P A S T O R A L E

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Memoranda dell’Anima mia

- Nell’Anno della Vita consacrata -

Tu sì che sai volare!

 

Testamento

Anima mia,

una volta hai fatto testamento.

Poche parole, o forse troppe, per esprimere le tue volontà.

Eppure, dovresti sapere che non ti appartieni più da tempo.

Vorresti non appartenerti più da tempo. Possiamo lasciare cose, oppure buoni pensieri che diventano buone opere; sentimenti che si traducono in gesti d’affetto; uno stile di vita semplice, forse mediocre, mai banale; e possiamo semplicemente offrire tutto, silenziosamente.

In un giorno di apostolato, mentre parlavi ad un gruppo di giovani e adulti e li invitavi a "scrivere il proprio testamento", un sacerdote, scrivendo il suo, ti ha lasciato la sua appassionata giovinezza interiore, il desiderio di conquistare anime a Cristo, alla Chiesa.

Ti domandi, sempre: Che cosa sto lasciando ai ragazzi, alle persone che incontro? Un po’ di bene, rispondi. La voglia di voler bene. E i fallimenti.

In fondo, ciò che di più vero hai da lasciare-offrire.

Anche la Madre diceva al buon Gesù: Non voglio aiutarti a fallire… Sono come la bambina che vorrebbe aiutare la mamma a portare la spesa, invece, appoggiandosi a lei, aumenta la fatica.

La mamma è il Signore e il peso lo porta Lui. I fallimenti ti fanno comprendere che quando credi di aiutare Dio a salvare il mondo, ti illudi.

Devi e puoi solo aiutarlo a salvare te stessa, aiutandolo a salvare i fratelli, accogliendo il paradosso del fallimento totale e apparente: la morte di croce.

Come ha fatto Gesù. Ci salviamo solo se accettiamo di morire. Per Amore.

Volontà di Dio

Spesso ti interroghi come fare la volontà di Dio.

Qual è la sua volontà. Su di te, i tuoi amici, la Chiesa, il mondo.

Pochi giorni fa, ho incontrato giovani in discernimento vocazionale.

E giovani che hanno partecipato agli Esercizi spirituali presso il Santuario dell’Amore misericordioso.

Faccia a faccia con il Dio misericordioso, per discernere la Sua volontà.

Invitati a riconoscerlo nelle pieghe della propria storia.

Quando medito su Gesù, agonizzante nel giardino degli ulivi, icona che accompagna la Madre nel suo cammino, la mente si incastra sul cambio dei possessivi: Non sia fatta la mia, ma la tua volontà.

Mentre tu, anima mia, vorresti aiutarmi ad essere semplice come te.

Tu sei spirituale, indivisa, immortale e tendi ad essere povera, obbediente e casta, cioè tutta di Dio. Non hai bisogno di maschere, né di orpelli, né di idoli a cui dare il tributo per placarne una fame insaziabile.

Aneli al Dio della vita, unica meta del nostro vagare senza meta.

Dio non può essere compreso, manipolato, piegato alle attese di un mondo perfetto, uomo/donna perfetti, corpo perfetto, salute perfetta. Resta al di là delle nostre comprensioni.

È Lui a comprendere tutti e tutto. Per questo tutto si compie in Lui.

E si compie alla fine. Perché Dio è Padre e Madre, è grembo che freme nella tua miseria e ti spinge a tornare.

Pungola come spada, ferisce per guarire. Ti chiede di andare e seguirlo su vie sconosciute, senza sicurezze, senza nulla anteporre a Lui: il successo, i tuoi beni, i tuoi cari.

È Lui che ti ha creata, piccolina, assolutamente invisibile, eppure così determinata ad essere cittadina del suo Regno, nel mondo intero.

Tu l’hai già contemplato, per questo ogni tanto puoi vederlo, mentre a me resta la visione delle spalle.

Lo riconosco soltanto dopo il suo passaggio. Alla fine del percorso.

Temo che a volte sia troppo tardi.

Diventare figli

La sua volontà è che tutti i suoi figli siano felici.

Ma noi siamo felici? Tu, anima mia, sei felice?

Ogni tanto, vorrei tirare il buon Dio per la giacca e chiedergli: Se tutto quanto ci capita, passa prima per le tue mani, anche la tentazione, che permetti per la nostra vittoria; anche la malattia, visita della tua Misericordia; anche il premio di una morte santa… perché ci sembra tanto difficile?

I bambini accolti al Roccolo, sabato scorso, dicevano che sarebbero stati felici giocando una partita, divertendosi con i loro amici, i loro genitori; ma a volte questo non è possibile e molto presto sperimentano l’abbandono. Se non ci sentiamo amati e stimati, potremo mai essere felici?

Potremo mai sentirci figli prediletti?

Sì, ci assicuri:

Si dimentica forse una donna del suo bambino,

così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se costoro si dimenticassero,

io invece non ti dimenticherò mai (Is 49,15).

Va bene. Ci sto. L’impegno rimane questo: diventare figli. Essere tuoi.

Tu non sei un padrone geloso, ma un Padre buono e una tenera Madre.

Fare la tua volontà è facile, o Dio, perché tu non ti dimentichi di noi, porti il giogo con noi. Un giogo leggero anche per le nostre povere spalle.

Ora, la mia anima piccolina, dando voce a Gesù, alla Madre e a una mistica francese, profeta del nostro tempo, disponibile senza restrizioni alla tua volontà, desidera ripeterti tante volte:

Io voglio ciò che tu vuoi

senza chiedermi se lo posso

senza chiedermi se lo desidero

senza chiedermi se lo voglio.

(Madeleine Dêlbrel)

Sia fatta, Dio mio, la tua divina volontà anche in ciò che mi fa soffrire.

Sia fatta la tua volontà anche in ciò che io non capisco.

Sia fatta la tua volontà perfino in ciò che io non vedo.

È compiuto.

(Gesù)

sr. Erika di Gesù

Arcobaleno alle spalle del Roccolo Speranza, casa di formazione per i nostri giovani.

 

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ultimo aggiornamento 17 marzo, 2017