studi P. Gabriele Rossi fam
Madre Speranza di Gesù
Questa serie di articoli per evidenziare, in un modo assolutamente essenziale e schematico, quanto di più esemplare e di più importante Madre Speranza ha vissuto e ha realizzato. Vengono offerti brevi spunti di riflessione, tratti soprattutto dai suoi insegnamenti scritti e orali e dalle diverse testimonianze del processo di canonizzazione.
7. La preghiera e l’amore verso il Signore
«Il primo è:"Amerai il Signore Dio tuo
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente
e con tutta la tua forza"» (Mc 12,29-30)
L’amore di Madre Speranza per il Signore è stato assolutamente profondo e totalizzante: un amore che, con il tempo, si è fatto sempre più concreto e operativo; e che, in linea con il Vangelo, ha acquisito le migliori connotazioni filiali e materne, amicali e sponsali (cf. Mt 12,49-50; 25,6).
Il fondamento di tutto ciò è da ricercare: nell’azione interiore della grazia, da lei assecondata in modo docile e generoso; e nella singolare conoscenza del Signore Gesù, da lei raggiunta per mezzo delle innumerevoli estasi. Il contatto così diretto e prolungato con il Signore, infatti, le ha permesso di scoprire meglio: sia le perfezioni di Colui che è infinitamente amabile; sia le brutture di una condizione umana che è profondamente decaduta.
Madre Speranza ha espresso il suo amore verso il Signore per mezzo di una costante ricerca orante e di una regolare pratica sacramentale. La sua preghiera personale, fatta più di affetti che di parole, la accompagnava di fatto giorno e notte, nel desiderio di rimanere sempre unita al suo Amato. A ciò si aggiunga poi la Confessione settimanale con il suo Direttore spirituale e la Comunione quotidiana, vero centro di tutta la sua giornata.
Madre Speranza ha congiunto il suo amore verso il Signore con un grande spirito di sacrificio e di abnegazione, arrivando così a produrre un affetto non solo ardente e appassionato, ma anche crocifisso e immolato. L’amore vero infatti – essendo simile al fuoco che brucia e che consuma – impone sempre che si vada più in là degli aspetti semplicemente gratificanti.
Ma la ricchezza e la bellezza di tutto questo discorso può essere compresa appieno solo alla luce di alcuni fenomeni mistici straordinari che Madre Speranza ha potuto sperimentare negli anni della sua piena maturazione umana e spirituale (anni 1950-1955), quali appunto: gli incendi d’amore sponsale per il Signore; e lo scambio del cuore con il Signore.
7a. La ricerca orante del Signore
«Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5)
Madre Speranza ha vissuto il suo rapporto personale con il Signore innanzitutto attraverso una vita di pietà e di grazia molto intensa. Secondo il suo stesso insegnamento, la preghiera umile e costante serve in particolare ad ottenere dal Signore tutti gli aiuti necessari per sostenere la lotta ascetica di ogni giorno e per realizzare una graduale trasformazione mistica nel modo di essere e di operare.
«La preghiera è una pia elevazione dell’anima verso il proprio Dio; è una conversazione amorosa con Lui; è un esporre a Lui tutte le necessità e le grazie di cui si ha bisogno per camminare nella perfezione e per lavorare nell’esercizio della carità solamente per la sua gloria. La frase "elevazione dell’anima a Dio" indica lo sforzo che facciamo nella preghiera per distaccarci dalle creature e da noi stessi e pensare solo al nostro Dio il quale per altro si incontra nel più intimo della nostra anima. Ed è proprio lì che l’anima stabilisce quel soave ed intimo colloquio con Lui e Gli espone tutte le proprie necessità; ed Egli risponde a tali richieste nella misura in cui sono indirizzate alla Sua maggior gloria. Ricorriamo dunque alla preghiera pieni fede, di umiltà e di confidenza...».1
«La necessità della preghiera risiede nel fatto che (tutti noi) possediamo molti nemici sia del corpo che dell’anima; ed essa è precisamente il canale per il quale ci giungono le forze per la battaglia, perché il nostro Dio ha disposto di concederci le sue grazie proprio attraverso l’orazione. Così, un Religioso senza preghiera è come un soldato senza armi nel bel mezzo di una guerra». 2
«Misurate bene il tempo, Figli miei, se non volete un giorno arrivare a dire, pieni di amarezza: "Dio mio, la mia abnegazione mi ha rovinato. La mia inclinazione naturale mi ha portato a darmi per completo agli altri, a discapito dell’orazione. Mi sono compiaciuto per il successo apparente del mio lavoro esteriore, il quale invece mi ha ingannato sempre più nel mio lavoro interiore e mi ha lanciato nel precipizio. E così il mio apostolato non è stato secondo il desiderio del Signore: si è indebolita la mia fede; sono venute meno le energie; e si sono moltiplicate le mancanze, a discapito della carità e delle anime che mi circondano"». 3
