nulla, sei un nulla senza la carità.
Le parole che vengono dette nei confronti della carità non sono altro che attributi che appartengono a Gesù Cristo. La carità è magnanima, benevola, non è invidiosa, non si vanta, non è orgogliosa, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, si rallegra della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta… ecco, qui vediamo il profilo di Gesù: tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
Questo ci spinge, prima di tutto, ad essere grati al Signore per un dono così grande; tutte le volte che partecipiamo alla celebrazione Eucaristica, non facciamo altro che ricevere questo dono di amore, e, nello stesso tempo, siamo esortati dalla parola di Dio ad essere testimoni della nostra fede attraverso la carità, quella carità che Cristo ha vissuto al massimo livello. Anche noi, senza tante pretese di essere maestri degli altri, sostenuti dal suo aiuto, possiamo vivere in questo atteggiamento.
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ultimo aggiornamento
19 ottobre, 2009