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P. Alberto Bastoni fam

Una profezia per i nostri tempi:

Santa Teresa di Gesù Bambino e Madre Speranza,

due anime immerse nella misericordia di Dio

(seguito)

Un altro grande elemento che le accomuna è sicuramente la grande relazione di sentirsi abbandonate in Dio, di avere di Lui una grande e incommensurabile fiducia. Tutte e due hanno preso una decisione piccola, ma che sconvolse tutta la loro vita: decisero semplicemente di fidarsi di Dio. Nel nostro comune pensare chi si abbandona è visto quasi spontaneamente come un rinunciatario, uno che non sa custodire e difendere e salvare la propria personalità. E questo di per sé non è escluso dall’atteggiamento dell’abbandonarsi, a meno che l’abbandono non sia invece un affidarsi, lasciare che si occupi di me un altro, cioè Dio! Abbandono la mia vita, sapendo con piena fiducia che c’è un Padre che se ne occupa già! Nemmeno al Padre occorre dirle certe cose! Mi abbandono, Egli provvede.

Così scrive la Madre Speranza. " Figlie mie, quando mi trovo un po’ preoccupata perché non arrivo a pagare le opere, vado dal signore e gli dico: Signore ecco qui tutto quello che ho. Tu mi dici che debbo fare questo, quello e l’altro ancora…Io sono disposta a tutto, però se tu mi aiuti; perché se non intervieni Tu, io non sono capace di nulla."11 E Santa Teresina così scriveva: "Dio mio scelgo tutto. Non voglio essere una santa a metà, non ho paura di soffrire per Voi, temo una cosa sola, cioè di conservare la mia volontà, prendetela perché scelgo tutto quello che Voi volete".12

Alla scuola della misericordia compresero il senso della propria debolezza e dei propri limiti, erano coscienti dei grandi doni che avevano ricevuto dal Signore, ma sapevano anche della loro "miseria" e della loro condizione di piccole creature. Davvero forti le parole che Santa Teresina scrive nel suo "diario a questo proposito: "Ciò che piace al Signore è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà, è la speranza cieca che ho nella sua misericordia".13 E mi sembra di cogliere la stessa intensità quando Madre Speranza, sempre nel suo Diario, scrive: "Questa notte mi sono distratta e il Buon Gesù mi ha detto: ..Tu devi tenere molto presente che io sempre mi sono avvalso delle cose più inutili per fare le cose più grandi e magnifiche; e che a Balaam gli parlai per mezzo di un asino, quando avrei potuto farlo per mezzo di un angelo".14

Furono donne di grande ed intensa preghiera, un dialogo semplice ma filiale, un canale preferenziale, dove ricevere la grazia ed ottenere dal Signore tutti gli aiuti necessari per sostenere la loro vita e la loro missione. La preghiera, come intimo incontro con il buon Gesù, fu il loro strumento principale per restare unite alla volontà di Dio, pregando riuscirono a comunicare profondamente con Dio.

Attraverso la preghiera continua, la Madre Speranza e Santa Teresina, permisero di accogliere l’amore del Signore che non è altro che il dono della sua conoscenza. Esse offrirono al buon Gesù la lavagna pulita della loro anima sulla quale l’Amore Misericordioso disegnò i tratti indelebili ed incancellabili del suo volto. Santa Teresina scriveva nel suo Manoscritto:" Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo rivolto al cielo, insomma è qualche cosa di grande, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù."La Madre Speranza così esortava: "La preghiera è una pia elevazione dell’anima verso il proprio Dio, è una conversazione amorosa con Lui, è un esporre a Lui tutte le necessità e le grazie di cui si ha bisogno."15

