Il Santuario dell'Amore Misericordioso:
la via della nuova evangelizzazione
P. Alberto Bastoni
"Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Con queste parole inizia la prefazione dei Lineamenta che preparano la XIII Assemblea generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PER LA TRASMISSIONE DELLA FEDE CRISTIANA.
Quello di una nuova evangelizzazione, per il mondo di oggi, è ormai un tema che occupa sicuramente il primo posto nell’agenda di ogni nostra comunità e nella Chiesa. È un bisogno urgente, perché come ripeteva San Paolo, annunciare il vangelo di Cristo deve essere veramente un’esigenza: "Non è un vanto per me predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! (1Cor 9,16).
Ma perché oggi è così necessario annunciare Gesù Cristo?
Perché viviamo in un tempo dove Dio è stato estromesso dalla vita degli uomini, viviamo in una società che vive un profondo relativismo che ha allontanato Dio dalla vita di tutti i giorni. L’uomo ha "rinnegato" la propria identità di figlio di Dio che è nel suo cuore: ha dimenticato Dio, lo ritiene senza significato per la propria esistenza, lo rifiuta ponendosi in adorazione dei più diversi idoli. (successo, potere, ricchezza, piacere, ragione, etc.)
Possiamo sicuramente affermare che l’’uomo "moderno" sembra essere entrato in crisi, ha smesso di cercare la verità su se stesso, e la verità quando non è più cercata viene sempre sostituita consapevolmente o meno da dei "surrogati". Assistiamo indifferenti ad un evidente fenomeno di scristianizzazione che colpisce soprattutto i popoli cristiani europei, richiamando così l’esigenza vera di una nuova evangelizzazione; cresce l’ignoranza sulle verità più elementari della fede cristiana; Cristo non sempre è riconosciuto come Figlio di Dio, ed a volte è accolto insieme a tante altre forme di religiosità superstiziosa promossa da santoni o veggenti di vario genere.
La crisi etica e morale è palpabile, la gente non riesce più a distinguere tra norma morale oggettiva e soggettiva, per cui ogni comportamento privato è giudicato sempre buono se scelto liberamente dal soggetto o dall’individuo, anche se questo può intaccare la dignità e il rispetto della persona umana. Assistiamo ad un continuo attacco alla vita e alla struttura della famiglia, la solitudine di molti giovani è un dato preoccupante, angosciante è la crisi del lavoro, e superati ormai sembrano i valori fondamentali del decoro umano. L’uomo non si riconosce più in un progetto di salvezza e ha di Dio un immagine distorta, disordinata.
Ritorna allora la domanda: perché annunciare il vangelo di Cristo?
Perché Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità" (1 Tim 2, 4). Dio ha scritto nel cuore dell’uomo il desiderio di amarlo, e non cessa di attirare ogni persona a Sé, per mezzo di Cristo, e allo stesso tempo affida alla Chiesa, la missione di far conoscere il Suo Figlio e di comunicare la salvezza da Lui "incarnata". Infatti, GESÙ CRISTO è venuto in questo mondo perché "tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10).
Il documento conciliare Gaudium et Spes, esprime ancora più chiaramente cosa si intende evangelizzare, quando al numero 58 dice: "Il Vangelo di Cristo rinnova continuamente la vita e la cultura dell’uomo decaduto, combatte e rimuove gli errori e i mali derivanti dalla sempre minacciosa seduzione del peccato. Continuamente purifica ed eleva la moralità dei popoli, restaura in Cristo le qualità spirituali e le doti di ciascun popolo".
Pertanto è diritto e dovere della Chiesa, di tutta la Chiesa, di annunciare tutto il Vangelo a tutto l’uomo e a ogni uomo, nel modo più fedele possibile, riservando a tale annuncio il primo posto nelle sue preoccupazioni e attività. L’azione evangelizzatrice della Chiesa non può mai venire meno, perché mai verrà a mancare la presenza del Signore, secondo la sua promessa: "lo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20). La Chiesa, annunciando Cristo, come la risposta definitiva di Dio all’uomo, realizza l’incontro con Cristo di quanti cercano sinceramente tale Verità e Salvezza.
Ma in tutto questo "scenario", cosa può dire il Santuario dell’Amore Misericordioso, e ancora meglio il nostro carisma? Una domanda che ci riporta indietro nel tempo quando, Giovanni Paolo II, in visita al Santuario dell’Amore Misericordioso il 22 Novembre del 1981, rivolgendosi alla nostra Famiglia religiosa disse: "Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione sia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso l’oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro. L’uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto, è più amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre ed una tenera madre. Da questi brevi cenni risulta che la vostra vocazione sembra rivestire un carattere di viva attualità.
Allora la misericordia può davvero diventare un modo nuovo di intendere la vita da parte dell’uomo, può davvero diventare un canale privilegiato di nuova evangelizzazione ed illuminare non solo il nostro rapporto con Dio, ma addirittura anche quelli tra di noi, ponendo le basi di nuove relazioni. Rivelare, all’uomo di oggi, l’immagine di un Dio che è Padre misericordioso, questo deve essere l’annuncio attuale da gridare al mondo, un Padre che ci comprende, che ci capisce, che si è fatto come noi per dirci quanto è bello essere figli suoi.
