... ho perduto
un giorno ...
il religioso ... secondo Madre Speranza
"Lo stato religioso è una forma di vita in comunità. In esso le anime chiamate ad una maggiore perfezione, oltre i precetti della Santa Chiesa nostra Madre, si impegnano a praticare per sempre i consigli evangelici mediante l’osservanza dei voti di obbedienza, castità e povertà. Questo è lo stato della vita consacrata. Ma il nostro stato di Figli e Ancelle dell’Amore Misericordioso deve essere stato di olocausto offerto a Dio e alla sua gloria. Dobbiamo essere fedeli imitatori del buon Gesù, il quale, per amore dell’uomo miserabile, non badò ad alcuna sofferenza fino a morire nudo su una croce. Dobbiamo sforzarci di copiare e far risplendere in noi l’esempio del nostro divino Maestro, esempio di amore al prossimo, carità, abnegazione e sacrificio". (El pan 15, 8-10, Madre Speranza nel 1955).
"Fa’, Gesù mio, che i figli e le figlie … giungano non solo ad amare la croce, ma a sospirarla e a
considerare perduto il giorno in cui non hanno avuto nulla da soffrire. (El Pan 9, 139, Madre Speranza nel 1949)
Si deve sottolineare che la parola OLOCAUSTO ricorre frequente in Madre Speranza e che l’amore esigente di Dio, capace di chiederci l’immolazione totale (e a noi deve poterlo chiedere per specifica chiamata) è sempre inteso dalla Madre quale strumento di salvezza per i fratelli che hanno bisogno (e per noi stessi) che qualcuno plachi la giustizia divina, ripari le offese, e sia fonte di quella sovrab-bondanza di grazie, capace di operare la salvezza nei cuori più perversi e miseri.
MAI per la Madre, questa vita di immolazione, è intesa come macerazione fine a se stessa. Ma croce abbracciata per amore per il bene dei fratelli; ma amore nato dall’intimità con Dio, che nell’apice della massima realizzazione del nostro "essere religiosi" ci porta alla piena conformità con la Volontà di Dio.
E in questo spendere la nostra vita viene coinvolta tutta la nostra persona e personalità, ci si deve entrare con tutto noi stessi. " ... Chiediamo a Dio che perdoni i nostri debiti che sono i peccati e le pene dovute per essi, pena enorme che mai possiamo pagare, se non col SANGUE del Buon Gesù, con i talenti di grazia e di natura che abbiamo ricevuto da Dio e con tutto ciò che siamo e possediamo " (7° giorno Novena A.M.)
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
21 marzo, 2017