«La preghiera raccoglie tutte le nostre facoltà per unirle al nostro Dio: la ragione, assorbendola nel pensiero delle cose divine; la volontà, indirizzandola verso la gloria di Dio e il bene delle anime; e il cuore, gettandolo nel seno del Cuore stesso di Dio, dove assimila continuamente affetti santificanti... Nella preghiera l’anima si trasforma gradualmente in Dio: infatti, quando gli presentiamo le nostre suppliche con fidente rispetto, Egli si inclina verso di noi e ci concede le sue grazie santificanti le quali producono in noi una felice trasformazione». 4
«Fa’, Gesù mio, che io viva sempre unita a Te; e che la mia anima sia sempre docile alle tue divine ispirazioni; e che, aiutata da Te, io possa arrivare a copiare in me le tue virtù e a vedermi liberata dagli ostacoli che ancora si frappongono alla mia unione con Te. Voglio, Gesù mio, che Tu e solo Tu sia il movente principale di tutta la mia vita; e che Tu sia per me tutto e tutte le mie cose». 5
7b. L’amore ardente verso il Signore
«Io sono venuto a portare il fuoco sulla terra:
e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49)
Madre Speranza ha inoltre vissuto il suo rapporto personale con il Signore per mezzo di un amore quanto mai concreto, esigente e coinvolgente. Si è trattato di un sentimento: che è divampato in lei per l’azione interiore della grazia; che si è conformato sempre più all’amore stesso del Signore Gesù; e che, per questo, si è mostrato non solo ardente e appassionato, ma anche
crocifisso e immolato.«Questa notte mi sono distratta e il Buon Gesù si è dimostrato tanto Padre, come sempre. E mi ha detto di nuovo che il suo desiderio è che io non aspiri ad altra cosa che non sia amare e soffrire per Lui; e che per ottenere questo, Egli mi farà gustare in modo più ampio e profondo le dolcezze del suo Amore». 6
«Aiutata dal Buon Gesù e per Lui, io debbo vivere soffrendo e morire amando, consumata nel fuoco dell’amore... Gesù mio, io so che il mio povero cuore non arriverà mai ad amarti come Tu meriti essere amato. Però io ardo nel desiderio di volerti bene e di comunicarmi con Te, affinché Tu ti comunichi con me... Fa’, Gesù mio, che il mio cuore arda nel tuo amore; e che questo non sia per me un semplice affetto passeggero, ma un affetto generoso che mi conduca fino al più grande sacrificio di me stessa e alla rinuncia della mia volontà per fare soltanto la tua... Accendi, Gesù mio, nel mio cuore il fuoco del tuo amore; e così potrò accettare con gioia la tua divina volontà, per molto difficile che essa sia». 7
«Gesù mio, tu mi insegni che la sofferenza accende la fiamma del tuo amore e che il tuo amore non si manifesta senza la sofferenza. E Tu, Dio mio, me la fai scarseggiare? Per quale ragione? Sicuramente perché tante volte ho ricevuto un dono così grande con poco gradimento. Perdonami, Gesù mio, ancora una volta; e non darmi più consolazioni, ma sofferenze, persecuzioni e tribolazioni. Fa’ che io ami fortemente la croce e che senza di essa non possa vivere felice, fino a quando la morte venga a unirmi con Te per tutta l’eternità». 8
«Figlie mie, sforziamoci di amare Gesù con ferventissimo amore. Parliamo molto di Lui e così il nostro cuore si andrà innamorando ogni giorno di più. L’anima che lo ama è felice, lo incontra da ogni parte e gode di Lui continuamente. Essa si è resa perfettamente conto che per trattare con Lui non ha bisogno di muovere un passo, dato che Lui dimora e vive dentro di lei. E così la si ode ripetere con frequenza che lo ama profondamente e che desidera si spezzino presto i legami di questo misero corpo per contemplarlo faccia a faccia nell’eternità». 9
«Figlie mie, non è forse vero ciò che vi ho ripetuto migliaia di volte: che l’amore si alimenta di sacrificio e che amando è dolce il patire? Si, Figlie mie, Gesù è amore: e l’amore è fuoco che consuma. In effetti, come il fuoco se non brucia e non scotta non è vero fuoco, così anche l’amore se non soffre e non si sacrifica non è vero amore. Pertanto, chi possiede l’amore di Gesù, non può godere di quiete e di comodità, ma è sempre disposto al sacrificio, senza mai stancarsi e senza venire meno. E siccome ogni giorno scopre nel suo Amato nuove bellezze e nuovi incanti, in ogni istante desidera sacrificarsi e morire per Lui». 10
7c. L’unione mistica con il Signore
«Così dice il Signore Dio: "Vi darò un cuore nuovo;
metterò dentro di voi uno spirito nuovo"» (Ez 36,26)
Ma il rapporto personale di Madre Speranza con il Signore (insieme con le relative espressioni di amore ardente ed immolato) può essere compreso solo alla luce di alcuni fenomeni mistici straordinari che lei ha potuto sperimentare nella sua piena maturità. In particolare: l’incendio d’amore, sentito più volte a contatto diretto con il Signore; e lo scambio del cuore, verificatosi nell’anno 1952.
