8 febbraio - anniversario nascita al cielo di Madre Speranza
OMELIA:
S.E. Mons. Giuseppe CHIARETTIQuanto all’agire esteriore, la misericordia è la più grande di tutte le virtù
I volti della miseria e le vie della speranza
1. Le letture di questa domenica ci introducono anch’esse nella riflessione sul tema: "i volti della miseria, oggi, e le vie della speranza". È Gesù stesso che definisce i suoi discepoli "luce del mondo" e "sale della terra". Due immagini forti e limpide: sappiamo tutti per esperienza cos’è il buio fitto e cos’è un cibo insipido: il buio ci fa perdere l’orientamento, il cibo insipido ci disgusta e lo rifiutiamo. C’è bisogno quindi di luce e di sapore. Gesù ha "incaricato" i suoi discepoli ad essere proprio loro luce del mondo e sale della terra. Non è sempre facile essere "sale", proprio perché il sale ha un sapore forte che non lascia indifferenti. Si ricorderà che, nel battesimo dei bambini prima della riforma liturgica, si poneva sulle loro labbra un minuscolo chicco di sale, che causava, com’è facile capire, il disgusto e le smorfie del piccolo, abituato solo al latte materno. II sale sulle prime disgusta, però evidenzia, dà sapore e conserva il cibo: per questo è prezioso e necessario.
Tali sono stati certamente i grandi Santi di questa terra umbra e sono molti: l’ultima dichiarata tale è Angela da Foligno e fra qualche mese sarà anche Madre Speranza. Essi hanno segnato il cammino della santità e della spiritualità dei cristiani della nostra regione, e non solo, dando risposte anche ai diversi problemi umani insorti di volta in volta nel cammino storico delle comunità. C’è sempre bisogno di luce (la luce della fede) per illuminare percorsi storici accidentati; e di amore fraterno (il calore della carità) per riscaldare rapporti umani raggelati dall’egoismo e dalla durezza dei cuori. Oggi c’è un bisogno sempre più avvertito e urgente dell’una e dell’altro, che la lettura di Isaia rende interdipendenti: "se offrirai il pane all’affamato... allora brillerà fra le tenebre la tua luce!". C’è bisogno di misericordia che recuperi le nostre fragilità e dia ali di speranza al cuore per poter compiere opere alternative alle strane scelte del mondo. "Illumina altri e ti illuminerai! Guarisci altri e guarirai anche tu! Spezza il tuo pane ai poveri e sarà resa gloria a Dio".
Di questo amore misericordioso la Provvidenza ha mandato a noi una profetessa di Spagna, dal nome che è esso stesso un programma di vita: Madre Speranza di Gesù, che ha fondato le Congregazioni delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso, per manifestare e testimoniare le insondabili ricchezze di quell’amore agli uomini del nostro tempo, così bisognosi di speranza e di coraggio. Rileggiamo insieme ancora una volta la sua felice ed ispirata intuizione (fa sempre tanto bene al cuore già solo il ricordare le sue parole): "Dio non vuole essere considerato come un padre offeso e disgustato per la ingratitudine dei suoi figli, ne come un giudice severo e pronto a condannare e ad infliggere loro un castigo, ma un Padre tutto bontà che li ama, li perdona, dimentica le loro offese e non le tiene in conto; un Padre buono che attende il Figliol Prodigo per riabbracciarlo e fargli festa; il buon Pastore che cerca la pecorella smarrita, la ritrova, se la pone sulle spalle, e pieno di gioia la riporta all’ovile". Sono parole di conforto e di speranza che dobbiamo ripeterci spesso, perché questo è il Dio cristiano, Padre di tutti. E questa è la buona notizia di cui il mondo ha particolarmente bisogno oggi, tempo amaro per l’egoismo e la tristezza che imperano.
