Pastorale Familiare

Marina Berardi

Le strade dell’educare:

Via della LIBERTÀ

 

Qualcuno potrebbe pensare: finalmente una strada larga, capace di accogliere tutto e tutti, senza passaggi angusti, porte strette o divieti, oltretutto a colori! Sì, alcuni sembrano intendere la via della libertà come un luogo in cui ognuno può fare ciò che più gli piace e desidera, scegliere il "colore" che vuole o magari tutti allo stesso tempo, senza che questo debba essere sindacato da altri, dove non hanno ragion d’essere regole o riferimenti valoriali, tanto meno norme etiche o morali. Su una strada così diventa vero, buono e giusto tutto e il contrario di tutto ed è l’arbitra­rie­tà del criterio soggettivo a farla da padrone.

La strada non è larga, piuttosto è lunga e soprattutto nasce da lontano: senza un legame al progetto di Dio sull’uomo e alla legge naturale, senza un punto fermo e un riferimento all’altro, quello che a prima vista può apparire una legittima conquista in nome della giustizia e del progresso, finisce con il de-generare in idolatria di se stessi, del piacere, in ostentata autosufficienza ed onnipotenza, a qualsiasi genere si appartenga.

Madre Speranza nel formare i suoi figli e figlie che hanno un compito educativo, ai quali è affidata una Comunità, li invita a far riferimento alla Parola, alle Costituzioni, agli insegnamenti della Chiesa e a chiedere consiglio "perché questo non significa ribassarsi né è segnale di incapacità ma, al contrario, è atto di prudenza"; li invitava a chiedere l’aiuto della luce dell’altro perché "fidarsi ciecamente del proprio giudizio è la cosa più pericolosa… e nessuno di noi è libero da errori" (cf. El pan 11, 97).

L’iniziativa dello scorso 20 giugno, promossa a Roma, mi è sembrata una bella espressione di come la verità che rende liberi può essere ricercata insieme, di come le differenze possano ritrovarsi per dialogare: confessioni cristiane, comunità islamica, atei, movimenti e associazioni. Anche tra i cattolici, pur condividendone i contenuti, c’erano diversi punti di vista in merito all’opportunità o meno di convocare "la piazza" in questo attuale momento. Di fatto la risposta è stata eccezionale e tra le tante famiglie c’erano anche alcuni Laici dell’Amore Misericordioso che, in tempo reale, hanno voluto partecipare messaggi e foto del Family Day. Da qui l’idea di riservare uno spazio alla loro esperienza.

Mentre si stava preparando l’evento grazie al passa parola e al tam tam corso sulla rete, qualcuno che come me non avrebbe potuto partecipare, mi scriveva: "Chiedo al Signore che illumini le menti dei promotori di questa iniziativa affinché sia una luce in questa grandissima confusione che si vuole creare nella mente dei nostri figli e dell’uomo in genere. Vorrei che fosse un evento a favore della vita, senza negare il diritto di cittadinanza alla differenza, senza escludere e tanto meno giudicare nessuno, impegnati solo a consegnare ai nostri figli quella verità che rende liberi".

In questo senso, Papa Francesco con il suo pensiero, le sue parole semplici e dirette, comprensibili a tutti, con il suo tratto rispettoso ed accogliente, è sicuramente un faro che illumina la strada che ogni cristiano è chiamato a percorrere, la strada di una fede chiamata a leggere e interpretare la storia, a fare i conti con un processo di scollamento dalla vita, a incarnarsi nelle mille contraddizioni di questo nostro oggi. Così scrive il Santo Padre al n. 64 della Evangelii Gaudium: "Il processo di secolarizzazione tende a ridurre la fede e la Chiesa all’ambito privato e intimo. Inoltre, con la negazione di ogni trascendenza, ha prodotto una crescente deformazione etica, un indebolimento del senso del peccato personale e sociale e un progressivo aumento del relativismo, che danno luogo ad un disorientamento generalizzato, specialmente nella fase dell’adolescenza e della giovinezza, tanto vulnerabile dai cambiamenti. Come bene osservano i Vescovi degli Stati Uniti d’America, mentre la Chiesa insiste sull’esistenza di norme morali oggettive, valide per tutti, «ci sono coloro che presentano questo insegnamento, come ingiusto, ossia opposto ai diritti umani basilari. Tali argomentazioni scaturiscono solitamente da una forma di relativismo morale, che si unisce, non senza inconsistenza, a una fiducia nei diritti assoluti degli individui. In quest’ottica, si percepisce la Chiesa come se promuovesse un pregiudizio particolare e come se interferisse con la libertà individuale».[59] Viviamo in una società dell’informazione che ci satura indiscriminatamente di dati, tutti allo stesso livello, e finisce per portarci ad una tremenda superficialità al momento di impostare le questioni morali. Di conseguenza, si rende necessaria un’educazione che insegni a pensare criticamente e che offra un percorso di maturazione nei valori" (EG 64).

