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Sr. Erika di Gesù, eam |
Storia di J., mistero d'autunno*
La letizia dei servi
*
continua dai numeri precedenti
Se si potesse entrare nell’intimo di un ragazzo come J., il suo cuore gli direbbe:
«In autunno, si sa, si ricomincia.
La luce tinge agli alberi le chiome.
Il vento ride e le scompiglia.
Così volano vorticosamente nei viali e in casa tante foglie!
Che capriccioso, il vento!
Ricomincia la scuola. Si riaccende la speranza che finalmente la ragazza carina del gruppo ti guardi come se ti vedesse per la prima volta e… stavolta le piaci!
Che il professore che ti ha preso di mira ti guardi come se ti vedesse per la prima volta… o magari l’ultima, dato che il prossimo anno non avrai occasioni per incontrarlo ancora. Quest’anno: maturità! Già lo senti il tormentone dei Prof: Studiate, ragazzi, studiate!
Ricomincia il gruppo "Amore Misericordioso". Ne hai fatta di strada con gli amici: ma a volte hai l’impressione di essere il solo ad averlo incontrato, il Signore.
Le armi della luce aiutano, certo, ma ultimamente hai in testa e nel cuore l’idea che per vincere la battaglia la fede non basti.
Ci vuole anche speranza e carità… e coraggio.
Mettere la vita nelle mani di Uno che non hai mai visto. Non è da pazzi una cosa del genere? Eppure ci pensi spesso, ultimamente.
Ci sono state cose che ti hanno turbato.
Il campo servizio con ragazzi che tutti, tu compreso, reputano più "sfortunati".
Quella settimana di convivenza con altri amici che insieme a te hanno provato ad accogliere povertà e sofferenze così difficili da comprendere…
A guardare senza paura, ad accarezzare con rispetto, ad abbracciare con amore, a "venerare" persone, che sembrano prigioniere mentre, forse, sono più libere di te di guardare, accarezzare, abbracciare; capaci di ringraziarti con un solo sorriso.
Il ritiro dei cresimandi, con i frati, in silenzio.
Ti ha turbato guardare con un po’ di vertigine i sassi che Francesco sceglieva per sentirsi anche fisicamente dentro le piaghe di Cristo.
Cristo, sua roccia.
Cristo, tua roccia.
Insieme alla catechista, guardavi incredulo quei ragazzi che, in un ambiente sobrio, senza i soliti divertimenti, senza TV… hanno ritrovato un po’ di pace.
E domenica quasi tutti sono venuti a Messa.
Lo sai, il servizio ti ha fatto crescere.
Mettere gli altri prima di te ti ha fatto provare la letizia dei servi… del Signore!
Lavare quei "piccoli", accompagnarli per un pezzo di strada, mangiare con loro, anche se lo stomaco non è abituato ti ha fatto sentire una gioia diversa da quella che viene venduta alla tua generazione, e non sempre a basso costo.
Osservare con tenerezza i cresimandi che lasciano con fatica le loro sicurezze, per pregare le lodi alle sette del mattino. E che alla fine non sono neppure tanto annoiati.
Mi pare, invece, che tanti tuoi amici sono depressi, spaventati dalla fragilità che li attanaglia dentro e fuori di sé!
Sì, la musica alle orecchie ti stordisce ancora: ti solleva dall’ansia di non riuscire a portarla, tanta sofferenza. In fondo sei giovane e "devi" fare così.
Cerchi emozioni forti, che ti facciano provare il brivido della morte, senza subirne alcun danno.
Non serve fare le corse in moto, basta andare al cinema e vedere film d’azione e thriller come I Mercenari 2, Shark in 3D o The Bourne Legacy…
Il bello è che ti diverti perché sono di effetto; alcuni valori ci sono e li riconosci, ma non cresci poi tanto.
Ti uniformi alla moda corrente, che per farti sentire vivo, ti addormenta la coscienza, ti uccide l’anima.
L’Amore di Gesù ti ha fatto crescere.
Quell’Amore per cui ti sei sporcato le mani, cambiando i pannoloni di ragazzi che hanno la tua età, ma sono incontinenti.
Quello dove una bimba piange e non puoi fare nulla, se non starle accanto ed asciugare le sue lacrime.
Quello in cui uno sguardo ti fa male, perché intuisci che non potrai mai andare oltre il velo che lo copre costantemente.
Questo è l’Amore di Gesù. Un amore che puoi toccare, come la roccia di Francesco.
Un amore che ha "peso", ma non ti schiaccia.
Un amore che costa, ma ti dona gioia e vita.
Sei nella strada giusta, ormai.
Si tratta di percorrere il sentiero fino alla fine.
Il tuo cuore – e me ne intendo – è un abisso, mio caro!
Quante volte sei confuso: che pesci prendere?
Marta o…? Non lo sai nemmeno tu.
Hai paura di metterti insieme ad una ragazza che forse non se la sente di vivere con te un amore grande come quello di Gesù!
Che figura fa con le sue amiche se deve dire che "certe cose" con te non si fanno!
E tu, che figura fai?
Non preoccuparti! Non sentirti in colpa se non sei come gli altri.
In realtà, nel loro cuore, gli altri vorrebbero tanto essere come te.
Servi lieti nel Signore.
Puoi essere paladino di tante buone battaglie e di tante vittorie, ragazzo mio!
Non tirarti indietro.
Non vorrai mica essere ricordato nel libro dei codardi?».
Ti saluta il cuore tuo, Jesús…
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ultimo aggiornamento
26 ottobre, 2012