Carissimo,
quel giorno, quando il Battista ebbe ad indicare Gesù sulla terra,
Giovanni e Andrea si avvicinarono subito: "Maestro, dove abiti?".
"Dove" è la nostra domanda, il nostro bisogno, la ricerca di un
luogo "altro", da contemplare, da vivere, da amare, da farci
impazzire.
L’"altrove", l’arrivo di questa navigazione cosmica sulla quale
tutti viaggiamo. Il desiderio infinito – la nostra ferita insanabile
– la voglia struggente che implora cieli nuovi e terra nuova, senza
limiti.
Chi ci assicura questo "dove"? La scienza, la tecnica... sì, la
scienza ci dice che miliardi di cellule, collegate le une alle altre
in modo perfetto, costituiscono la nostra corteccia cerebrale, ma
può bastare sapere questo per spiegare l’immenso bisogno che abbiamo
di vivere e di essere felici?
Il potere, il possesso, l’economia... sì, ci troviamo su una
bellissima nave da crociera. Abbiamo tutto (o ci sembra di avere
tutto) e però manchiamo di tutto. Non sappiamo dove andiamo. Il
megafono del comandante è passato nelle mani del cuoco. Ed il cuoco
non può dirci, non sa dirci dove andiamo. Sa darci soltanto, ogni
mattina, il menù della giornata.
"Maestro dove abiti?". Il "luogo" è la Persona, è Egli stesso. È il
Vivente già in mezzo a noi, il Tutto in cui vivere, in cui credere,
in cui sperare perdutamente.
La verità è che siamo mendicanti di Dio, orfani di un sogno, di una
verità, di una bellezza, di un futuro, pellegrini di un giardino
perduto, dove trovare l’"Altro" che cerchiamo.