note di storia

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P. Mario Gialletti fam

Ad agosto 2011 i primi 60 anni della Congregazione FAM dentro una

UNICA FAMIGLIA RELIGIOSA

con le Ancelle dell’Amore Misericordioso

 

Il progetto della fondazione di una nuova Congregazione religiosa per i sacerdoti, la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza lo conobbe nel lontano 1929 e fin da allora ne trascrisse le Costituzioni – afferma lei stessa – così come le furono dettate dal buon Gesù. In effetti il progetto preannunziato partirà solo 22 anni più tardi, il 15 agosto del 1951 e partirà in una forma apparentemente inusitata e strana che meraviglia la stessa Madre e le procura un vero turbamento.

Ma la meraviglia e il turbamento Madre Speranza se lo portava dentro nel cuore già da tanti anni, almeno dal lontano 1929 quando si sentì invitata dal buon Gesù a scrivere le Costituzioni per una Congregazione di sacerdoti e per una Congregazione di suore.

Una suora che fonda una congregazione clericale.

Di sacerdoti che già avessero fondato delle Congregazioni clericali e poi anche congregazioni di suore ne è piena la storia, ma - a quel tempo soprattutto – era impensabile che una donna e una suora potesse pensare di fondare una congregazione di sacerdoti. Ricorda la Madre: "Perché il Signore avrà permesso che questa religiosa avesse fondato più tardi la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso? È il primo caso nella storia della Chiesa che una donna fondi una Congregazione maschile. E - d’altra parte – che potrebbe dare una povera religiosa a un sacerdote? Niente di niente! Però, nonostante tutto questo, io già avevo le Costituzioni scritte per la Congregazione che sarebbe dovuta nascere. Ricordo che un giorno, presso la Congregazione dei Religiosi, mi dissero: Madre, si tolga dalla testa l’idea che deve fondare una Congregazione di Padri perché anche se venisse Santa Teresa in persona a dire che deve fondare non se le potrebbe dare il permesso". (El pan 21, 643)

 

Ancora più impensabile che due nuove Congregazioni,
una di suore e una di sacerdoti, fondate da una suora,
dovessero essere nella Chiesa una UNICA FAMIGLIA RELIGIOSA.

Madre Speranza Montecchiani eam, attuale Madre generale delle EAM, nella relazione del 10.11.2009 ("Si aiuteranno in tutto come veri fratelli" - Come la missione sacerdotale coinvolge le Eam e i Fam, nello spirito di Madre Speranza) afferma che l’esperienza della Madre rispetto alla sofferenza, alla morte di sé e al raggiungimento di un alto grado di amore per il Buon Gesù e per i sacerdoti del mondo intero, trova il suo fondamento nel Carisma stesso delle nostre Congregazioni.

Scrive: «… Il primo documento in cui Madre Speranza manifesta la sua decisione di offrirsi come "vittima di espiazione per i sacerdoti del mondo intero" è datato 18 dicembre 1927. La Madre scrive nel Diario che, durante l’estasi della notte precedente, Gesù stesso le ha chiesto di non desiderare altro che amarlo, soffrire in riparazione delle offese che lui riceve dal suo amato clero e far sì che quanti avvicinerà sentano il suo stesso desiderio di soffrire e offrirsi quali vittime di espiazione (El Pan 18, 3).

E’ importante sottolineare che la Madre era animata da un "unico desiderio", comunicatole da Gesù, quello di amare e soffrire. Ella aveva già raggiunto un alto livello di unificazione e orientamento a Dio di tutte le proprie facoltà, inoltre aveva scoperto che il soffrire non frena l’amore ma lo alimenta.

Osserviamo, inoltre, che l’anno 1927 per la Madre è stato davvero determinante in quanto il Signore le ha manifestato "grandi cose", basta pensare al 5 novembre 1927!

Siamo, quindi, di fronte ad una precisa richiesta di Gesù che trova la piena disponibilità della Madre che dice il suo SI’: ad una settimana di distanza, il 24 dicembre la Madre offre se stessa come vittima per i sacerdoti.

