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P. Gabriele Rossi fam

Madre Speranza di Gesù

 

Questa serie di articoli per evidenziare, in un modo assolutamente essenziale e schematico, quanto di più esemplare e di più importante Madre Speranza ha vissuto e ha realizzato. Vengono offerti brevi spunti di riflessione, tratti soprattutto dai suoi insegnamenti scritti e orali e dalle diverse testimonianze del processo di canonizzazione.

 

 

9. La maternità e la carità verso tutti

«Come una madre nutre e ha cura dei propri figli,

così siamo stati amorevoli in mezzo a voi» (1 Ts 2,7)

  1. L’amore per il prossimo, se da una parte include i propri nemici, dall’altra non esclude affatto tutte le altre persone con cui si viene normalmente a contatto. E nel caso di Madre Speranza, questa carità quotidiana ha acquistato le connotazioni di una vera e propria maternità spirituale.

  2. Un simile atteggiamento si è riversato in primo luogo su tutti i membri interni delle due Congregazioni da lei fondate. E ciò non solo per mezzo del frequente intercalare "Figlia mia" o "Figlio mio", ma soprattutto con una presenza premurosa ed esigente che era capace: di capire la situazione e il problema di ciascuno; di correggere o di incoraggiare, secondo i casi; di trasfondere nel cuore le migliori aspirazioni spirituali ed apostoliche; e di dare serenità e sicurezza sia a livello individuale che a livello collettivo.

  3. La sua maternità spirituale si è riversata inoltre su tutte le altre persone con le quali è venuta ordinariamente a contatto nel corso degli anni (piccoli e grandi, assistiti e benefattori, operai e imprenditori...), ottenendo generalmente da loro un profondo rispetto e una sincera ammirazione.

  4. Ma una categoria di persone che va sicuramente evidenziata è quella dei numerosi pellegrini che, dal 1960 in poi, hanno potuto incontrarsi personalmente con lei presso il Santuario di Collevalenza, per esporle problemi e sofferenze di ogni tipo. Le cose che ascoltava in confidenza, le custodiva nel cuore e le traduceva poi in preghiera insistente e personalizzata, perché il Signore si decidesse ad aiutare, illuminare, consolare e risanare...

  5. E infine, la carità spirituale di Madre Speranza si è riversata anche sulle Anime Sante del Purgatorio, verso le quali ha nutrito una passione assolutamente speciale, che era alimentata da ricorrenti fenomeni straordinari e che la spingeva ad offrire in suffragio Sante Messe e sacrifici personali.

9a. La maternità spirituale verso i due Istituti

«Così affezionati a voi, avremmo voluto darvi non solo il Vangelo,

ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari» (1 Ts 2,8)

Madre Speranza ha amato teneramente e fortemente le sue Congregazioni e ciascuno dei suoi membri interni. E proprio in forza di questo affetto materno, lei ha saputo donarsi e sacrificarsi, insegnare ed esigere, correggere e perdonare, incoraggiare ed attendere... E ha saputo anche desiderare il meglio per le Figlie e i Figli: ma non secondo la logica del mondo, bensì secondo la volontà di Dio.

  • «Aiutami, Signore, ad essere come quella patata grande che ho osservato tante volte e che – ormai consumata – conservava soltanto la pelle... E questo, perché io possa produrre dei Figli buoni e forti; Figli di grande sostanza, come ti dicevo nell’orto di Roma, durante la tormenta degli anni ’40, quando appunto vedevo quella patata già svuotata, generatrice di buone e numerose patate...». 1

  • «Fa’, Gesù mio, che i Figli e le Figlie siano santi; che non ti causino mai nessun dispiacere; che ti diano sempre gloria; che servano di esempio per le anime che ti cercano; e che siano il rifugio di quelle anime che stanno sommerse nel fango. Fallo, Gesù della mia vita! Aiutali sempre; liberali dai mille pericoli; e così Figli e Figlie potranno rallegrarsi con Te nel Paradiso... E perché si veda che tutto è tuo, come hai operato bene, facendo che questa Opera nascesse da una povera creatura! E cosa può dirti questa povera creatura? Solo che Tu abbia misericordia di lei... e che Tu raccolga il frutto che hai seminato per mezzo di lei... Gesù mio, io non voglio dirti come quella donna del Vangelo: "Uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra". No, non voglio arrivare a questo; ma, se Tu vuoi, te lo dico lo stesso. E perché non ce ne sono degli altri, altrimenti ti direi pure: "E gli altri nel mezzo". È la mia superbia, lo so; però è una superbia che non ti deve assolutamente dispiacere... Gesù mio, concedimi la grande grazia che i Figli e le Figlie, uniti sempre nella tua carità, si estendano per tutto il mondo...». 2

