studi P. Alberto Bastoni fam
Una profezia per i nostri tempi:
Santa Teresa di Gesù Bambino e Madre Speranza,
due anime immerse nella misericordia di Dio
(seguito)
Nel Prologo delle Costituzioni della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso si legge: "Dio Amore Misericordioso, in questi tempi difficili e di lotta per la Chiesa, vuole benignamente elargire le ricchezze della sua misericordia e a questo fine fa nascere una Famiglia religiosa di Sacerdoti e Fratelli, chiamata "Figli dell’Amore Misericordioso", la quale realizzerà varie opere di carità con grande beneficio per l’umanità" .
E allora, non appare forse chiaro, che la missione che Madre Speranza doveva completare, era proprio quella di continuare ad accostare gli uomini alla sorgente della misericordia del Padre, in questi nostri tempi difficili? Non era forse quella di vivere una relazione nuova con Dio, una misericordia incarnata, sentire l’esigenza di riuscire ad armonizzare l’esperienza misericordiosa di Dio e l’esperienza della vita, essere dei contemplativi nella preghiera e nell’azione?
E la Chiesa ha proprio la missione di testimoniare l’Amore Misericordioso, questo è il cuore della nuova evangelizzazione: "La Chiesa vive una vita autentica, diceva il Santo Padre Giovanni Paolo II, quando professa e proclama la misericordia, il più stupendo attributo del Creatore e Redentore e quando accosta gli uomini alla fonte della misericordia del Salvatore di cui essa è depositaria e dispensatrice."22
Nei tempi di oggi è necessario riscoprire e prendere coscienza che Dio è nostro Padre, che è Amore Misericordioso, buono e premuroso, che ama stare con i suoi figli; essere stimolati a vivere questa meravigliosa realtà significa attingere alla sorgente di acqua viva, zampillante, eterna, che si chiama Amore Misericordioso. Dio vuole essere non soltanto Dio ma Padre e dire "Padre" significa raggiungere la ragione di una proprietà intima, poiché è manifestare che Dio ha generato e che quindi ha dei figli.
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui"23.Gesù ci ha svelato il vero volto di Dio, che è amore, e l’aspetto più toccante di questo amore è la misericordia. L’amore ha spinto il Padre a mandare il Figlio suo nel mondo; ed in tutto l’agire di Gesù noi tocchiamo questo amore sconfinato del Padre.
È un amore che va in cerca dell’uomo, un amore che aspetta sempre le sue creature, che va al di là di tutte le sue colpe, che perdona e che salva. Il saper ricominciare, sempre, ogni giorno, fidandosi dell’amore e del perdono di Dio, mettendo la propria disponibilità alla volontà di Dio, è l’atto più intelligente, più costruttivo che possiamo compiere. Perché allora tanta resistenza a lasciarsi raggiungere dalla grazia misericordiosa di Dio? Accettare di ricevere il perdono senza sentirsi umiliati o diminuiti: questa è la sfida di oggi; l’uomo rifiuta la misericordia proprio per evitare l’umiliazione, si chiude a questa esperienza che lo umilia e che gli toglie l’illusione della sua autonomia per metterlo nelle mani di un altro. Appare chiaro che colui che non si ama e non si perdona non potrà nemmeno amare e perdonare gli altri; accettare che Dio usi misericordia con noi significa trovare l’unica forma d’amore di se stessi capace di comprendere e accettare gli altri.
Quale gesto è più creativo, più liberante di quello che perdona o che usa misericordia? Significa urlare "Esisti, tu vali più del tuo errore o del tuo stesso crimine o peccato". Che fiducia nell’uomo, che fede nell’avvenire bisogna avere per uscire dal cerchio infernale della colpevolezza o della vendetta in cui tutti girano in tondo. Vivere questo messaggio di misericordia, significa avere questa fiducia, vuol dire credere nel progresso, nella conversione sempre possibile degli altri e di chi ci è vicino. Uno dei pericoli più temibili in fatto di relazioni umane è quello di inchiodare gli altri nel loro passato, nei loro sbagli o errori.