L’offerta del 1927 è una data particolarmente importante per lei e diventa un punto riferimento poiché il Giovedì Santo del 1940 e il 24 dicembre del 1941 scrive di voler rinnovare a Gesù, in tali occasioni, l’offerta di sé come vittima per i sacerdoti.

Lo scopo dell’offerta è ottenere la santificazione dei sacerdoti e di espiare i peccati commessi da alcuni di loro con la concupiscenza della carne (Cfr. El Pan 18, 757). Due sono, quindi, gli scopi dell’offerta di sé: la santificazione e l’espiazione dei peccati. …

Fare esperienza di Dio A.M. per poterlo annunciare agli uomini di oggi, comporta un cammino serio di spogliamento totale di sé per imparare ad accogliere l’Amore e la Misericordia, quindi per identificarci con il Crocifisso e poter annunciare il carisma con la vita.

La stessa identità della nostra Famiglia religiosa, costituita da due Congregazioni "unite come una forte pigna", ci conferma in questa certezza: "Queste due Congregazioni sono una cosa sola con lo stesso Titolare, con la stessa missione di carità senza limiti, e tutti sono figli della stessa Madre.

La forte insistenza della Madre Fondatrice su questa unione fraterna è ordinata alla santificazione reciproca e al compimento della missione che il Signore ci ha affidato. "Tutti uniti nella carità e nell’amore fraterno si impegnino nella propria santificazione e cerchino di essere luce per gli altri: in questo modo potranno conseguire le finalità per le quali il buon Gesù ha fatto nascere queste due Congregazioni". (Cost. 8)

L’unione fraterna tra i membri della Famiglia religiosa ha come finalità la santificazione reciproca e la realizzazione della missione».

 

Le Costituzioni dei fam – art.9
Una sola Famiglia nell’Amore Misericordioso.

La nostra Congregazione, pur essendo giuridicamente autonoma, forma un’unica Famiglia con la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, precedentemente fondata dalla Madre Speranza.

«Queste due Congregazioni sono una sola cosa, con lo stesso Titolare, con la stessa missione di carità senza limiti e figli della stessa Madre». (El pan 14, 141-154)

La forte insistenza della Madre Fondatrice su questa unione fraterna è in ordine alla santificazione reciproca e al compimento della missione che il Signore ci affida. «Tutti uniti nella carità e nell’amore fraterno si impegnino nella propria santificazione, cercando di essere luce per gli altri, e in tal modo potranno realizzare i fini per i quali il buon Gesù ha fatto nascere queste due Congregazioni». (El pan 14, 141-154)

 

Il Libro delle Usanze dei fam

"Queste due Congregazioni sono un tutt’uno, con lo stesso Titolare, con lo stesso programma di carità senza limiti e figli della stessa Madre. Formando una sola famiglia, si aiuteranno reciprocamente, si ameranno come veri fratelli, si tratteranno sempre con il massimo rispetto, sempre disposti a sacrificarsi gli uni per gli altri, e a lavorare insieme nell’esercizio della carità, occupandosi ciascuno delle proprie mansioni. Si aiuteranno vicendevolmente nella parte materiale e i beni delle due Congregazioni saranno tra loro in comune. Tutti uniti nella carità e nell’amore fraterno lavorino per la propria santificazione; cerchino di essere luce per gli altri; solo così raggiungeranno i fini per i quali il Buon Gesù ha fatto nascere queste due Congregazioni". (Cap XV Usanze fam)

È evidente il tenore di questo testo: non è esortativo, né sentimentale; contiene qualcosa di essenziale che coinvolge i vari aspetti della nostra vita di comunione; le affermazioni sono nette e categoriche. Si coglie subito che viene toccata la natura e la struttura della nostra vita consacrata.

