Festa del Santuario Mons. Domenico Cancian fam
Solo Dio può dirci che lui è Amore misericordioso
Omelia di Mons. Domenico Cancian f.a.m., vescovo di Città di Castello nella Festa dell’Amore misericordioso e della Madre Speranza
30 settembre 2012 - Collevalenza
L
o Spirito Santo che ha ispirato le parole ascoltate, ci doni di poterle comprendere e farle nostre in questa significativa circostanza, alla vigilia dell’Anno della fede. Ci conceda di superare il rischio di ritenere tutto già noto e scontato, senza renderci disponibili allo stupore, alla gratitudine e alla conversione.La festa dell’Amore misericordioso e della Madre Speranza, sua fedele Ancella, che speriamo la Chiesa beatifichi presto, siano per noi occasione di grazia e di vita nuova. Anche perché viviamo tempi di crisi e di grandi cambiamenti socio-ecclesiali e siamo chiamati a fare ognuno la nostra parte come uomini e come cristiani.
Le tre letture ascoltate (Os 11; 1Cor 13; Gv 13) ci svelano e descrivono il volto di Dio e dell’uomo.
Solo Dio può dirci che lui è Amore misericordioso, come ripeteva sorpresa e convinta Madre Speranza. Solo Lui ci assicura che ogni uomo, anche il più perverso, può diventare, se vuole, figlio e servo del suo Amore misericordioso.
In Ecco il messaggio delle tre letture.
Il profeta Osea ci rivela Dio Padre misericordioso e tenera Madre. Un Dio che ci genera e ci ama come figli. Ci offre tutte le attenzioni e le cure: ci nutre, ci abbraccia, ci insegna a camminare e ci accompagna con amore. Dinanzi ai nostri capricci, disobbedienze e distrazioni, Lui non si arrabbia né si offende come facciamo noi. Ha un’infinita pazienza e ci perdona, "freme di compassione per noi" e continua a volerci ancora più bene. La sua misericordia e più alta del cielo ed è eterna.
Nel Vangelo secondo Giovanni, il Figlio di Dio, Gesù, ci rivela in maniera impensabile e inequivocabile un Amore che lo spinge a lavare i piedi sporchi dell’uomo, a dare la sua vita in croce e a farsi pane per noi. Mentre è a cena con i suoi che lo stanno tradendo, rinnegando, abbandonando, Gesù si mette a lavare i loro piedi. Dio, ai piedi dell’uomo! Non dovrebbe essere l’uomo ai piedi di Dio? Ma Dio non ha bisogno del nostro servizio. Lui è Amore puro e completo. Ci chiede in cambio una cosa sola che riassume tutta la vita cristiana: "Se io, il Signore e il Maestro ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri". Il Vangelo di Gesù è tutto qui. E’ questo il suo comandamento che cambia il mondo.
L’inno alla Carità di Paolo non è l’inno all’amore come sentimento, come simpatia o solidarietà. E’ l’inno all’Amore di Dio, che è lo Spirito Santo effuso nei nostri cuori e che ci offre la possibilità concreta e reale di amare come ama Dio, come ha amato Gesù: in modo paziente, benevolo, umile … con una Carità che "tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta". Così l’uomo entra fin da subito nel mondo di Dio che è Amore misericordioso, pieno e definitivo.
Non ci resta che dire col salmista: "Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce le tue infermità; salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia!" (Sal 102).
Madre Speranza ha creduto fortemente in questo mistero di Amore e di misericordia. Si è coinvolta interamente con i suoi occhi luminosi (intensa contemplazione), con le sue mani operose (grande attività), con il suo cuore aperto a tutti (cuore di madre).
Per lei chiediamo al Signore il riconoscimento ecclesiale della beatificazione, magari in quest’Anno della fede. Lei infatti è avanzata "senz’indugio per la via della fede viva, la quale accende la speranza e si esprime nella carità" (Vaticano II).
Nella sua semplice e povera cameretta aveva una stampa sopra il suo scrittoio. Riproduce Gesù in piedi sulle acque del lago nel momento in cui prende per mano Pietro che sta affondando e grida aiuto, e gli dice: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?" (Mt 14,31). Questa pagina evangelica l’ha sicuramente ispirata nella sua lunga e sofferta esistenza. Lasciandosi prendere per mano da Gesù, ha fatto opere straordinarie.
Nel suo Testamento ha scritto che lascia in eredità come suoi preziosi beni "una fede viva, una speranza certa e una carità ardente". Queste virtù teologali sono il cuore della santità cristiana. Per poterle vivere anche noi, come Madre Speranza, chiediamo al buon Gesù che ci prenda per mano, che la nostra mente e il nostro cuore siano fissi in Lui e che ci anneghi nell’abisso del suo Amore e della sua Misericordia.
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ultimo aggiornamento
27 ottobre, 2012