Il compito dell’uomo di oggi alla luce della misericordia è quello di fare l’inventario delle divisioni che lacerano attualmente la nostra umanità e di discernere dove lo Spirito lo chiama ad essere artefice della riconciliazione universale in Gesù Cristo; sicuramente il messaggio per la società attuale è che la misericordia deve essere e diventare un’avventura quotidiana, è solo con essa che si può riparare il fragile tessuto delle nostre relazioni umane e guarire quella società umana ammalata e confusa.
Che bella parola Amore Misericordioso! L’amore di Dio è misericordioso, non può essere altro, un Padre che ci ama in anticipo, e la nostra missione deve essere quella di testimoniare questo Padre a quanti sentono il bisogno di credere in un mondo nuovo, nel quale si possa riscoprire la civiltà dell’amore. Un Dio che non si è ancora stancato di amarci e che non si rassegna al nostro peccato: questo è l’Amore Misericordioso! Questo è quello che la Madre Speranza doveva completare e portare a compimento.
La Madre Speranza ci ha "rivelato" un Dio come lo vorremmo. Un Dio che è amore e misericordia; apparentemente non serve, non è utile, non frutta: però ci dà tutto, ci dà ciò che nessuna analisi scientifica, nessun progresso tecnologico e neppure lo sviluppo delle scienze umane potrà mai darci: sentirci amati singolarmente, uno per uno, in modo assoluto. Quando ci accorgiamo che Dio ci ama così, allora sentiamo che lo stare lontano da Lui e dagli altri per altre ragioni umane è perdere tempo, è perdere Dio stesso.
Ecco ancora più chiaro il completamento della missione della Madre Speranza: Dio è un Padre che pensa a noi, come se noi fossimo unici al mondo, ci ama e ci cerca, oserei dire che quasi mendica il nostro interesse verso di Lui, c’è quindi la scopertadi un carisma, di un dono che viene dall’alto, che ci rende simili al nostro creatore: Dio è un Padre misericordioso. Ci vuole un Padre per l’umanità di oggi sbandata e confusa, che soffre le più angosciose ribellioni: non c’è che Dio a vincere definitivamente i nostri limiti, le nostre paure, i nostri dubbi, non ci sono altre risposte definitive per la nostra vita, soltanto il suo amore è risolutivo. Credere in questo Dio Padre misericordioso: non un Dio già conosciuto, già raccontato, già predicato, ma un Dio che meraviglia sempre, un Dio che sbalordisce per il suo bisogno della compagnia dei figli, un Dio che aspetta sempre con pazienza e con ansia il proprio figlio prodigo.
L’unica paura che dovremmo avere, come figli, è quella di perdere un Dio così, è un Dio ancora da vivere fino in fondo perché incontrare questo Padre non vuol dire trovarsi davanti ad una conclusione, ma ad un principio, l’inizio di un cammino sempre nuovo, che ci chiede di uscire da noi stessi e dalle nostre sicurezze. È davvero consolante che Egli fino all’ultimo creda in noi e nella nostra debole e ferita natura umana, che possa fare progetti e sogni su di noi, che ci ricolmi di fiducia, riconoscendoci e sapendo quello che siamo, che non si è ancora "stressato" di amarci e che non si rassegna alle nostre risposte negative: questo è incredibile! Questo è il carisma dell’Amore Misericordioso!
Ecco il codice genetico del messaggio dell’Amore Misericordioso, ecco la profezia per questi nostri tempi: quello di far conoscere un Padre; un Padre che è felice se vede i figli contenti, che si sente vivo per i figli, che ripone la sua felicità nei figli che crescono, che cerca, con tutti i modi la maniera di confortarli, di aiutarli, che li segue, che anticipa le loro richieste, con amore instancabile, come se non riesca, addirittura, ad essere felice senza di loro. Il nostro Dio è un Dio "ricco di misericordia" che ripete all’uomo continuamente e da sempre: "Ti ho amato di amore eterno".24
Scrive ancora la Madre Speranza: "Dio insegue mendicando il nostro amore, pur dopo averci visto camminare per tutta una vita mossi solo dal turbinio delle passioni più vergognose! Anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, si, il suo sguardo da un’altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte."
