Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

Nel sacramento della riconciliazione, insieme all’accusa dei peccati indispensabile è la contrizione del cuore, ossia il pentimento così intenso di avere offeso Dio, che include anche il proposito di voler cambiare il proprio stile di vita in modo da non offenderLo più.

"Non vi è nulla più ragionevole e, perciò, più degno e che meglio nobiliti il colpevole del riconoscere e detestare sinceramente il peccato commesso….Agli occhi di Dio la contrizione cancella tutto, perché è un dolore degno di Dio stesso, sia per il motivo, che per il principio dal quale proviene.

Il principio è l’amore filiale, la carità accesa dal soffio dello Spirito Santo, inseparabile dalla grazia santificante.

Il motivo è la benignità di Dio, così Padre verso il figlio ingrato e buono verso il peccatore e soprattutto Bene in Se stesso, amabile e degno di essere infinitamente amato, eppure tanto offeso e oltraggiato dall’uomo. Questo commuove l’anima, facendole versare lacrime dagli occhi e gemiti dal cuore.

Viene da qui la forza che la spinge ad esclamare: "Mi addolora profondamente l’avervi offeso. Non voglio peccare mai più" (El pan 8,457-58).

La contrizione è l’inizio della conversione, il sentirsi trafiggere il cuore (cfr At 2,37) per aver offeso l’Amore, la nostalgia del Padre munifico che, per ribellione incosciente, da troppo tempo si è abbandonato, la decisione di alzarsi e ritornare da Lui (cfr Lc 15,18) per chiedergli perdono, anche a costo di affrontare la giusta penitenza ed essere trattati come servi. La contrizione è dolore vivo e piaga che brucia, perché si è diventati consapevoli di non essere in grado di riparare le lacerazioni e la concatenazione di conseguenze negative causate col proprio peccato.

Ma al tempo stesso la contrizione è preludio di liberazione, di un nuovo inizio e quindi di gioia, perché ci si sta avvicinando progressivamente al Padre e alla sua santità ed Egli, che da sempre aspetta, già a questo punto, mentre si è ancora lontani, vede il ritorno e corre incontro per l’abbraccio, il bacio e la festa (cfr Lc 15, 20).

"Dio si muove per primo ad accogliere il peccatore pentito, abbracciandolo con amore appena gli viene incontro e, senza rinfacciargli le sue mancanze, lo copre di grazie e di doni. (El pan 8,831)

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Ho subito una mastectomia per carcinoma e tre anni dopo ho avuto metastasi ossee diffuse a tutto lo scheletro. Sono stata accompagnata da amici a Collevalenza, ero impedita in quasi tutti i movimenti e sono stata aiutata dalle volontarie ad immergermi nelle vasche dell’Acqua del Santuario. Mi sono immersa piangendo, con molto abbandono alla volontà del Signore e pensando alla sua misericordia. Quando mi hanno aiutato a risalire, ho provato pian piano a fare movimenti che prima non facevo. Sentivo il corpo sciolto e libero. Attualmente, a distanza di due mesi dall’immersione, sto facendo un nuovo protocollo di chemioterapia ma da due mesi non accuso più dolori, senza prendere alcun analgesico.

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ultimo aggiornamento 03 settembre, 2014