"Abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto" (1 Gv 4,16). Questa Parola incontrata qualche giorno fa nella liturgia, esprime in modo davvero eccezionale l’esperienza che anche quest’anno molte famiglie, provenienti da diverse parti d’Italia, han no vissuto al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, in occasione del consueto appuntamento, coinciso quest’anno con la Festa della Santa Famiglia.
Attraverso queste pagine, vogliamo dare voce a chi, per la prima volta, è stato attirato in questo roccolo, scegliendo di partecipare ad un’iniziativa dallo slogan un po’ inusuale, soprattutto per il nostro contesto culturale che guarda alla famiglia come ad un mero soggetto economico o, peggio, come a qualcosa di ormai superato. Ecco, dunque, il nostro slogan: Famiglia, bottega di santi, "taller de santos"! È un’espressione molto cara a Madre Speranza che riteneva la comunità il luogo ideale, pensato e voluto da Dio, per aiutarci a raggiungere la vetta della santità. Anche noi abbia mo voluto immaginare ogni nostra famiglia come una "bottega" in cui lo Scultore, con martello e scalpello, colpo dopo colpo, realizza la Sua "opera d’arte": un santo! Per fare questo, si serve della Parola, dei sacramenti, dei piccoli e grandi eventi di ogni giorno, delle persone che ci mette accanto e, perché no, di esperienze come quella che abbiamo vissuto. Sulle orme della Madre e seguendo i consigli di chi di santità se ne intende, ognuno si è messo alla ricerca dei propri nodi, disposto a dargli dei bei colpi, in modo da toglierne il più possibile e lasciare che Gesù porti a compimento quell’opera che da sempre ha sognato1!
Come ha detto qualcuno: "un titolo, quello di Famiglia, bottega di santi, molto impegnativo, che ti scava nel profondo del cuore, ti fa pensare e riemergere episodi più o meno lontani della tua vita! Episodi belli, altri tristi, mescolati a tanta sofferenza, all’accettazione del dolore, all’accettazione di un Mistero più grande di noi che, a volte, non riusciamo a capire, a gestire, se non con la parola Amore, l’unica risposta possibile! Amore donato da Colui che ci ha dato la vita, nella gioia di crescere seguendo la Sua strada, anche quando ci porta su vie tortuose e inaspettate. Il segreto profondo sta nel non perdere di vista l’unico vero Bene, come dice anche M. Speranza; solo così avremo la forza di rimanere tra le braccia amorevoli di Colui che si è lasciato crocifiggere per noi, crocifissi con Lui, per amore e per il bene dell’altro!".
Lo striscione fondo sala, con quei compagni di viaggio ormai giunti alla meta, parlava da solo, arrivava al cuore; o, forse, sarebbe meglio dire che partiva dalla terrà e raggiungeva il Cielo! Ogni coppia era lì a ricordarci che con un’ala in Cielo e l’altra sulla terra si vola davvero alto, testimoni di quell’ultimo "sì", frutto dell’abbandono fiducioso nelle mani di un Padre che ci aspetta a Casa.
"Tante sono state – prosegue Simonetta - le testimonianze che mi hanno colpita, ma una più delle altre mi ha suscitato affetto e comprensione. É quella di Roberto che, come ci siamo detti, ha un‘ala in Cielo, Roberta. Lei, offrendo la sua malattia a Gesù, è riuscita a fare la Sua volontà, anche se sapeva che quanto stava vivendo l’avrebbe condotta alla morte. Mi ripeto spesso: che forza ha la fede, che bello!
Ripenso a quando anch’io sono stata colpita, quasi a ciel sereno, da una malattia che mi ha portata ad affidarmi a Gesù Crocifisso! Passati, ormai, alcuni anni, il ricordo non va alla sofferenza fisica che ho dovuto sostenere, quanto all’amore che Gesù mi ha donato! Mi sono sentita amata come mai in vita mia, di un amore diverso da quello che ti può dare tuo marito o tua madre... Ero nella cappella dell’ospedale e ricordo che chiesi a Gesù Eucaristia di aiutarmi a superare quel momento per me difficile... Gli dissi che mi affidavo a Lui, che mi sentivo con Lui sulla Croce, sapendo con certezza che non mi avrebbe abbandonata! Da quel momento sono stata inondata di una pace e una serenità che non so descrivere a parole, sentivo Gesù accanto a me, come se mi avesse preso fra le braccia, come fa una mamma col proprio bambino! Non ci crederete, ma per me è stata la più bella quaresima della mia vita".
A questo sembrano far eco le parole di Luisa che, vinta la timidezza – nonostante sia ormai di casa! -, ha desiderato condividere la sua storia: "Non è la prima volta che veniamo a questo momento bellissimo di famiglia. Ma quest’anno per noi è stato diverso dalle altre volte, anche perché io ho avuto un dono, un tumore. Per quanto il tempo della chemio sia stato durissimo, è stato bello trovare persone che non mi aspettavo, riallacciare legami fortissimi che si erano spezzati e, soprattutto, ritrovare dentro di me delle cose… e così pure dentro la nostra famiglia. Questo è il grande dono che ci ha fatto il Signore".
Questa è l’esperienza che Gesù, giorno dopo giorno, offre e propone a ciascuno di noi, soprattutto nei momenti più impegnativi della nostra vita, desideroso solo di riportarci all’essenziale, di aiutarci a lasciare le innumerevoli zavorre che, molto spesso, appesantiscono il nostro viaggio, di indicarci e accoglierci nel posto che Lui stesso è andato a preparare per ciascuno di noi.
(segue)
1 Cf. rivista L’Amore Misericordioso, dicembre 2013
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ultimo aggiornamento
12 febbraio, 2014