L’impegno di creare un futuro migliore per le nuove generazioni e per la loro formazione abita il cuore di tanti genitori ed educatori. Questa la testimonianza di una Mamma che condivide anche i suoi timori:

"Poco tempo fa mi capitò di sentir parlare di corsi contro l’omofobia, portati avanti in alcune scuole d’Italia. Mi colpì molto, in negativo, l’esperienza di una scuola materna di Trieste dove, dopo aver fatto spogliare i bambini, avevano fatto vestire le femmine con i vestiti dei maschietti e viceversa... Poi, a distanza di pochissimo, lessi una email dove Papa Francesco parlava della teoria del gender ed invitava i cattolici a prendere posizione. Decisi allora di approfondire l’argomento e su internet trovai moltissimi articoli interessanti e oltremodo rabbrividenti. Pensai che dovevo fare qualcosa anch’io! Di lì a breve, mi arrivò una email con l’iniziativa ‘Difendiamo i nostri figli. STOP GENDER NELLE SCUOLE, famiglie difendiamo i nostri figli. Tutti a Roma 20 giugno 2015’. 

Pensai veramente che non era arrivata per caso, ne parlai con mio marito e con i ragazzi. Fummo subito d’accordo nel partecipare anche se Roma per noi era lontana ed il viaggio comportava anche dei sacrifici, rinunciando ad un’altra scelta che avevamo in programma di fare. Il Signore ci aprì una possibilità nuova e gradevole per affrontare tutta la famiglia un viaggio sereno e piacevole, le paure delle insidie che potevamo incontrare durante la manifestazione si dissolsero con una pace del cuore, grazie anche alle preghiere di molte persone a noi care!

Quel pomeriggio, dopo un temporale pazzesco che aveva massacrato la piazza un’ora prima dell’inizio della manifestazione, fece capolino un sole splendido ed una brezza piacevole che ci accarezzava il viso.

Fu molto bello ed interessante ascoltare i relatori e vedere tante famiglie con bambini anche molto piccoli, persone anziane, giovani, tutti accomunati dal forte desiderio di difendere la famiglia da un altro feroce attacco! Capii ancora di più che noi cristiani dobbiamo essere capaci di vegliare sui nostri figli e che, come ha detto un relatore, ‘noi genitori siamo chiamati ad educare e la scuola non può toglierci questo diritto’ imponendo ai nostri ragazzi l’ideologia gender. Papa Francesco ha infatti affermato che ‘ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano", c’è "quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco (Napoli, 21.3.2015, incontro con i giovani)".

La voce autorevole del Santo Padre continua domandando proprio ai giovani: "Come si può fare, con la secolarizzazione che è attiva? Come si può fare con queste colonizzazioni ideologiche? Come si può fare con una cultura che non considera la famiglia, dove si preferisce non sposarsi? Io non ho la ricetta, La Chiesa è consapevole di questo e il Signore ha ispirato di convocare il Sinodo sulla famiglia, sui tanti problemi" (Napoli, 21.3.2015).