  • «Cari fratelli e sorelle, non tutte le mamme naturali riescono a vivere la pienezza della maternità come l’ha vissuta Madre Speranza di Gesù. Basta guardare i volti ed ascoltare le espressioni delle sue Figlie e dei suoi Figli in questi giorni, per comprendere quale rapporto d’amore esisteva – ed esiste – tra loro e la Madre: è veramente la loro Mamma. Madre Speranza di Gesù era da anni sofferente e gravemente limitata per le malattie e il peso dell’età; tuttavia la sua presenza fisica era sufficiente a dare forza e serenità... Tanto era profondo questo legame materno e filiale, che mi sento di augurare che almeno simile possa essere ogni altro rapporto materno e filiale naturale. La castità consacrata non è dunque sterilità – ci insegna Madre Speranza di Gesù –, non è negazione dell’amore, ma apertura piena e libera all’Amore di Dio, che poi si riversa a cascata sugli altri. La maternità casta di Madre Speranza di Gesù era – come quella bellissima che si realizza in natura – frutto di amore e di dolore, di totale e completa donazione, senza nulla chiedere in cambio. Hanno sperimentato la sua maternità non solo le Ancelle e i Figli dell’Amore Misericordioso, ma anche tutti coloro che hanno avvicinato questa donna casta e ardente per chiedere conforto e aiuto. Un amore che è stato particolarmente grande e generoso verso i Sacerdoti, amici prediletti, a nome dei quali ringrazio questa umile e grande Sorella e Madre». 3

 

9b. La maternità spirituale verso i pellegrini

«Mi ricordo di te nelle mie preghiere, giorno e notte;

e mi tornano alla mente le tue lacrime» (2 Tm 1,3-4)

Durante la realizzazione dell’Opera di Collevalenza, Madre Speranza si è anche dedicata per una quindicina d’anni: a ricevere in forma privata un gran numero di persone di ogni età e condizione sociale; a condividere benevolmente i loro problemi spirituali, corporali e materiali; ad offrire valutazioni, suggerimenti ed appoggi; e ad intercedere con forza davanti al Signore per ciascuno di loro.

  • «Cari Figli e Figlie, io debbo dirvi che vivo giorni di vera allegria ed emozione: tanto per la fortuna che il Buon Gesù mi ha concesso di poter soffrire qualcosa per il trionfo della devozione al suo Amore Misericordioso; come pure per la fortuna dell’incarico che in questi mesi sto disimpegnando nella sua Casa: cioè, l’incarico di portinaia per coloro che soffrono e che vengono a chiamare qui, a questo nido d’amore, affinché Lui – quale Padre pieno di bontà – li perdoni, si dimentichi dei loro errori e li aiuti nei loro momenti di difficoltà. Qui sto ore e ore, giorni e giorni, ricevendo poveri e ricchi, anziani e giovani, tutti gravati da grandi miserie: morali, spirituali, corporali e materiali...». 4

  • «E terminata la giornata, vado a presentare al Buon Gesù le necessità di ciascuno, con la sicurezza di non stancarlo mai. So infatti che Lui – come vero Padre – mi aspetta con ansia, perché io interceda per tutti coloro che aspettano da Lui il perdono, la salute, la pace e il necessario per la vita; e perché io gli dica a nome di tutti, non una ma molte volte: "Padre, perdonali e dimentica ogni cosa. Sono anime deboli che, nella loro infanzia, non si sono nutrite con il solido alimento della fede; e che oggi, attaccate al fango pesante della natura e sospinte dal vento forte della corruzione, precipitano nel fondo del mare senza avere la forza di navigare". E Lui, che è tutto Amore e Misericordia specie con i figli che soffrono, non mi lascia defraudata. E così, con grande allegria, vedo confortato il grande numero di coloro che confidano nel suo Amore Misericordioso. Che emozione sente questa povera creatura davanti all’amorevole delicatezza del nostro buon Padre! Certo, Lui è un Giudice giusto; ma è anche un Padre premuroso che sa perdonare e dimenticare le nostre miserie, se pentiti ricorriamo a Lui». 5

  • «Figlie mie, debbo comunicarvi che il Buon Gesù sta operando grandi miracoli in questo suo piccolo Santuario, che per me è tanto grande e meraviglioso e nel quale io occupo il posto di portinaia: ricevo infatti tutti quelli che vengono in cerca di salute, di pace e di lavoro; e anche quelli che, privi della fede cristiana, vengono solo per curiosità, senza sperare nulla da un Padre così buono, potente e ricco di Amore e di Misericordia... Quando poi ho terminato di ascoltare coloro che arrivano, vado al Santuario per esporre al Buon Gesù tutto ciò che mi hanno presentato: gli raccomando queste anime bisognose, lo importuno con insistenza e gli chiedo che conceda loro quanto desiderano... Queste povere anime, afflitte da malattie corporali o da altre calamità peggiori, il Buon Gesù le sta aspettando come una tenera madre, per concedere loro molte volte delle grazie insperate. Se vedeste quanto è delizioso incontrare di nuovo queste anime dopo che sono state illuminate dalla grande grazia della fede, prodotta spesso da guarigioni del tutto miracolose, che esse non erano neppure capaci di sperare!». 6