Un ultimo elemento in comune, mi pare di coglierlo nell’amore fraterno e nella vita di comunità. Nel Carmelo di Lisieux, Teresina visse l’amore fraterno e le sue esigenze. Nel suo Manoscritto C, Teresa scrive come riuscì a comprendere il comandamento di Gesù di amare gli altri come Lui ci ha amato. Ciò la portò a sopportare i limiti delle altre sorelle, a non scandalizzarsi dei loro difetti, a giudicare ogni comportamento con comprensione e carità. Nei piccoli sforzi, servizi e sacrifici della vita fraterna in comunità, Teresa sperimentò e rese attuale il precetto dell’amore e della misericordia verso il proprio prossimo. Anche Madre Speranza era su questa linea. È nello stare insieme, nel vivere insieme, nell’essere unica famiglia, che si può fare esperienza tangibile dell’amore di Dio. È in una famiglia, che Dio ha inserito la sua storia di salvezza. L’Amore Misericordioso è un Padre, è un Dio vicino, un Dio che come una madre si preoccupa di educare, seguire e correggere i suoi figli; Dio accompagna la nostra vita: è un compagno di viaggio che talvolta ci appare silenzioso e lontano, ma che invece condivide con noi, i nostri momenti lieti e tristi della vita.

È talmente profondo il rapporto di comunione che Dio ha cercato con l’uomo, chel’esperienza "comunitaria" è quella che sembra meglio esprimere l’amore-dono che Dio Padre fa di sé all’uomo, quell’amore a cui l’apostolo Paolo ha dedicato un inno nella Prima Lettera ai Corinzi, quell’amore che è "paziente", è "benigno" e "tutto sopporta"16.Così scriveva Madre Speranza:"La carità, l’amore al nostro prossimo, figlie mie, è particolarmente importante; infatti è il secondo comandamento, dopo quello di amare il nostro Dio, al quale si riconduce tutta la legge divina (…) È volontà divina che amiamo il nostro prossimo in Dio e per Dio, come Dio ha amato noi. Siamo obbligate ad amare i nostri fratelli perché questo amore va inseparabilmente unito a quello di Dio; di più, Egli considera per sé l’amore dato al prossimo."17

Potremmo ancora continuare, ma mi pare che quello che abbiamo elencato, sono sicuramente i punti principali che hanno in comune Santa Teresina e Madre Speranza. Ma torniamo alle nostre domande iniziali, dove la Madre Speranza è andata oltre l’orizzonte di quanto descritto? Qual’era questa missione che doveva completare? Non ho la presunzione di sapere e di conoscere la portata e soprattutto la risposta a questa domanda; questo scritto è soltanto un tentativo, più o meno riuscito, di approfondire la grande "vocazione" ricevuta dalla Madre Speranza di annunciare al mondo l’amore Misericordioso di Dio, alla luce di quello che è stato scritto.

Ed inizio proprio da questo punto per provare a sviluppare una "risposta". Infatti, sappiamo che ogni epoca della storia ha un suo modo caratteristico di vivere la vita cristiana, che è condizionata dal tipo di società, da un modello culturale, da un "modus vivendi" proprio. Viviamo, sicuramente un tempo, dove Dio è stato estromesso dalla vita dell’uomo; tutti noi sappiamo che ormai i tempi contemporanei soffrono di un persistente indifferentismo religioso e di svariate forme di ateismo che portano l’uomo a non riconoscersi più in un progetto di salvezza e ad avere di Dio un immagine distorta, disordinata.

Confuso dalle prodigiose conquiste derivanti dallo sviluppo scientifico e soprattutto affascinato dalla più antica e sempre nuova tentazione, quella di voler diventare come Dio mediante l’uso di una libertà senza limiti, l’uomo ha tagliato le radici religiose che sono nel suo cuore: ha dimenticato Dio, lo ritiene senza significato per la propria vita, ed il relativismo e il nichilismo sono diventati gli assi portanti della propria esistenza.

