Un solo Dio,

padre

di tutti

 

 

 

 

Sac. Angelo Spilla

 

 

Papa Giovanni Paolo II ha voluto che il 1999 fosse l’anno dedicato alla scoperta di Dio come Padre. Ci facciamo aiutare da Gesù in questa conoscenza. A riguardo, noi sappiamo che Gesù è il missionario del Padre, colui che ce lo rivela e ce lo mostra con i suoi discorsi, i suoi comportamenti, i suoi miracoli e il suo modo di affidarsi a Lui.

Sono stati gli apostoli che un giorno hanno chiesto a Gesù: "Signore, insegnaci a pregare…". Hanno manifestato un grande desiderio di imparare a pregare e Gesù ha soddisfatto questo desiderio donando ad essi la sua stessa preghiera: "Quando pregate, dite:"Padre Nostro…".

La preghiera del Padre Nostro va letta come la preghiera del Capo che si diffonde in tutte le membra e diventa preghiera di tutto il corpo che è la Chiesa.

È, anche, l’onda della preghiera di Gesù che si propaga nei secoli e si ingrossa, via via, raccogliendo ogni voce, ogni implorazione, ogni grido emesso dagli uomini.

Amo pensare l’inizio di ogni attività lavorativa, familiare, scolastica, sociale ed ecclesiale con l’impegno di ognuno di noi cristiani della recita del Padre Nostro.

Preghiamolo per conto nostro, in compagnia, a casa, in chiesa. È un generatore e ispiratore di preghiera.

Deve "sciogliersi" in meditazione e alimentare la preghiera spontanea.

Anche nello svolgere le nostre attività, proviamo a pregare bene il Padre Nostro. Scopriremo che è Gesù che prega con noi, in noi e per noi. Abbiamo bisogno di riscoprire questa bella preghiera del Padre Nostro, anche per affrontare bene le difficoltà a cui andiamo incontro.

Sono due le sfide che si presentano in maniera particolare oggi: il confronto con il secolarismo e il dialogo interreligioso.

La secolarità dice che l’uomo è libero, vive senza Dio e non deve rendere conto a nessuno. Il figlio che cancella la figura del Padre vuole diventare padre-padrone di sé e del mondo. La società odierna è malata di secolarismo e si vive come se Dio non esistesse. Anche se non predomina l’ateismo teorico, certamente è assai presente l’ateismo pratico. E questo si riflette nei comportamenti, nei modi di fare e nelle scelte quotidiane di quanti si dicono anche credenti.

C’è poi bisogno di un dialogo interreligioso. Sappiamo che noi siamo nella verità, ma come dobbiamo comportarci con chi aderisce alle altre religioni? L’atteggiamento da assumere è il dialogo inteso come atteggiamento di rispetto per l’altro, riconoscendo anche ciò che di vero, di buono e di positivo c’è nelle altre religioni non cristiane. Sta di fatto, però, che il nostro intento deve essere quello di fare giungere tutti alla conoscenza di Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo, Suo Figlio e nostro Signore. Tutto questo con l’aiuto dello Spirito Santo che riconduce tutti all’unità.

Dobbiamo fare diventare, insomma, la realtà del Padre una dimensione profonda nel nostro cuore e nella nostra vita. E questo ci deve portare a testimoniarlo agli altri. Non ci dimentichiamo che più di 6 miliardi di uomini e donne popolano il nostro pianeta. Circa 4 miliardi di persone, però, si trovano a vivere questa vita terrena senza conoscere in pieno ed in profondità la misura dell’amore e della tenerezza di Dio. Nessuno ancora ha fatto conoscere loro la Buona Notizia di Dio che è Padre di tutti e che si prende cura di tutti.

Dobbiamo prenderci a cuore la salvezza di tutti i fratelli rivolgendoci a Dio, Padre di tutti, con la preghiera del Padre Nostro: è la preghiera della fede, dell’amore filiale, dell’abbandono al Padre; preghiera universale, ecumenica, dell’immensa fratellanza; del perdono di Dio a noi, di noi agli altri; preghiera della speranza, della certezza, del possesso del regno.

Chi crede in Dio Padre non può offendere nessun uomo sulla terra. Perché, se Dio è Padre, vuol dire che tutti noi siamo figli di Dio: appunto, fratelli di Cristo, un’umanità sola che diventa il vero tempio dello Spirito Santo, la vera Chiesa viva di Dio, la sua preferita e amata dimora.