 

9c. La carità spirituale verso i defunti

«Egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti,

perché fossero assolti dai peccati» (2 Mac 12,45)

Oltre che nei confronti dei vivi, Madre Speranza ha esercitato la sua carità anche verso le Anime Sante del Purgatorio: le quali più volte sono ricorse a lei per essere aiutate; e più volte sono state da lei visitate in bilocazione! Questi contatti assolutamente straordinari l’hanno spinta ad offrire in suffragio – con grande generosità – non solo Sante Messe, ma anche preghiere e sacrifici personali.

  • «All’inizio della quaresima (del 1930) ho chiesto al Signore che mi mandasse tutte le sofferenze che avesse voluto, a condizione che il giorno di Pasqua mi liberasse dal Purgatorio alcune Anime per le quali avevo uno speciale interesse. Egli mi ha risposto: "Tu va’ chiedendo, che poi io ti concederò ciò che vorrò". Nonostante questa risposta all’apparenza restrittiva, non mi sono spaventata perché conosco bene il suo Cuore. E così mi sono permessa di dirgli: "Gesù, il tuo Cuore ti inganna: quel giorno mi libererai non solo quelle che io ti chiedo, ma molte di più"... Saranno state all’incirca verso le nove o le dieci della mattina (del Sabato Santo), quando all’improvviso mi ritrovo nel Purgatorio, accompagnata dalla Santissima Vergine, avendo così la consolazione di veder uscire le Anime per le quali mi ero interessata... All’incontrarmi di nuovo con il Signore dopo il ritorno dal Purgatorio, gli ho detto: "Lo vedi, Gesù mio, che il tuo Cuore ti inganna e che avevi tanta voglia di tirar fuori quelle Anime da quel luogo, che non hai neppure aspettato il giorno di Pasqua!? Che buono sei, Gesù mio!"». 7

  • «(Durante la visita alla Casa di Colloto, nel febbraio del 1966) la Madre dormì in una stanza accanto alla portineria e io in un salottino attiguo... A mezzanotte, nella stanza della Madre si sentirono delle grida strane e persone che parlavano. Aspettai un po’, ma non potei fare a meno di entrare. Quando entrai, trovai la Madre che stringeva forte il suo crocifisso e piangendo diceva: "L’Amore Misericordioso è un Padre, abbiate fiducia!". Di quando in quando si udivano delle voci cavernose, come se per loro non ci fosse misericordia. In questa angustia, la Madre prometteva Messe e sacrifici; e stette in questo stato per più di due ore... È stato terribile sentire quelle voci e non vedere nessuno. La Madre poi mi disse che, siccome durante la guerra la Casa di Colloto era stata destinata per fucilare la gente, quelle voci erano di alcuni complici degli assassini. (Il giorno dopo) la Madre fece celebrare la Messa per le Anime del Purgatorio e disse anche alle Suore e alle bambine di offrire la Comunione per questa intenzione». 8

  • «Care Figlie, si avvicina il mese di novembre e vi prego di tenere molto presente la sofferenza delle povere Anime del Purgatorio. Se è vero che in ogni tempo dobbiamo fare il possibile in loro favore, in questo mese dobbiamo raddoppiare le nostre preghiere e mortificazioni, supplicando al contempo il Buon Gesù: che – come Padre pieno di bontà – si degni di alleviare e consolare queste povere Anime, liberandole ormai da quel luogo di espiazione; e che dimentico di quanto lo hanno offeso, permetta loro di godere della sua presenza per tutta l’eternità... In questo mese, Figlie mie, non scansiamo i sacrifici, ma piuttosto ricerchiamoli, guardando al Buon Gesù che tanto ha sofferto per noi; preghiamo, lavoriamo e offriamo in silenzio, a favore della povere Anime del Purgatorio...». 9


1 MADRE SPERANZA ALHAMA, Preghiere in estasi, 15 aprile 1965 (n. 336).

2 MADRE SPERANZA ALHAMA, Preghiere in estasi, 15 agosto 1968 (n. 417-430).

3 VESCOVO DI ORVIETO-TODI, Omelia nella Messa di esequie, 13 febbraio 1983.

4 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 19 dicembre 1959 (n. 641-642).

5 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 19 dicembre 1959 (n. 642-643).

6 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 1 marzo 1960 (n. 652; 656; 654).

7 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, Settimana Santa del 1930 (n. 109; 113; 118).

8 MADRE SAGRARIO ECHEVERRIA, Testimonianza processuale.

9 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 24 ottobre 1952 (n. 408-409).

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ultimo aggiornamento 11 giugno, 2013