P A S T O R A L E |
g i o v a n i l e |
p a s t o r a l e g i o v a n i l e |
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Sr. Erika di Gesù, eam |
Tutto per Amore
Carissimi,
non sono passati molti giorni, ma certamente ci mancate molto!
A mia memoria, è la prima volta che un gruppo di giovani, ad un campo estivo, va a riposare dopo pranzo!
La prima volta che posso andare a riposare per ultima, di notte, come fanno la mamma o il papà, dopo aver dato l’ultima occhiata ai figli che già dormono da un pezzo.
Ci sono dei riti, piccoli ma importanti, che rendono un’esperienza indimenticabile.
Il buongiorno con la musica (stavolta va bene tutto… anche le canzoni "di chiesa").
La colazione con la nutella.
I canti tormentone.
Il ritmo della preghiera.
La Messa quotidiana, soprattutto.
I giochi in cerchio.
Un paio di film fra il serio e il faceto, per riflettere senza annoiarsi troppo.
Abbiamo anche cercato di leggere il giornale, per non dimenticare il mondo…
C’è stato un rito, però, che ha dato senso ad ogni nostra giornata, quello che mia sorella Stellina (così chiamo affettuosamente sr. Stella) quasi ogni mattina ripete ormai da anni: fare il pane.
Il pane, sempre fresco, sempre sufficiente per sfamare tutti i pellegrini e noi, sue sorelle e fratelli… con la ricetta di Madre Speranza: mani esperte e occhi capaci di calcolare la quantità giusta di ciascun ingrediente!
Che miracolo, il pane: impasto il pane azzimo (che P. Alberto consacrerà in una delle Messe più belle!), i ragazzi pregano il Credo, il Rosario… fino a quando le mie mani formano una pasta compatta.
Acqua, farina e un pizzico di sale… per poi passare alla cottura.
È un pane semplice e bello!
Sì, costa fatica indovinare le dosi, dare una forma, non fare pasticci con acqua e farina. Eppure… passiamo un intero pomeriggio senza stancarci.
Mai sazi di vedere, toccare, assaggiare, respirare un’antica, sempre nuova fragranza.
L’acqua nella quale nasciamo, la farina per imparare ad essere dono e il sale per dare gusto alla vita diventano uno nel fuoco dell’Amore. Perché noi possiamo essere uno.
Anzi, noi siamo Uno, ormai.
Gesù chiama e noi gli corriamo incontro.
In Lui soltanto possiamo nascere, crescere, gustare la vita.
Gesù è l’acqua, la farina, il sale, il vento, il fuoco, l’Amore, il Pane!
Quanti pani avete impastato, ragazzi?
Quanti pani avete messo nel forno?
Anche la pizza bruciata è buona, se la facciamo insieme!
Stavolta è facile: vi fidate di noi. Vi lasciate guidare da cagnolini un po’ zoppi. Non vi scandalizzano le nostre fragilità. E noi siamo aiutati ad accogliere le vostre, a consolarvi e correggervi, ad amarvi con tutto il cuore, anche se per poco.
Non è questa, in fondo la misericordia?
Nessuno nasce imparato, si dice.
Tutti impariamo ad amare.
A fare il pane e ad esserlo, in fine. Come Gesù.
Impariamo a mettere le mani in pasta, contenti di spendere quei doni meravigliosi che il Padre ci ha dato, per il bene di tutti! Di tutti gli affamati della Terra.
Per conoscere la fame dei nostri fratelli, abbiamo visitato le comunità più vicine: le nostre suore anziane e malate, i ragazzi disabili al "Centro Speranza", i membri della "Casa Caritas" dell’Abbazia di Villa San Faustino…
Il mandato che avete ricevuto è stato sentire Gesù, Amore Misericordioso che vi chiama per nome e vi dichiara: "Ti amo!".
Nel lungo viaggio fino a Caltanissetta vi ha accompagnato, scritto su di una pannocchia legata alle altre. Per non dimenticare quello che è così difficile imparare: che siamo amati da Dio infinitamente. Misericordiosamente.
Ora siete lontani. Ma sono molte le mani che ci tengono uniti.
Quelle di Gesù.
Di Maria. Dei Santi, specialmente di quelli di cui portiamo il nome.
Qui al Santuario, due mani svelte, abituate a far tanti pani, vi aspettano sempre. Quelle della nostra cara Madre Speranza!
Sia Lei, uno dei chicchi di grano più esperti che conosca, a portarvi la nostra benedizione. A sigillare la vostra fronte con un piccolo segno di croce…
A nome di
Alberto, Alina, Alina, Lidia, Lucia e Stella
vi auguro salute e pace!
Erika di Gesù
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ultimo aggiornamento
08 settembre, 2011