Dio vuole essere non soltanto Dio, ma Padre e dire "Padre" significa raggiungere la ragione di una proprietà intima, poiché è manifestare che Dio ha generato e che quindi ha dei figli, essendo Padre, il suo amore non viene mai meno: è "misericordioso", poiché la caratteristica della bontà di Dio è di donare i suoi benefici a coloro che Egli ama.
Che bello allora dire Amore Misericordioso! L’amore di Dio non può essere che misericordioso, non può essere altro, un Padre che ci ama in anticipo, che ci ha scolpito veramente nelle palme delle proprie mani, che continuamente ci ripete: "Tu sei il mio figlio prediletto in te mi sono compiaciuto", testimoniare questo Padre a quanti sentono il bisogno di credere in un mondo nuovo, nel quale si possa riscoprire la civiltà dell’amore, annunciarlo ad ogni più piccolo uomo che non vuol morire sotto il peso di questa società inquinata dal consumismo e dal benessere egoistico. Un Dio che non si è ancora stancato di amarci e che non si rassegna al nostro peccato: questo è meraviglioso! questo è l’Amore Misericordioso!.
Tutto questo per dire che il "progetto" del Santuario è proprio quello di favorire l’incontro tra Dio e i suoi figli, tra il Padre misericordioso e la sua creatura, e la missione del Santuario dell’Amore Misericordioso è proprio quella di essere la "tenda dell’incontro", dove sperimentare la gioia della vita e gustare la presenza del Signore risorto. I Santuari, infatti, sono delle preziosissime occasioni di crescita spirituale e di conversione personale, sono i luoghi "prediletti" della grazia che permettono un autentico incontro con Dio, sono i luoghi della memoria dell’azione potente di Dio nella storia, nella nostra vita che è all’origine della fede di ciascuno di noi.
Questo incontro avviene dunque nella storia che è il luogo dell’incontro e coinvolge il centro della persona, per cui poi tutta la sua realtà ne viene coinvolta. In quest’ottica il Santuario dell’Amore Misericordioso, può divenire veramente un luogo eccellente di approfondimento della fede, in uno spazio privilegiato e in un tempo favorevole, diversi dall’ordinario; può offrire occasioni di nuova evangelizzazione; può contribuire a promuovere una ricerca di Dio portandola ad una coscienza di fede più matura; può agevolare, in maniera profonda, il processo di conversione personale.
"Accostare gli uomini alla sorgente della misericordia del Padre"; questa è la via nuova dell’evangelizzazione che deve risuonare oggi, e non è forse questo il più sublime compito del nostro santuario? Il Santuario dell’Amore Misericordioso, quindi, dove Dio aspetta l’uomo, un esperienza di amore totale, gratificante, libero, qui dove c’era un "roccolo" per gli uccelli ora c’è il "roccolo" della misericordia, una casa dove Dio Padre richiama gli uomini con lo spasimo del suo amore misericordioso, qui in questa casa dove possiamo udire la voce "Come stai Figlio?"
Tuttavia questa missione evangelizzatrice del nostro Santuario, appare forse in maniera chiara e decisa dalle parole che Giovanni Paolo II recitò come pellegrino a Collevalenza, sempre il 22 Novembre del 1981: "Centro eletto di pietà e di spiritualità che a tutti ricorda e proclama la rande e consolante realtà della misericordia paterna del Signore…in esso sia sempre proclamato il lieto annunzio dell’Amore Misericordioso mediante la Parola, la Riconciliazione e l’Eucaristia.
L’esperienza che attende l’uomo presso il Santuario dell’Amore Misericordioso è sicuramente quella di un incontro, di un abbraccio, di un guardarsi negli occhi liberamente con quel Padre che "attende i propri figli, che non tiene in conto, perdona e dimentica," significa trovare comprensione, compassione, e con il profumo soave della misericordia curare le grandi ferite che l’uomo di oggi si porta dentro il proprio intimo. Qui si può fare esperienza dell’amore di Dio, che ha messo la Sua tenda in mezzo a noi, in questo "roccolo di misericordia" si ricorda il dono di un Dio, che ci ha talmente amati da mettere la sua tenda in mezzo a noi, per portarci la salvezza, per farsi compagno della nostra vita, solidale con il nostro dolore e con la nostra gioia. Se così ci ha amati Dio, anche noi siamo chiamati ad amare gli altri per essere con la vita il tempio di Dio.
In conclusione possiamo affermare che il Santuario dell’Amore Misericordioso è il luogo eletto della misericordia, una "casa" che ha come suo cuore e centro il vangelo della carità, l’annuncio che la Chiesa è chiamata a diffondere nel mondo: Dio ti ama e ti ama di amore misericordioso, Beati tutti coloro che faranno esperienza di questa misericordia, perché solo quando incontreremo l’Amore Misericordioso; che è Dio stesso, sperimenteremo la gioia di percorrere una via sicura, dove il conoscere e vivere Dio significherà trovare la verità e la verità ci renderà liberi, liberi veramente.
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ultimo aggiornamento
13 giugno, 2011