Carissimo,
posso augurarti
qualche cosa? Ecco, sì, ti auguro tanto silenzio.
Silenzio è
meravigliarsi, sperare, lottare.
Il silenzio non è il
nulla. I1 silenzio è voce, profondità di voce, vento di voce. Ci
sono silenzi che gridano.
Intervistare il
silenzio. È il silenzio che parla. Silenzi lunghi, vasti,
inaccessibili, dell’anima. Con se stessi, con i fratelli, con Dio.
La misura dell’uomo
è la sua capacità di stare in silenzio. E non penso, no, soltanto,
alle grandi anime dei monaci in contemplazione, alle suore, segno,
anticipazione inaccessibile, icona del Regno, non penso solo ai
conventi di clausura, ai monasteri. Penso ad uomini dentro la storia,
dentro gli awenimenti, dentro la cultura del nostro tempo: "Il
silenzio ci dà uno sguardo nuovo su tutte le cose".
Penso a tutti quelli
che non hanno soffocato l’interiore. Che, con coraggio, con
determinazione estrema, sanno difendere il silenzio dalla brutalità,
dal cinismo, dall’aridità di tutti gli affaristi.
Il silenzio è vita.
La natura, gli alberi, i fiori, le foglie, crescono nel silenzio. Il
silenzio è salute. I1 silenzio del corpo che non è malato.
Messaggio, annunzio,
parabola. Il luogo della Parola che svela il mistero. Trasparenza di
Dio che si fa evidenza, viva, palpabile, reale.
Il silenzio di se
stessi, l’ascolto di Qualcuno che parla.
E la creazione che
si ferma, attonita, stupefatta, dinanzi a quel fiore che tenta di
bucare il cemento per vivere. È il tempo che passa, che colma le
valli, che lascia cadere la sabbia perché si veda l’oro, perché
l’effimero scompaia ed emerga l’eterno.
Essere vita di
profondo silenzio. Il grande rischio di oggi: perdere l’occasione di
capire che il silenzio è più grande delle nostre parole.