La lettera
Mendicanti di luce
Carissimo,
il Giubileo, un varco di luce in un mondo intasato di materia, la voglia di una terra "altra", di un accesso al giardino perduto, firmamento di galassie che esplodono d’infinito.
Il rimando ad una Presenza che sveli alla miopia, alla insignificanza, alla nebbia di questo tempo, un "dove", uno spazio altrove, di sopravvivenza.
Spazio che si chiama finestra aperta alla Misericordia della luce.
Sì, domandate che cosa sia la luce ad ogni più piccolo uomo, ad ogni Abele, povero, escluso, non amato, emarginato dalla luce.
Domandatelo all’uomo radiato dalla lista dei vivi, a quel bambino focomelico, a chi sta per morire (o è morto) dentro gli ospedali, a tutti quelli che hanno gli occhi di fame, che piangono per disperazione, che si sentono inutili, di peso, che hanno la faccia tra le mani, perché non vogliono vedere la perfidia, l’arroganza, l’indifferenza di chi uccide.
Domandate che cosa sia la luce a quel giovane devastato dall’Aids, rassegnato a morire su questa terra di scorpioni velenosi, a quell’uomo deturpato dalla lebbra.
Ingiustizia, mafia, crudeltà. La memoria degli occhi nei forni dell’olocausto di Auschwitz, l’esplosione delle guerre, del terrorismo, l’esodo dei disperati sui barconi che portano i morti, la persecuzione che sgozza i crocifissi di oggi, le madri disperate per la strage dei figli innocenti.
Sia, davvero, Giubileo di luce sulla notte di questo tempo, terra di uomini angosciati e crudeli, e però abitata anche da Cristo, vivente e risorto.
Nino Barraco
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ultimo aggiornamento
15 marzo, 2017