Assistiamo indifferenti ad un evidente fenomeno di scristianizzazione che colpisce soprattutto i popoli cristiani europei, cresce l’ignoranza sulle verità più elementari della fede cristiana. La crisi etica e morale è palpabile, la gente non riesce più a distinguere tra norma morale oggettiva e soggettiva, per cui ogni comportamento privato è giudicato sempre buono se scelto liberamente dal soggetto o dall’individuo, anche se questo può intaccare la dignità e il rispetto della persona umana. Assistiamo ad un continuo attacco alla vita e alla struttura della famiglia; la solitudine di molti è un dato preoccupante,e sembrano ormai superati i valori fondamentali del decoro umano.

E arriviamo dunque alla nostra risposta. Qual’era la missione che Madre Speranza doveva, dunque, completare? Forse questa: quella di annunciare l’Amore Misericordioso in questo particolare momento della nostra storia, non quindi un annuncio nuovo, ma il rimettere in moto, nel cuore dell’uomo, una consapevolezza antica quanto lo è il vangelo, che Dio ti ama e ti ama di Amore Misericordioso, e se c’è una preferenza è per quell’uomo che si sente più miserabile e perduto.

Papa Giovanni Paolo II, il 22 novembre 1981 a Collevalenza presso il Santuario dell’Amore Misericordioso disse queste parole: "La mentalità contemporanea sembra opporsi al Dio di misericordia (DM n° 2); ma l’uomo ha intimamente bisogno di incontrarsi con la misericordia di Dio, oggi più che mai, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita e soprattutto per fare l’esperienza di quell’Amore Misericordioso che accoglie, vivifica e risuscita a vita nuova, dando così un senso all’esistenza umana."18

Così la Dives in Misericordia ci presentava la situazione dell’uomo moderno in una posizione di chiusura, di rifiuto rispetto all’esperienza della misericordia nella propria vita e nella nostra società. Per l’uomo di oggi, invece, il messaggio dell’Amore Misericordioso èveramente una nuova chiave di lettura che può permettere, non solo uno stile di vita radicato nella paternità e maternità di Dio, ma anche una piena realizzazione della persona che si vede totalmente inserita nella dinamica dell’amore di Dio.

Questo progetto di Dio lo possiamo scoprire in maniera determinante nelle parole di Giovanni Paolo II rivolte a tutta la famiglia dell’Amore Misericordioso: "Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazionesia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso l’oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro. L’uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto, è più amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre ed una tenera madre. Da questi brevi cenni risulta che la vostra vocazione sembra rivestire un carattere di viva attualità.19

Ed era quella viva attualità che a Cracovia ancora una volta, Il Santo Padre Giovanni Paolo II, ripeteva: "In questi tempi particolarmente segnati dal male e nei quali l’uomo mette se stesso al posto di Dio, il mondo ha bisogno di ascoltare con nuovo vigore il messaggio dell’amore misericordioso di Dio"20. Su questa linea anche l’Osservatore Romano si esprimeva in questo modo: "Bisogna far risuonare il messaggio dell’Amore Misericordioso con nuovo vigore. Il mondo ha bisogno di questo amore. E’ giunta l’ora in cui il messaggio della Divina Misericordia riversi nei cuori la speranza, e questa diventi scintilla di una nuova civiltà:della civiltà dell’amore…Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia poiché il mondo trovi pace e l’uomo felicità...Siate testimoni della misericordia".21

(segue)


11 Madre Speranza, Esortazioni 3 Luglio 1966, n° 863

12 Manoscritto

13 Manoscritto

14 Madre Speranza Diario 14 Maggio 1949

15 Madre Speranza, Le Mortificazioni anno 1955

16 1 Cor. 13,4-7

17 El Pan de nuestra casa

18 Enciclica Dives in Misericordia n° 2

19 Visita al Santuario dell’Amore Misericordioso 22 Novembre 1981

20 Visita Pastorale di giovanni Paolo II a Cracovia il 18 Agosto 2002

21 (L’Oss. R. n. 189, 17-18 p. 7).

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ultimo aggiornamento 18 ottobre, 2011