Pastorale Familiare |
Marina Berardi |
Luci di Speranza
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a luce e l’amore autentico si diffondono, la santità si contagia, come ci ha ricordato il Card. Angelo Amato nella sua omelia tenuta sulla grande piazza del Santuario, quell’indimenticabile 31 maggio. L’iniziativa Luci di Speranza è stata l’eco naturale al magnifico dono che la Chiesa ci ha fatto: la proclamazione della Beata Speranza di Gesù!La Madre ha sempre detto che l’amore va annunciato e vissuto più con i fatti che con le parole. Non trovando parole per dirle il nostro grazie, per esprimere la nostra gioia e per lodare l’Amore Misericordioso, abbiamo pensato di farlo narrando delle storie di vita, di chi, anche sulle orme da lei tracciate, ha saputo ricercare e accogliere con disponibilità e fiducia la volontà di Dio, nell’unico desiderio di servire, di farsi santo e di dargli gloria, perché tutti lo conoscano quale Egli è: un padre buono e una tenera madre, l’unico Signore della nostra vita.
La vita è fatta di incontri! Quello che abbiamo vissuto presso la Casa del Pellegrino, il 6 giugno scorso, ha lasciato un ricordo indelebile in ciascuno dei partecipanti, anche perché l’iniziativa non è nata a tavolino, ma è sgorgata dal cuore di due giovani uomini, Roberto e Alessandro, accomunati dalla stessa esperienza di sofferenza, ma anche dal dono di un amore grande, capace di rimanere vivo e di generare altro amore, oltre la morte.
C’erano anche Santa e la sua famiglia con noi, sia pure solo con il cuore; per dircelo ci hanno raggiunto telefonicamente ed è stato un regalo grande.
I santi, i beati ci sono donati non per essere messi ad impolverarsi in una nicchia, ma perché possiamo ricalcarne le orme… che portano a Gesù! Queste orme le hanno percorse in modo straordinario Alessandro e Francesca, Roberto e Roberta, Santa e Andrea, Franco e Mariella... Loro hanno saputo alzare lo sguardo "alle altezze del Cielo", hanno creduto che "la meta del nostro cammino è il Padre", come ha detto Papa Francesco in quell’indimenticabile Angelus dell’1 giugno, in Piazza San Pietro, dove ci ha invitato anche a salutare tutti, "con un applauso, la beata Madre Speranza"!
Ritengo che l’eco più vera di quell’applauso non può che essere la nostra santità di vita.
Così, in un anonimo venerdì sera, abbiamo ascoltato e ci siamo stretti attorno ad Alessandro che ha scelto di tornare al Santuario per celebrare il quinto anniversario di matrimonio, il primo senza Francesca, tornata al Padre lo scorso 24 febbraio, all’ombra del Santuario1.
L’amore genera amore, si dilata e aumenta! Dal Santuario dell’Amore Misericordioso si sono irradiate tante fiammelle di speranza e si è compiuto l’augurio che Roberto aveva rivolto ad Alessandro: "…di conoscerci un giorno"! Così lo stesso Roberto, al suo rientro a casa, gli scrive: "Sono stato molto contento di averti incontrato e conosciuto proprio a Collevalenza e, ancor di più, mi ha fatto tanto felice il ricordo che mi hai lasciato di Francesca, lo conserverò sempre come una reliquia, nel mio cuore, accanto a Roberta e tra le cose più preziose…
Il nostro cuore continua a sanguinare e sempre lo farà perché abbiamo comunque vissuto una delle esperienze più brutte che possono capitare a un uomo, sia per violenza che per intensità. La nostra sofferenza - così come per Francesca e Roberta - non va perduta, manteniamo viva quindi la nostra fede e affrontiamo tutte le nostre croci insieme a Gesù…, allora sarà diverso anche il dolore, sebbene il dispiacere rimarrà per sempre. Comunque vadano le nostre vite, ricordati che loro dall’alto ci vogliono felici e forti, come ci hanno conosciuto nel momento della prova".
Queste parole accendono davvero una fiammella di speranza, ci spingono a guardare il dolore, le difficoltà, le rotte impreviste della nostra vita con occhi diversi, semplici, sempre e comunque grati.
A questo proposito mi viene in mente quanto una bambina, Francesca, ha detto ai suoi genitori durante la Messa di beatificazione, quando dal cielo iniziavano a cadere le prime gocce: "Non avete capito? Questa non è pioggia, queste sono le lacrime di gioia di Madre Speranza"!
All’indomani della beatificazione, un’altra famiglia mi scriveva commossa: "Aver incontrato l’Amore Misericordioso della cara Madre Speranza è stato il regalo più grande che possiamo aver ricevuto. Siamo troppo fragili e piccoli per metterlo in pratica, ma siamo certi che lei, da buona Madre, ci aiuterà e guiderà nel cammino. È stata davvero una esperienza indimenticabile".
Anche l’incontro con Roberto e Alessandro è stato indimenticabile e si è concluso con una semplice processione verso la statua di Maria Mediatrice. Alla vigilia della Pentecoste, abbiamo implorato da Lei il dono dello Spirito, simboleggiato da quel lumino che ognuno ha ricevuto, ha acceso e custodito fra le mani sotto un meraviglioso cielo stellato.
Come ci dice Alessandro, quella fiamma è destinata a brillare per sempre, così come l’Amore che è eterno: "Più passano i giorni e mi guardo indietro e più mi rendo conto che il Signore non mi ha abbandonato, ma mi sta plasmando, secondo quel progetto che ha per me e Francesca… Sto conoscendo molta gente e il mio unico scopo è Evangelizzare - termine tanto caro a Francesca! – nel desiderio di trasmettere alle persone la grazia che il Signore ci ha donato, facendoci aprire gli occhi e ricevendo il Suo Amore".
La luce dell’Amore apre i nostri occhi, la luce vera non si spegne mai e ci spinge oltre… Continui ad accompagnarci l’augurio della Madre: Figli, a farvi santi! Figli, siate luce!
* Foto: Marck Sorawski/Nasz Dziennik.
1 Rivista maggio 2014: «Creati per la gloria di Dio!».
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ultimo aggiornamento
03 settembre, 2014