ottavo centenario della Consacrazione, e le reliquie di
santa Chiara sono arrivate da Assisi anche al mio paese.
Chiara, piena di luce, abitata dallo Spirito, compagna
di Chiesa, sorella, amica. Una storia di stupore, icona
di infanzia, donna di povertà, di profezia, la vergine
sposa pronta per le nozze con l’Agnello.
La contemplativa, amante di Dio, fragranza di Dio: "In
san Damiano la vergine Chiara si richiuse per amore
dello sposo celeste. Qui incarcerò il suo corpo per
tutta la vita, celandosi dalla tempesta del mondo".
Un altro passo dice così: "Ponendo il suo nido, come
colomba d’argento, nella cavità di questa roccia, generò
una schiera di vergini di Cristo, fondò un monastero
santo e diede inizio all’Ordine delle Donne Povere".
Umile, debole, e però forte di Dio, della forza
imprevedibile di un ostensorio che mette in fuga l’ira
rapace degli uomini, il saccheggio dei Saraceni.
Chiara, conpatrona di noi giornalisti, di quanti operano
nei mezzi di comunicazione televisiva. Lei, costretta a
letto, sofferente per non poter partecipare al Coro con
le altre Sorelle. Quel Natale, e si apre d’un tratto al
suo sguardo l’interno della Basilica di San Francesco,
così da poter udire "il giubilo dei frati che
salmeggiano", discernere il suono degli organi e
contemplare "il presepe del Signore".
Sì, è il bisogno, che abbiamo tutti, di vedere, ancora
oggi, quel presepe di novità, di salvezza, che faccia il
futuro di questo nostro tempo angosciato e feroce.