Quanto è bello potere chiamare Dio "Padre Nostro" e sentirci fratelli nell’amore di questo Padre.

Ritorno al Padre

Giovanni Paolo II, in vista dell’Anno Giubilare del 2000, nella Lettera Apostolica Tertio millennio ineunte ha sottolineato l’importanza che avrebbe dovuto assumere l’anno 1999: "Avrà la funzione di dilatare gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cristo: la prospettiva del "Padre che è nei cieli", dal quale è stato mandato ed al quale è ritornato. (…) Tutta la vita cristiana è come un grande pellegrinaggio verso la casa del Padre, di cui si riscopre ogni giorno l’amore condizionato per ogni creatura umana, ed in particolare per il figlio perduto"4.

E’ stato un invito al "ritorno al Padre", inteso come "pellegrinaggio verso la casa del Padre", un cammino di autentica conversione, intesa come liberazione dal peccato, ed una scelta del bene, come attuazione dei valori etici e cristiani.

Queste indicazioni programmatiche del Papa devono trovare riscontro in ogni cristiano; come credenti, ci obbliga ad un impegno forte nel condurre un tenore di vita tale da consentirci di entrare in comunione con il Padre. E questo per noi è possibile solo invocando l’aiuto di Gesù: Lui ci rivela il Padre; Lui è via verso il Padre; Lui è Mediatore unico e necessario.

Il cardinale Carlo Maria Martini, in una sua lettera pastorale, Ritorno al Padre di tutti, rivela che l’epoca nostra vive un processo di emancipazione e di secolarizzazione per cui tutti pensiamo di potere fare a meno di Dio Padre. Così scrive: " La società senza padre, prodotta dalle ambizioni totalitarie della ragione, si è risolta in una folla di solitudini". Il risultato più diffuso di questa condizione è costituito da un generale senso della chiusura in se stessi, l’indifferenza e apatia. Non possiamo continuare a vivere facendo finta che tutto ciò non sia vero, proprio perché non siamo orfani. Ci rendiamo conto che è importante accogliere l’invito del "…ritorno al Padre", per scoprire le prerogative di Dio rivelateci da suo Figlio Gesù, come la paternità, l’amore, l’accoglienza e la misericordia. Ricordiamoci che Gesù esprime la relazione con Dio proprio nei termini della paternità e della figliolanza. Accogliamo l’invito di Gesù : "…quando pregate, dite: Padre Nostro…".

Nel cammino di conversione che tutti siamo chiamati a compiere riscopriamo, nell’impegno della vita cristiana, la paternità di Dio, il sacramento della riconciliazione e la pratica della carità. E in questo spirito di fattivo e positivo impegno nell’impostare un nuovo comportamento di vita, acquisiamo la dignità propria di chi intraprende la ricerca di Dio.

Agendo così sapremo cogliere, anche, l’invito che Giovanni Paolo II ci ha lasciato con la Lettera Apostolica "Tertio Millennio Adveniente": "il risveglio dell’anelito alla santità".

Pare che oggi si abbia paura di parlare di santità; si preferisce, invece, parlare di bontà. Non dobbiamo dimenticarci che Dio ci vuole tutti santi e non in qualche momento della nostra vita, ma sempre ed in ogni circostanza. Siamo chiamati a realizzare il massimo dell’amore.

Madre Teresa di Calcutta diceva: "Se vogliamo che il messaggio d’amore sia udito, spetta a noi lanciarlo ; se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla ad olio".

Dio ritorna a chiederci la santità. Basta ricordare l’espressione di Dio ad Abramo: Cammina innanzi a me e sii perfetto, o l’altra: Siate santi, perché Io sono santo, o ancora: Amerai il Signore con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze o infine: Questa è la volontà di Dio, che voi diventiate santi.

Serve anche ricordarci che santi non si nasce ma ci si diventa. Occorre per questo scegliere Cristo, scegliere di far "passare" tutta la vita in Gesù: la famiglia, gli amici, la scuola, lo sport, il lavoro. Occorre lasciare il male, lasciare la mediocrità. Occorre fare questa scelta di Gesù sempre, anche quando gli altri non capiscono, giudicano, prendono in giro. Tutto questo con l’aiuto dei sacramenti e della preghiera.

Ricordiamoci che il mondo ha bisogno di uomini dal cuore grande.


4 Tertio millennio ineunte, 49.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 11 febbraio, 2011