Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …
Coniugare il verbo "dare" per renderlo azione concreta, è sempre stato difficile tra gli esseri umani. Nella società attuale, però, quasi insegniamo ai bambini a evitarlo e considerarlo con sospetto perché riservato a gente ingenua o sprovveduta, se l’indice di intelligenza è ritenuto proporzionale al saper trarre il maggior profitto per sé. Nella cultura contemporanea c’è poco spazio, per espressioni quali "gratuità" o "dono di sé"; nella prassi quotidiana non vengono mai prese in considerazione, perché tutto ha un prezzo e può diventare semplicemente oggetto di commercio e di scambio. Senza altra logica.
Eppure l’essere umano è la sola creatura che realizza la propria felicità unicamente nel dono di sé; tutti ne facciamo un po’ esperienza quando, ad esempio, ci apriamo alla solidarietà.
È, quindi, doveroso e non solo urgente, per i cristiani di oggi, proporre al mondo, testimoniandola con la propria vita che attinge alla Sorgente, l’evangelizzazione dell’amore.
Come prima cosa, bisogna, però, avere ben presente quanto Madre Speranza dice riguardo all’inganno su cosa sia veramente l’amore: "il mondo abusa della parola amore perché si sbaglia chiamando amore il disordine, le passioni e la perversione. Non è questo l’amore!" (da El pan 5,84-85)
Per usare ancora la metafora del dover "scavare" per far emergere in noi il dono dell’"Acqua viva" già ricevuto nel Battesimo, diremo allora che l’amore non è "sentimento", né emozione piacevole, ma è atto della volontà e, come tale, aspetta la nostra libera scelta.
Un primo espediente per smettere di pensare solo a noi stessi e cominciare a voler amare, è quello di accorgerci della sofferenza altrui.
Il dolore è un’esperienza che prima o poi riguarda tutti. Avendo imparato dalla nostra sofferenza già sperimentata, accettata e accolta per amore di Dio, possiamo cominciare a guardare quella degli altri, ed esercitarci a consolare.
Quello che nelle grandi circostanze può essere semplice: muoverci alla solidarietà che dimentica le proprie esigenze quando qualcun altro ha molto più bisogno, può diventare possibile anche nella quotidianità. Guardare al dolore e alla croce dell’altro e " consolare", come lo Spirito "Consolatore", la Persona Amore, saprà ispirarci.
Maria Antonietta Sansone
Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te
Nel maggio del 1962 ebbi delle coliche fortissime e le radiografie evidenziarono due grossi calcoli nell’uretere sinistro. Le coliche tornavano ogni tanto, sempre dolorosissime. In quei giorni venne a farmi visita una mia amica, portandomi una piccolissima bottiglietta dell’Acqua del Santuario di Collevalenza. La misi sul comodino e per diversi giorni non mi venne in mente di prenderla.
Un giorno, stanca di questa sofferenza, bevvi l’acqua, che era si e no un piccolo sorso, e dissi al Signore con tutta l’anima "Fatemi fare questi calcoli senza dolore!". Due giorni dopo, con mio grande stupore, vidi che avevo emesso un calcolo grosso come un fagiolo e, dopo un’ora, anche l’altro calcolo grosso come il nocciolo di una ciliegia. Esattamente i due calcoli evidenziati dalla radiografia.
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ultimo aggiornamento
11 maggio, 2012