"…il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua Misericordia … non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Eh, il problema è che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono…" Il Santuario dell’Amore Misericordioso saluta e ringrazia Papa Francesco per il suo messaggio sulla infinita misericordia, pazienza e tenerezza di Dio. In queste parole pronunciate dal Papa Jorge Mario Bergoglio con delle tonalità argentine e con un linguaggio "itagnolo" ci sembra di percepire lo stesso spirito della nostra Madre, la Venerabile Madre Speranza.
È un Papa che ha iniziato il suo pontificato all’insegna della semplicità. Papa Francesco, il primo pontefice gesuita, ha scelto subito di ispirarsi a San Francesco, per eccellenza il santo dei poveri. Nato 76 anni fa a Buenos Aires in una famiglia umile di origini piemontesi è il quarto dei cinque figli di Mario José, funzionario delle ferrovie e di Regina Maria Sivori, una casalinga con discendenze piemontesi e genovesi. Diventato pontefice a 76 anni, il 13 marzo 2013, ha subito colpito il cuore dei fedeli.
Papa Francesco ci ha regalato due settimane di gesti e parole. Ha parlato ai cardinali, al corpo diplomatico, ai giornalisti, ai membri delle confessioni religiose. Ha anche celebrato Messa in parrocchia e ha rivolto il saluto al mondo dalla finestra dell’Angelus. La Domenica delle Palme si è rivolto ai giovani e ci lasciato questa perla: "Non lasciatevi rubare la speranza, per favore, non lasciatevi mai rubare la speranza. Portate la "gioia" di Cristo "in tutto il mondo, fino alle periferie".
Unendo la semplicità francescana all’austerità gesuitica, Papa Jorge Mario Bergoglio vuole edificare la Chiesa sulle solide fondamenta teologiche gettate da Benedetto XVI, che non manca mai di citare con venerazione. Papa Francesco ha scelto una radicale sobrietà negli abiti e nei paramenti e un’immediatezza dirompente nelle relazioni con il popolo; si è definito "Vescovo di Roma" a sottolineare la collegialità con gli altri Vescovi e la sua vicinanza alle Chiese orientali; ha portato nella Città Eterna la sua esperienza nelle periferie di Buenos Aires, arricchendo con la sua carica umana e la sua "anima latina" il ministero di Pietro.
"Povertà", "misericordia", "tenerezza" "speranza": a giudicare dai primi giorni di pontificato, questi quattro termini via via caratterizzeranno la Chiesa di Papa Francesco, che nella santa Messa, per l’inizio del suo ministero petrino, celebrata nella Solennità di San Giuseppe, ha delineato come i tratti della sua missione.
Il Papa, come Giuseppe, deve essere "custode" della Chiesa, aver cura di tutti, invitare i fedeli a custodire i loro sentimenti e il loro cuore, perché se Dio non si stanca di usarci misericordia, spesso siamo noi a stancarci di chiedergli perdono; custodire il Creato perché, secondo l’esempio di San Francesco, possiamo vivere sobriamente e in pace.
Dopo un Papa, che si colloca tra i più grandi teologi di tutti i tempi, che si è spogliato di ogni potere nella Chiesa per vivere in totale affidamento a Cristo, viene un pastore semplice, che parla anche ai lontani e di certo interroga le coscienze di tutti; un Papa che chiede preghiere e si inchina per pregare con il suo popolo e lo invita alla tenerezza, mostrandosi insieme altamente spirituale e profondamente umano; un Papa che parla di "Chiesa povera" ma la mette al tempo stesso al riparo dalla tentazione di divenire un’organizzazione assistenziale, esortandola a mettere al centro Cristo, la meta verso cui il Popolo di Dio deve camminare.
Tuttavia, ciò che più colpisce e commuove, soprattutto in contrapposizione alle logiche "mondane" e politiche, che noi siamo abituati ad applicare indebitamente alla Chiesa, è stata la capacità sorprendente dei cardinali di leggere i segni dei tempi e di scegliere, con l’assistenza dello Spirito Santo, un Papa secondo il cuore di Cristo, come avevamo chiesto al Signore nella Novena all’Amore Misericordioso fatta prima della sua elezione; un Papa adatto a portare, in maniera sempre nuova, il Vangelo agli uomini di ogni tempo, non servendo altri che il Signore crocifisso e risorto: "Quando camminiamo senza la Croce, diceva Papa Francesco nella sua prima omelia davanti ai Cardinali, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore".
Una serie di pensieri ripetuti nei discorsi e nelle omelie di questi primi giorni di Pontificato:
"…il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza!
Ci farà bene pensare in questa Settimana Santa, ha affermato papa Francesco, alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati. Quanta pazienza ha Lui con noi! Facciamo tante cose, ma Lui è paziente, ha sottolineato il nuovo Pontefice. Il Signore, ha detto ancora citando la parabola del "Figliol prodigo", è paziente come quel padre che il Vangelo dice che ha visto il figlio da lontano, quel figlio che se n’era andato con tutti i soldi della sua eredità. E perché, si è chiesto il Papa, l’ha visto da lontano? Perché tutti i giorni andava in alto a guardare se il figlio tornava. Questa, ha ripetuto Papa Francesco, è la pazienza di Dio, questa è la pazienza di Gesù. (Omelia Messa del 25/03/2013).
La madre Speranza nel suo diario il giorno 19 Dicembre del 1953 scriveva: "Ogni giorno di più mi confonde la pazienza, l’amore e la carità del nostro buon Padre […]"
Ecco il codice genetico del messaggio dell’Amore Misericordioso, ecco la profezia per questi nostri tempi: quello di far conoscere un Padre; un Padre che cerca, con tutti i modi la maniera di confortare i propri figli, di aiutarli, che li segue, che anticipa le loro richieste, con amore instancabile, come se non riuscisse, addirittura, ad essere felice senza di loro. Il nostro Dio è un Dio "ricco di misericordia" che ripete all’uomo continuamente e da sempre: "Ti ho amato di amore eterno". (Ger. 31,3)
Grazie Papa Francesco, perché forse ci hai indicato la vera via della nuova evangelizzazione: quella di annunciare l’Amore Misericordioso in questo particolare momento del nostro tempo, il risvegliare nel nostro cuore un annuncio antico quanto lo è il vangelo: Dio ci ama e ci ama in modo misericordioso, e se c’è una preferenza è per quell’uomo che si sente più miserabile, peccatore e perduto.
La Redazione della Rivista "L’Amore Misericordioso"
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ultimo aggiornamento
13 aprile, 2013