Dio nell’amarci non si comporta come gli uomini che pongono condizioni; il Signore invece ama tutti con la stessa intensità e senza alcuna distinzione al punto che anche l’uomo più perverso, il più perduto, il più miserabile, è amato da Lui con tenerezza immensa. La ragione di questo amore è veramente inspiegabile. Il Signore ci ama non perché noi meritiamo qualcosa ma perché Lui è buono, ci ama perché lui è fedele, perché è l’Amore infinito. Tutto questo aspetto carismatico è talmente consolante che la Madre Speranza diceva: "Se alla fine della mia vita dovessi essere giudicata dal mio papà avrei paura! Non ho paura di essere giudicata da Dio: è un Padre così buono, comprensivo, misericordioso!".
Il Signore non finisce mai di pensare a noi, il suo amore veglia continuamente sulla nostra vita, Egli non si arrende non si stanca neanche quando siamo lontani da Lui, è sempre pronto a tendere la mano e rialzarci. Il crocifisso è la prova più eloquente di questo Amore Misericordioso, Dio infatti ci ha amati donandoci il suo Figlio che immolato sulla croce ha redento l’umanità. Madre Speranza ha fondato tutta la sua esistenza e tutte le sue opere su tale certezza carismatica e la sua forza e la sua grande fede nascono proprio da questo. Scriveva infatti: "Credo che per elevare il cuore a Dio non siano necessari tanti argomenti: ci può bastare la convinzione che Dio è nostro Padre…fra tutti i sentimenti, quello che può rimanere più a lungo nel cuore e nella mente, fino al punto di diventare un’idea fissa, è il poter chiamare Padre Dio stesso!".
Questo è il carisma dell’Amore Misericordioso: rivelare all’uomo di oggi il mistero del Padre e del suo amore per riscoprire la dignità di essere figli di Dio, da Lui amati e pensati da sempre. Tutta la vita della Madre Speranza non è stato altro che il compimento di questa precisa volontà di Dio da Lei percepita in un primo momento e successivamente messa in pratica fino all’ultimo istante della sua esistenza su questa terra.
Ecco la "nuova" missione di Madre Speranza di cui parlava Santa Teresina, ossia: "Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile come se Lui non potesse essere felice senza di loro; l’uomo il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un Padre ed una tenera Madre".
Siamo giunti alla conclusione di queste riflessioni. Madre Speranza e Santa Teresina sono davvero un grande segno profetico per i nostri tempi, tutte e due ci hanno manifestato l’immensità del cuore di Dio, si sono inserite nella corrente di misericordia che nasce senza sosta dal Cuore di Dio, queste due esistenze ci gridano che ciascuno di noi, nella sua vocazione specifica, deve vivere l’amore di Gesù.
A tutti noi, alle generazioni di oggi, all’uomo contempraneo, deve essere proposto con forza la vita e l’esistenza di questi due modelli da imitare, perché sicuramente Santa Teresina e Madre Speranza hanno scelto la "parte migliore" facendo della loro vita una donazione a Dio. Le nuove generazioni hanno bisogno di punti fermi e di riferimenti che vadano oltre quelli che offre la società di oggi.
Grazie a Santa Teresina e alla Madre Speranza, forse oggi è più chiaro che, il perdono di Dio ed il suo amore compassionevole verso l’uomo ed il suo agire sono il grande motivo conduttore della storia della nostra salvezza. Gli uomini peccano; Dio perdona, Dio usa misericordia, Dio cerca l’uomo: questa è la "novità" sconvolgente, questo è l’annuncio incredibile racchiuso nella "Buona Novella". Solo quando cominceremo a conoscere il Padre e il suo mistero di misericordia, solo quando incontreremo l’Amore Misericordioso, che è Dio stesso, sperimenteremo la gioia di percorrere una via sicura, dove il conoscere e vivere Dio significherà trovare la verità, e la verità ci renderà liberi, liberi veramente.
22 Enciclica Dives in Misericordia n° 13
23 Gv. 3,16-1724 Ger. 31,3
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ultimo aggiornamento
09 novembre, 2011