Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...
"…dove li sta aspettando non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo,…" (El Pan 24,75)
Per ciascuno di noi è quasi inevitabile giudicare; cercare di circoscrivere entro confini definiti il mondo esterno e chi lo abita è, a volte, quasi una necessità, dettata dal voler in qualche modo contenere la paura che ci suscitano. È una difesa funzionale, anche se i risultati non potranno mai essere attendibili, data l’impresa sproporzionata alle nostre forze sia riguardo ai confini di tutta la realtà che ci circonda, sia riguardo alle potenzialità di ogni prossimo.
Altre volte giudicare è voler tenere gli altri a distanza, quasi sempre per delusioni o torti subiti, un po’meno spesso per puro orgoglio.
Comunque sia, è sempre un’esperienza di isolamento e di rinuncia all’amore, per questo è sconosciuta a Dio.
Egli,
Unico ad avere diritto di giudizio, non esercita questo potere, anzi,
travolto dall’amore,
sta aspettando. Questa attesa riferita a Dio ha il sapore di
un’attesa eterna; dell’attesa fedele e amorevole di un padre che non si
arrende di sperare che il figlio, per quanto traviato o perverso, prima o
poi, possa ritornare a casa e così può già vederlo mentre è ancora
lontano (cfr.Lc 15,20) perché non ha mai smesso di guardare l’orizzonte
per aspettarlo.
Nessun giudice ci attende; ma se proprio vogliamo giudicare, dobbiamo guardare noi stessi, perché accogliere la Misericordia, richiede di riconoscere tutte le proprie colpe: "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi." (1 Gv 1, 8)
Ricordando sempre che qualunque cosa possa rimproverarci il nostro cuore, " Dio è più grande del nostro cuore e conosce tutto". (1Gv 3, 20) e sta aspettando non per condannare o castigare, ma per farci partecipi della sua gioia. " Attingerete acqua con gioia, alle Sorgenti della salvezza" (Is.12,3)
Maria Antonietta Sansone
... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità.
Nel maggio del 1963 venni operato d’urgenza per appendicite acuta cancrenosa e rimasi in pericolo di vita per oltre un mese per peritonite da perforazione multipla del cieco. Mi sono raccomandato alle preghiere di Madre Speranza di Gesù.
La Madre promise ciò che avevo richiesto e mi invitò a bere l’Acqua del pozzo dell’Istituto di Collevalenza. Ciò che feci e continuo ancora a praticare con grande fede, perché subito ne sentii i benefici effetti. I bruciori all’addome si attenuarono fino a scomparire ed io sono, grazie a Dio, guarito.
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ultimo aggiornamento
13 luglio, 2011