esperienze

Paolo Risso

L’Apostolo degli "esercizi"
P. François Vallet

Un prete spagnolo stabilitosi in Francia, a Chabeuil. In apparenza, un prete come gli altri, se non quel suo accento un po’ diverso nel suo francese e una luce bella che risplende nei suoi occhi. È il Padre Vallet ed è un vero apostolo.

 

"Manresa"

Nasce a Barcellona nel 1884, Francesco Vallet e fa i suoi studi presso i Gesuiti, prima di entrare alla scuola di ingegneria. E’ cresciuto in una famiglia cattolica e non si è confrontato finora con problemi particolari riguardo alla fede. Vive nella certezza che gli ha dato la sua buona famiglia, ma all’università, dal 1904 al 1907, questa sicurezza viene meno in una crisi difficile, profonda. Dirà in seguito di aver perso la fede.

Ma gli nasce dentro un gusto singolare verso la solitudine: può essere la riscoperta di Dio o… la disperazione. Nel 1907, Francesco, ricordandosi di Ignazio di Loyola ancora soldato, prende il cammino verso Manresa là dove Ignazio si era ritirato, aveva trovato Dio e scoperto per suo dono il metodo degli "Esercizi spirituali", per incentrarsi di nuovo in Dio.

A Manresa, il giovane Francesco ritrova la fede della sua fanciullezza, in modo chiaro, forte, incisivo sulla sua esistenza. Gli "Esercizi" di S. Ignazio richiamano a prendere delle risoluzioni converte e pratiche. E a scegliere, se uno non l’ha ancora fatto, uno "stato" di vita. Così al termine del suo ritiro, toccato dalla Grazia di Dio, il giovane 24enne, chiede di essere ammesso alla Compagnia di Gesù: sarà gesuita, sacerdote, miles Christi, come Ignazio, S. Francesco Saverio, S. Pietro Canisio, S. Roberto Bellarmino – grandi – o anche solo, come S. Luigi Gonzaga, il "piccino" della Compagnia.

 

Un ritiro cambia la vita

Segue l’itinerario dei figli di S. Ignazio. È novizio, accettando la disciplina austera del suo Padre Maestro. Un avvenimento segna in particolare il tempo del suo noviziato, quasi un’epopea. Con il metodo degli Esercizi, un gesuita aveva riportato la Colombia alla Verità cattolica. Governo, parlamento, Stato maggiore, ufficiali dell’esercito e della polizia, numerosi cittadini erano stati ricondotti alla fede. Dunque, gli "Esercizi" dal fine immediatamente spirituale operano una restaurazione sociale e politica.

Dunque, pensa fratel Vallet, ciò che ha salvato la Colombia, ciò che aveva salvato lui stesso, doveva salvare la sua nazione. Ancora semplice fratello, organizza una campagna di Esercizi nella diocesi spagnola di Valenza. Ovviamente, non può dirigere di persona il ritiro, ma sotto la guida di un buon Padre, diciottomila uomini seguiranno, in qualche anno, gli Esercizi. Non è molto felice.

Dal 1909 al 1922, più nessun apostolato diretto per lui. Riprende gli studi per prepararsi al sacerdozio. Finalmente, nel 1920, a 36 anni è ordinato sacerdote. Ha raggiunto la meta. I suoi superiori, conoscendo la sua storia e le sue sante inclinazioni, lo nominano direttore della casa per esercizi, proprio a Manresa: ritorna dunque al luogo e al mezzo della sua conversione: gli Esercizi.

Il P. Vallet ne è appassionato. E’ il mezzo privilegiato di apostolato. Il metodo ignaziano è per lui un’opera preliminare indispensabile. Vuole metterli a disposizione di tutti, in primo luogo degli uomini e non solo dei preti e dei religiosi, non solo di quelli che possono permettersi 30 giorni di ritiro. Lui vorrebbe concentrare gli "Esercizi" in sette o in cinque giorni, così che qualsiasi capo famiglia, qualsiasi professionista o lavoratore possa prendervi parte.

Dal 1923 al 1927, predica così gli Esercizi in Catalogna: con stile da ingegnere, organizza il reclutamento e la perseveranza degli "esercitandi". Anzi, crea l’Opera degli Esercizi parrocchiali. Durante una delle sue predicazioni, P. Vallet incontra l’Abbé Jerome Roca, pronto a accogliere un "ritiro" chiuso, ma teme che la sua parrocchia sia di nuovo divisa con la creazione di una sezione di chi può permetterselo e di chi non può farlo. Gesù deve poter raggiungere tutti. P. Vallet decide allora di mettere gli amici che hanno già fatto gli "Esercizi", con lui o con qualche altro buon suo confratello della Compagnia, a servizio delle loro parrocchie.

Si passerà così da 1300 partecipanti nel 1923 a 12.700 nel 1927. Nel frattempo, userà i mezzi e i luoghi più inattesi. Per la prima volta, la radio serve da canale di diffusione agli Esercizi. Così 700 carcerati seguiranno tra le mura della prigione, un ritiro predicato dal Gesuita. Il risultato è di centinaia di conversioni, in un ambiente ostile. Diventa famoso in Spagna e oltre i confini della Spagna. Un giornale, scrive di lui: "Abbiamo sentito parlare di questo apostolo che percorre grandi città e piccoli villaggi, spezzando con la sua parla di fuoco il ghiaccio del materialismo che domina le società moderne. Siamo convinti che ora il P. Vallet contribuirà alla restaurazione cristiana della persona e della società".