In questo testo la Madre chiarifica la relazione tra le due Congregazioni: sono "una misma cosa", formano "una misma familia". Infatti hanno lo stesso carisma, la stessa missione, la stessa Madre Fondatrice. E poi tira le conseguenze: dunque sono "verdaderos hermanos" che vivono uniti e si aiutano, hanno i beni in comune, insieme si santificano e attuano la missione.

L’unione tra le due Congregazioni è presentata come un mezzo di santificazione, come un segno luminoso per gli uomini, come il modo per realizzare le finalità della famiglia religiosa. Questa unione è dunque un elemento costitutivo dell’identità, un elemento del disegno divino, cioè carismatico.

Ciò è confermato da altri testi dove la Madre afferma che questa unione è voluta espressamente dal Signore. (cf Verbali 12.01.1955; 02.01.1958; 02.01.1958; Exh. 23.04.1964; 22.06.1966)

Sono infine da ricordare le preghiere degli ultimi anni di vita della Madre: una buona parte di esse chiedono con insistenza l’unione tra i figli e le figlie, così come Gesù aveva pregato che i suoi fossero "una cosa sola" (Gv 17,21). "E al Buon Gesù chiedo di concedere a tutti i miei figli e a tutte le mie figlie la grazia di vivere sempre uniti a Lui, amandosi mutuamente in una carità fino al sacrificio ... con lo sguardo sempre fisso in Lui". (Reflex 20)

 

Una nuova forma di consacrazione religiosa

Siamo una "misma familia" perché abbiamo una stessa spiritualità. Scrive la Madre:

"Lo stato religioso è una forma di vita in comunità. In esso le anime chiamate ad una maggiore perfezione, oltre i precetti della Santa Chiesa nostra Madre, si impegnano a praticare per sempre i consigli evangelici mediante l’osservanza dei voti di obbedienza, castità e povertà. Questo è lo stato della vita consacrata. Ma il nostro stato di Figli e Ancelle dell’Amore Misericordioso deve essere stato di olocausto offerto a Dio e alla sua gloria.

Dobbiamo essere fedeli imitatori del buon Gesù, il quale, per amore dell’uomo miserabile, non badò ad alcuna sofferenza fino a morire nudo su una croce. Dobbiamo sforzarci di copiare e far risplendere in noi l’esempio del nostro divino Maestro, esempio di amore al prossimo, carità, abnegazione e sacrificio. Impegniamoci con la massima sollecitudine a riprodurre in noi le lezioni, (fino ad oggi da noi poco meditate) di umiltà, carità, mansuetudine, obbedienza, pazienza e abnegazione del nostro divino Maestro e, tutti uniti nella carità e nell’amore, gettiamo nell’abisso dell’oblio i nostri risentimenti, perdonando di cuore, e ricordandoci bene che il nostro distintivo è la carità. Ricordiamo con frequenza anche il motivo che spinse il buon Gesù, quando stava per morire, a manifestare all’uomo la sete che lo tormentava, pur sapendo che ciò gli avrebbe procurato nuove sofferenze. La causa fu che il suo cuore anelava soltanto a soffrire perché voleva che la Redenzione superasse la nostra malizia e, bevendo Egli l’amaro aceto dei nostri peccati, voleva donare a noi il vino soavissimo del suo preziosissimo Sangue". (El pan 15, 8-9)

"È parte integrante della nostra formazione il renderci capaci, secondo lo spirito della Madre Fondatrice, di vivere la realtà dell’unica Famiglia con la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso" - conclude il testo della Ratio fam. (Cf Cammino di Formazione, nn. 10-12)

 

La Congregazione dei fam

è nata quando la Congregazione delle Ancelle aveva già più di venti anni ed ha vissuto questi primi 60 anni di vita in un contesto di "famiglia", accolta e sostenuta dalle Consorelle che hanno profuso abbondantemente accoglienza, sostegno, esempio. La Madre stessa più volte ha potuto apprezzare il contributo enorme e la collaborazione che ha avuto dalle sue stesse figlie. Ugualmente la congregazione dei Figli avrebbe seria difficoltà a poter capire e pensare la propria vita fuori di questo contesto di unica famiglia.