Questa, carissimi, è la luce che dobbiamo accendere, il sale che dobbiamo spandere:
la speranza misericordiosa, che nasce dalla luce della verità e dal sale dell’amore.2. Anche Papa Francesco ce lo sta mostrando con i suoi gesti e le sue scelte, che sono contrassegnate da un chiaro Amore Misericordioso, per contestare varie realtà negative quali, per segnalare alcuni mali da Lui identificati nella recente Evangelii Gaudium: l’accumulo spregiudicato di denaro, la cultura dello "scarto" e degli "avanzi urbani", la "inequità" e altri comportamenti disumani simili, che causano sofferenze indicibili e sanno di morte (E.G. n° 53, 67, 74, 203... ecc). C’è bisogno urgente perciò, di quell’amore misericordioso che crea speranza, sapendo per altro che la vera speranza cristiana, generando vita, "genera sempre anche storia" (E.G. n° 181). Papa Francesco ha buon gioco nel commentare, sia pure "en passant", il Vangelo letto quest’oggi, parlando al n° 92 del modo di relazionarci con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, ed a quello di una di "fraternità mistica contemplativa che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo e sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere-insieme aggrappandosi all’amore di Dio, che sa aprire il cuore all’amore divino per cercare la felicità degli altri, come la cerca il loro Padre buono". È singolare questa coincidenza di linguaggio tra Papa Francesco e Madre Speranza!
Proprio in quest’epoca, e anche là dove essi sono soltanto un "piccolo gregge", i discepoli del Signore sono chiamati a vivere come comunità unita, che sia sale della terra e luce del mondo (Mt 5,13-16)! Sono cioè chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova. "Non lasciamoci rubare il nostro essere comunità" dice Papa Francesco (E.G. n° 92).
3. A questo punto non si può non collegare queste parole con l’intero impianto della "nuova evangelizzazione" che Papa Francesco propone, parlando delle piccole comunità (associazioni, movimenti ecclesiali, scuole di preghiera, gruppi di ricerca... ecc), chiamate a rinnovare le forme dell’antico catecumenato, con i due momenti fondamentali del kerigma (E.G. n°160-165), a partire dal primo annuncio che Papa Francesco così declina: "Gesù ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti"; e della mistagogia (E.G. n° 166-175), e cioè la necessaria progressività dell’esperienza formativa, per la quale, dice Papa Francesco, è anche necessario un rinnovamento.
Come si vede e a ben intendere, quello di Papa Francesco è il recupero pieno dell’antico catecumenato. Sono autorevoli e decisive indicazioni di lavoro pastorale per l’intera Chiesa senza eccezioni. Facciamoci raggiungere perciò dall’invito perentorio di Papa Francesco: "Costituiamoci in tutte le regioni della terra in uno stato permanente di missione. [...] Io sogno, dice, una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa" (E.G n° 25- 27). Alle istanze del Sinodo dei Vescovi Papa Francesco ha così chiaramente risposto, scosso anche lui dalle non buone condizioni di salute spirituale e culturale, non solo della società, ma anche della Chiesa.
Per avallare il suo ragionamento deduttivo Papa Francesco parte da una testimonianza, riportata alla nota 69 della sua enciclica, di Santa Teresa di Lisieux, che è anch’essa una giovane profetessa dell’Amore Misericordioso insieme a Madre Speranza. Teresina racconta l’esperienza paradisiaca fatta mentre accudiva una consorella inferma: "Non posso dire quello che accadde nel mio animo. La sola cosa che so è che il Signore illuminò la mia anima con i raggi della verità, i quali superavano a tal punto il luccichio tenebroso delle feste della terra, che non potevo credere al grado della mia felicità". Queste singolari coincidenze di Santi ci confermano che la strada dell’Amore Misericordioso è la strada giusta anche per la Chiesa d’oggi per dare risposte alle urgenti attese dei nostri tempi. Madre Speranza, prossimamente beata, insieme a Santa Teresina del Bambin Gesù, al beato Papa Giovanni Paolo II, a Santa Faustina Kowalska, ci aiutino a percorrerla con generosità.
Ricordiamo sempre anche quel che diceva San Tommaso d’Aquino citato egualmente da Papa Francesco: "Quanto all’agire esteriore, la misericordia è la più grande di tutte le virtù" (E.G. n°37).
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ultimo aggiornamento
15 aprile, 2014