Come S. Ignazio di Loyola era tutto cristo-centrico, così il P. Vallet quale buon suo "figlio" predica Gesù solo: è soltanto Lui, il divino Redentore, che attira e che salva. Non ci si innamora di un’idea o di valori umani o di una lezione professorale, ma di una Persona viva che ama e salva: questa Persona è soltanto Gesù Cristo. Un frutto tangibile della fecondità di questo metodo straordinario si manifesterà durante la guerra civile spagnola: più di cinquemila che hanno partecipato agli "Esercizi", moriranno martiri per non rinnegare la fede cattolica, sotto il piombo dei comunisti.

Affinché Cristo regni

Ora il Padre pensa alla fondazione di un istituto dedicato tutto agli "Esercizi". I risultati ottenuti e le domande e il bene delle anime lo incoraggiano in questa direzione. Nel maggio 1928, lascia la Spagna per l’Uruguay, dove Mons. Damiani lo accoglie nella sua diocesi di Salto. Ora deve trovare "gli amici" che stiano con lui. Due giovani che hanno fatto il ritiro con lui, dopo un viaggio in Terra Santa, decidono di seguire il P. Vallet nella sua fondazione: uno diventa il P. Terrada e l’altro freatel Soler.

Con i primi compagni, prende la direzione degli "Esercizi" nell’America Latina. In pochi anni, predica 57 ritiri e raggiunge 1350 uomini, ma in Uruguay, il suo progetto non decolla, come vorrebbe. Rientra in Europa nel 1932, accolto da Mons. Pic, Vescovo di Valence. Lì, la Congregazione di P. Vallet comincia a crescere: nascono, per la sua opera, i "Cooperatori parrocchiali di Cristo Re", che si propongono di convertire moltissimi a Gesù, di accendere le anime di chi ci sta, dagli ignoranti ai dotti, dagli umili ai potenti, all’amore più alto per Lui, di formare una società cristiana, in cui Gesù regni nelle famiglie, nel lavoro, nella cultura, nella società, perché tutto appartiene a Lui.

A Chabeuil, uno sconosciuto paese della Drôme, si sviluppa la nuova Congregazione del P. Vallet, dal 1934 al 1944: i Cooperatori parrocchiali, con un numero sconfinato di corsi di Esercizi, così che alla vigilia della 2° guerra mondiale più di 3000 uomini vi hanno partecipato con luminosi frutti di conversioni e di santità. Tra costoro un certo Jean Ousset conserverà il ricordo di "una spiegazione che il Padre aveva dato riguardo alla SS.ma Trinità. Tra i partecipanti c’erano degli analfabeti e tuttavia si poteva notare negli occhi di tutti, degli ignoranti come del clero, una sorte di rapimento davanti a tanta luce. I poveri venivano evangelizzati. E’ il segno che Gesù aveva dato agli invitati del Battista".

Questi anni "francesi" finiscono nel 1944. La Francia, liberata, entra in un periodo burrascoso. Minacciato, il P. François Vallet lascia Chabeuil, destinazione Madrid. Gli restano tre anni da vivere e lui stabilisce la sua Congregazione nel suo paese natìo. A Madrid, si spegne il 13 agosto 1947, mentre predica gli Esercizi a dei religiosi. La sua Famiglia religiosa gli sopravvive, anche se non mancheranno difficoltà negli anni dopo il concilio.

Tre parole riassumono lo specifico dell’opera del Padre: gli uomini, gli Esercizi, la parrocchia. Ma il P. Vallet aveva anche capito la necessità dell’ordine temporale, da rendere cristiano per la salvezza del più grande numero di anime. Il Venerabile Pio XII ha concentrato questa idea in un messaggio del giugno 1944, in cui afferma che "dalla forma data alla società, conforme o no alle leggi divine, dipende e scaturisce il bene o il male delle anime".

Proprio di lì, la volontà del Padre Vallet di fare una pacifica "armata" di cattolici in prima linea, capaci di vivere fino alle ultime conseguenze la loro fede e di lavorare, alla luce di Gesù, per la ricostruzione di un ordine sociale cristiano. Il suo richiamo a Cristo-Re, dato ai suoi Cooperatori parrocchiali, dimostra questa buona volontà di preparare e far dilagare il Regno di Gesù nelle anime e nella società, per rispondere e risolvere i problemi e i mali del mondo moderno.

Anche oggi, urge questo; lavorare, spendersi, pregare, soffrire, consumarsi affinché Gesù regni: ricapitolare tutte le cose in Lui. Non c’è altra soluzione ai problemi del mondo. Non c’è altra via per giungere in Paradiso, con Lui, per sempre.

(da: P. Marziac, Un grand convertisseur du Xème siecle: le père François Vallet, Editions de la Maison d’Exercices S. Joseph, 1955).

 

 

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ultimo aggiornamento 17 novembre, 2010