Lo scorso 2 giugno è morta un’altra delle nostre consorelle, Suor Anna Mendiola, che tutti i fam hanno sempre visto, in cucina, accanto alla Madre e accanto alla nostra Congregazione. Aveva 91 anni; era venuta dalla Spagna in Italia con la Madre nel 1936; nel 1943 fu destinata alla nuova comunità presso il seminario di Todi; il 18 agosto 1951 venne a Collevalenza con la Madre, prima presso la casa parrocchiale poi nell’Istituto; nel 1958 fu trasferita per poco tempo alla comunità del seminario fam a Fermo; poi di nuovo a Collevalenza, fino alla morte. Ha accompagnato la Madre in tantissimi dei suoi viaggi da una casa all’altra della Congregazione. Ha avuto la possibilità di essere presente a molti fenomeni straordinari della Madre, come estasi, bilocazioni, esperienze mistiche della Passione di Gesù, ecc.

Ce ne sono due che mi sembrano significativi proprio ripensando al carisma di questa unica famiglia religiosa con due congregazioni.

Il primo è del 29 maggio 1951: la Madre, accompagnata dalla segretaria e da suor Anna, era in viaggio da Roma a Campobasso con Alfredo Di Penta che guidava la macchina. Erano partiti la mattina alle cinque; lungo il viaggio fecero sosta presso una Cappella di Carmelitane con l’intenzione di poter fare la santa Comunione; ebbero modo di ascoltare anche la santa Messa; ad un certo momento la Madre uscì di Cappella; quando suor Anna fu a cercarla la trovò in estasi; poi ripresero il cammino e di nuovo la Madre cadde in estasi in macchina; dal colloquio le due suore capirono che Gesù la invitava a fermarsi perché potessero fare colazione; si fermarono, scesero dalla macchina e la madre cominciò a dividere la pizza in cinque parti, mentre loro erano solo quattro; ognuno prese il suo pezzo … e ne restava uno per Gesù! ... si avvicinò un vecchietto chiedendo la carità per amore di Gesù Cristo … e la Madre gli dette il pezzo preparato!

Il secondo è del 16 dicembre 1951, il primo anno a Collevalenza, quando nel racconto scritto dalla Superiora Madre Gloria Alquézar hanno assistito allo "scambio di cuore" tra la Madre e Gesù e la Madre che diceva: "dammi presto il tuo, ma prima purificami per metterci il Tuo! Tu lo vedi quanto sono inutile, come rovino tutto, come non sono capace di aiutarti! Mi vedo come quella bambina che una mamma portava nella cesta insieme a tante cose e la bambina, volendo aiutare la mamma, si muoveva tanto da far cadere tutta la cesta! Tu infondi, Gesù mio, al padre Gino tanto amore per le anime e al padre Alfredo tanto amore per i figli! … io non Ti amo perché mi dai tante cose, né per timore a un castigo: io Ti amo perché sei il mio Amato …". Più tardi la Madre chiamò suor Anna e le confidò di sentirsi bruciata dal calore (era dicembre!) e di non poter resistere ai battiti del cuore; aveva l’impressione che le uscisse dalla bocca.

Due episodi che sintetizzano il carisma della nuova Unica Famiglia:

una vita vissuta con Gesù tutto il giorno, facendo tutto con Lui, anche un viaggio, anche la colazione e facendo TUTTO PER AMORE DI GESÙ CRISTO;

amare con il cuore stesso di Dio. Ripeterebbe ancora la Madre: "Dobbiamo essere fedeli imitatori del buon Gesù, il quale, per amore dell’uomo miserabile, non badò ad alcuna sofferenza fino a morire nudo su una croce. Dobbiamo sforzarci di copiare e far risplendere in noi l’esempio del nostro divino Maestro, esempio di amore al prossimo, carità, abnegazione e sacrificio.

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ultimo aggiornamento 13 luglio, 2011