spazio di credenti e di non credenti, ecco il
Cortile dei Gentili.
L’idea di un varco nella cultura contemporanea,
un confronto con le questioni impellenti, i
valori irrinunciabili, gli scenari e le agonie
di oggi.
Laici e credenti in relazione, senza
preconcetti, senza astuzie, in situazione di
assoluto rispetto e di dialogo, senza
presunzione di verità. Amanti di significato, di
senso, consapevoli che l’uomo ha bisogno di
risposte superiori alle sue stesse domande.
Senza quel muro invalicabile che separava gli
Ebrei dai Gentili e che è stato abbattuto da
Cristo. E però un muro che è sempre da
abbattere. La resistenza delle religioni, delle
ideologie, quella frattura di fede e cultura che
Paolo VI denunziava come "il dramma della
nostra epoca".
Vicinissimo a noi il Concilio, la stagione dei
tempi nuovi, la Gaudium et spes, il dialogo
definitivo con il mondo: "La Chiesa cammina
insieme con l’umanità tutta e sperimenta insieme
al mondo la medesima sorte terrena... nulla vi è
di genuinamente umano che non trovi eco nel
cuore della Chiesa...".
È il passaggio da talune categorie di chiusura,
da meccaniche di condanna, a ricerche di
incontro. Dalla paura dell’assedio all’apertura,
al confronto con la modernità.
Una Chiesa che sogna di uscire dalle mura e di
stare sulla piazza, capace di lasciarsi
provocare dalle difficoltà, dalle accuse,
dall’oggi in cui si decide il domani della
storia. Capace di alzare tende di accoglienza,
di ascolto, di rispetto, promuovendo, con tutti,
quelle ragioni del pensiero che chiede una
risposta alle sue inesauste domande di
trascendenza.