è difficile dirti cos’è pregare.
È mistero, congiungimento folle, intimità con Dio, dono di sé agli
altri, esperienza di salvezza nella Chiesa, concretezza, mistero di
sangue.
Stupore religioso. Silenzio adorante. Ascolto contemplativo. La
dimensione più vera dell’uomo è la dimensione mistica, la nostra
ferita insanabile.
Pregare, un progetto di futuro. Un impegno contro la rassegnazione.
Una responsabilità per la speranza. Una fede nella riuscita
definitiva dell’umanità.
Pregare, vertenza e pacificazione. Congiungere le nostre mani con
quelle di Dio e dei fratelli. Pregare dentro la Chiesa. Perché qui è
possibile toccare le ferite di Cristo e dentro le ferite di Cristo,
le ferite dei fratelli. Qui è possibile ritrovare noi stessi come un
dono che Dio vuole fare agli altri.
Pregare. Perché l’uomo ha bisogno di risposte superiori alle sue
stesse domande. Perché la nostra gravitazione più vera non è la
terra, è il cielo. È Dio, scritto del nostro codice genetico,
geneticamente radicato in noi.
Pregare. La possibilità di Dio nel luogo dell’insufficienza
dell’uomo. La contestazione di Dio alla disperazione dell’uomo. La
speranza dell’impossibile.
Pregare. Essere sopraggiunti dalla preghiera di Cristo stesso. La
nostra preghiera "chiede", quella di Cristo "vuole". È la preghiera
di un Dio a Dio: "Padre, io voglio che anche quelli che tu mi hai
dato siano con me dove sono io".
È la preghiera dello Spirito che implora con "gemiti inenarrabili"
per tutti noi. È l’impossibile. Si cade in ginocchio.