la parola dei padri  
 

santa Caterina da Siena, vergine

Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena, vergine
(Cap. 13, libero adattamento; cfr. ed. I. Taurisano, Firenze, 1928, I, pp. 43-45)

"Il mondo è insensato perché ignora quello che Gesù ha fatto per salvarlo"

Santa Teresa di Lisieux (1873-1897)

"Ama Gesù, amalo tanto, ma per questo ama di più il suo sacrificio"

San Padre Pio di Pietralcina (1887-1968)

"Cristo è venuto per i peccatori e non per i giusti, dobbiamo fare come Lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita"

Edith Stein (1891–1942)

"Per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendersi di essere amato, ma amare per primo"

Chiara Lubich (1920 - 2008)

L’opera di evangelizzazione non è mai un semplice adattarsi alle culture, ma è sempre anche una purificazione, un taglio coraggioso che diviene maturazione e risanamento, un’apertura che consente di nascere a quella creatura nuova (2Cor 5,17; Gal 6,15) che è frutto dello Spirito Santo.

Papa Benedetto XVI

 

 

Dio, abisso di carità

 

 

Signore mio, volgi l’occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. Tu sarai glorificato assai più perdonando e dando la luce dell’intelletto a molti, che non ricevendo l’omaggio da una sola creatura miserabile, quale sono io, che tanto t’ho offeso e sono stata causa e strumento di tanti mali. Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, dovessi vedere nelle tenebre la Chiesa, tua Sposa diletta, che è nata per essere luce? Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l’uomo a tua immagine e somiglianza. Quale fu la ragione che tu ponessi l’uomo in tanta dignità? Certo l’amore inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l’avevi elevata. Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi. Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie. Ubbidì al comando che tu, Eterno Padre, gli desti quando lo rivestisti della nostra umanità. O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza, cioè alla condizione della nostra umanità? Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l’unione che hai stabilito fra te e l’uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell’umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l’amore. Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature.

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ultimo aggiornamento 26 ottobre, 2012