Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...
"…e che prima vadano a curare le loro povere anime dalle piaghe di cui soffrono in questo mio
Santuario,…" (El Pan 24,75)C’è un’altra malattia più grave e insidiosa che ci affligge: l’inclinazione al peccato, che condiziona la nostra libertà, inducendola a scegliere il male anziché l’amore.
E’ conseguenza della ferita mortale inferta dal peccato di Adamo alla natura umana, santa all’origine perché creata "a immagine di Dio" (
Gn 1,27) ma dopo quel peccato decaduta, indebolita e sottoposta al potere della morte e "di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo" ( Eb. 2,14).Come ogni amante sincero, Dio non poteva restare separato e lontano dalla sua amata creatura e, per raggiungerla dove si trovava, immersa nella morte, ha voluto morire per lei e liberarla. Da quel momento l’Acqua del Battesimo, sgorgata dal costato di Dio morto sulla croce, cancella il peccato originale.
Le sue conseguenze di indebolimento della natura umana però rimangono e limitano e ostacolano la nostra libertà di scegliere il bene; la vita di ogni essere umano sulla terra diventa così una dura lotta. Il desiderio di Dio, Felicità assoluta, lo spinge alla Sua ricerca, ma la natura debole facilmente si stanca di perseverare, oppure, attratta dai piaceri contingenti, li scambia per felicità e li ricerca compulsivamente come idoli, disposta anche a infrangere ogni legge pur di appagare solo se stessa.
In questo modo l’essere umano fa esperienza del peccato personale, che proprio come una piaga della pelle, ferita dolente e inguaribile spontaneamente, può solo continuare a crescere e ad estendersi e causare altro male e altro dolore, ma non riesce a guarire.
Ancora una volta è necessaria la Grazia del Misericordioso che, come Acqua benefica di salvezza, nel Sacramento della Riconciliazione, ridoni all’uomo la salute.
"Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre sozzure e da tutti gli idoli con cui vi siete macchiati." (Ez. 36, 25)
Maria Antonietta Sansone
... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità
Nel 1963, mio fratello, colpito da grave malore, venne ricoverato. Dopo accurati esami ed analisi, la diagnosi fu: tumore diffuso al cervello, tre mesi di vita. I sanitari esclusero ogni tentativo di intervento.
Nel mese di giugno andando a trovarlo, gli chiesi come si sentisse, mi rispose: "mi sembra di essere morsicato dai cani, giorno e notte". Lo invitai a fare con fede la Novena e a bere l’acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso e incominciò il miglioramento.
Nel mese di agosto ritornai: gli erano scomparsi i dolori, si nutriva, riposava tutta la notte, aveva ripreso l’uso degli arti. Nel mese di novembre, sottoposto ad esami, il male fu trovato cicatrizzato, fermo.
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
13 giugno, 2011