«Gesù mi ripete le cose di sempre: che Lui mi ama tanto, tanto; e che desidera che io rimanga unita a Lui... Gesù ci cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di noi. E io mi sento ferita dal suo amore, tanto che il mio povero cuore non resiste più alle sue dolci e soavi carezze; e la brace del suo amore mi brucia, fino al punto di credere che non ce la faccio più». 11
«Questa notte il Buon Gesù ha fatto con me una vera pazzia d’amore... Che Padre! Che Amico! Che Sposo! Egli ha cosparso il mio spirito con il balsamo soavissimo dell’amore, chiamato da Lui "il balsamo del dolore e del sacrificio"... È un aroma delicato che fa uscire di colpo l’anima da se stessa per entrare nel suo Amato; una fragranza che fa sgorgare dal cuore espressioni affettuose per Lui; un profumo che solo Lui sa preparare e che lascia l’anima così unita a Lui, che non ci si rende più conto di ciò che accade attorno; un balsamo che produce nell’ anima una fame e una sete del proprio Dio, che – come una cerva assetata – essa corre alla fonte dell’Amore. E al profumo, ha aggiunto anche queste parole: "Tu devi essere tutta per Me, come Io sono tutto per te...". Quale cuore può resistere a tutte queste finezze, senza infiammarsi d’amore per il proprio Dio? Io mi sento oggi così profondamente ferita, che mi pare di non poter sopportare la violenza di questo fuoco, né di continuare a scrivere ciò che sento nell’anima mia». 12
«Padre mio, io debbo dirle con pena che – nonostante il mio desiderio di dare gusto al Buon Gesù – nel momento della prova mi dimentico che è proprio nel dolore dove debbo unirmi ancor più al mio Dio. E mi dimentico che conformare la mia volontà con la sua significa – come dice Lui – realizzare uno scambio di cuori: accettare cioè i suoi giudizi come norma per i miei criteri; e le sue prove come regola per i miei voleri. Come lo potrò conseguire, Gesù mio?». 13
«(Da qualche tempo) la Madre pregava il Signore che avesse scambiato con lei il suo Cuore. Dopo molto pregare, il Signore accondiscese allo scambio. La Madre allora prese ad avere un respiro affannoso, senza la possibilità di alzarsi dal letto. Cosicché dopo un giorno pregò il Signore che si fosse ripreso il suo Cuore grande e gli avesse ridato il suo cuore piccolo...». 14
«Gesù mio, oggi posso dirti che mi sento molto felice al sentirti dire che già ho acquisito la disposizione che Tu tanto mi chiedevi, o – per meglio dire – che Tu hai infuso in me: che la mia mente e il mio cuore stiano fissi in Te; e che niente e nessuno mi distolgano da Te. Se soffro, soffro con Te; se gioisco, gioisco con Te; e tutti i miei affetti e le mie aspirazioni, tutto il mio essere e la mia persona, tutto l’ho donato a Te; e fuori di Te nulla è grande o attrattivo per me!». 15
1 MADRE SPERANZA ALHAMA, Le mortificazioni, anno 1955 (n. 164-165; 167).
2 MADRE SPERANZA ALHAMA, Libro delle Usanze per i FAM, anno 1954, parte 2,7.
3 MADRE SPERANZA ALHAMA, Libro delle Usanze per i FAM, anno 1954, parte 1,5.
4 MADRE SPERANZA ALHAMA, Le mortificazioni, anno 1955 (n. 169-170).
5 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 16 febbraio 1940 (n. 595).
6 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 23 gennaio 1928 (n. 9).
7 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 1 febbraio 1940 (n. 585; 587-589).
8 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 19 novembre 1941 (n. 687-688).
9 MADRE SPERANZA ALHAMA, Consigli pratici, anno 1941 (n. 39).
10 MADRE SPERANZA ALHAMA, Consigli pratici, anno 1941 (n. 44-45).
11 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 2 marzo 1952 (n. 1156-1157).
12 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 7 marzo 1952 (n. 1177-1179).
13 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 23 marzo 1952 (n. 1245).
14 SUOR ANNA MENDIOLA, Testimonianza processuale.
15 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 4 aprile 1952 (n. 1270).
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ultimo aggiornamento
13 aprile, 2013