Non ci sono, dunque, ricette preconfezionate ma c’è l’umile ricerca della verità che sola può rendere l’uomo e il cristiano veramente libero, c’è l’impegno di mettersi in cammino verso una verità ricercata insieme. Una volta al bivio, si tratterà di scegliere seguendo la via maestra del Vangelo, le mozioni dello Spirito, seguendo l’esempio di chi è stato libero di morire pur di "generare a vita nuova" l’umanità. Si tratterà di accogliere la differenza senza omologare ma accettando l’inevitabile "confronto che lo spirito fa per avere idee precise e non confonder le cose" (www.etimo.it); si stratta di scegliere tra più possibilità, mettendo la propria volontà a servizio della verità, nell’intento di trovare e offrire il cammino migliore ai nostri figli, i quali hanno il diritto e il bisogno di conoscere la propria storia, le proprie radici, il grembo che li ha custoditi, il padre che li ha generati.

"È in famiglia – scrive Papa Francesco nel messaggio di quest’anno per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali - che si impara a parlare nella "lingua materna", cioè la lingua dei nostri antenati (cfr 2 Mac 7,25.27). In famiglia si percepisce che altri ci hanno preceduto, ci hanno messo nella condizione di esistere e di potere a nostra volta generare vita e fare qualcosa di buono e di bello. Possiamo dare perché abbiamo ricevuto, e questo circuito virtuoso sta al cuore della capacità della famiglia di comunicarsi e di comunicare" (23.1.2015).

Parafrasando la parola evangelica e un pensiero della Madre, potremmo dire che è proprio vero che il buon Gesù molte volte fa capire tutto questo ai semplici e agli umili, ai ‘piccoli’, ai più ‘giovani’ e le nasconde ai ‘grandi’. Questa la toccante ed acuta testimonianza di una adolescente che ha partecipato all’iniziativa del Family Day:

"Di recente sono venuta a conoscenza del gender, una teoria che punta a influenzare i bambini e i ragazzi, ritenendoli abbastanza coscienti per fare le loro scelte, tra cui la scelta del loro genere.

Ho quattordici anni, quasi quindici, ma non sono così ingenua da rimanere a guardare lasciando che ideali improvvisati irrompano nella società. Questa ideologia punta a rendere uomo e donna uguali in tutti i sensi, punta a renderci identici in modo che i bambini non abbiamo il genere assegnato loro da Dio, ma possano decidere di cambiarlo. Siamo resi uomini o donne dalla cultura che apprendiamo e non dal nostro intimo e la nostra diversità, questo viene sostenuto.

Mi sono sentita attaccata, perché benché sia molto giovane per intendermi di qualsiasi cosa, mi rendo perfettamente conto della confusione che questa ideologia potrà creare nelle menti dei bambini. Pensando poi che un bimbo possa credere di poter cambiare sesso, al posto di conoscersi e al disastro di idee contrastanti che si potrebbero creare nella sua mente, sono rimasta sconvolta.

Mi rendo sempre più conto che da bambina, alcune idee anche se sostenevo fossero giuste erano assolutamente sbagliate. Anche se piangevo perché mi venivano negate dai miei genitori, mi accorgevo solo dopo che erano loro ad avere ragione. I bambini non hanno facoltà di scegliere e prendono stampo in base a come vengono educati. Questa forma di pensiero, invece, vuole sostenere che la facoltà possano assumerla già da piccolissimi, perché stimolati già da piccoli dai progetti portati avanti all’interno delle scuole.

La ragione che mi ha spinto a non rifiutare l’idea di andare a Roma, alla manifestazione, è stata quella di proteggere mia sorella, ancora alle elementari e tutti i bambini che sono il futuro della nostra società. Sono stata contenta di andarci e in certi momenti, mentre parlavano gli organizzatori della manifestazione ho chiuso gli occhi e mi sono soffermata a pensare.

Mi faceva sorridere il fatto che ci fossero un milione di persone diverse, provenienti da tutta Italia che si battevano per una stessa causa, con parti politiche diverse magari, chi più aggressivo chi meno. Ma c’era forza e amore nell’aria, c’era felicità e collaborazione. Le persone parlavano tranquillamente tra di loro e non erano snob o indifferenti, come spesso di è soliti essere. In più, non mi sentivo la sola con ideali diversi dalle realtà contro natura che si diffondono a perdita d’occhio. Ho anche capito meglio alcuni aspetti del gender, è un’idea filosofica senza basi solide. Sono rimasta male scoprendo che adesso i generi non sono più 2 o 4 come si può pensare, ma molti di più, di cui solo due sono stati creati da Dio. L’uomo si è preso la briga di sbizzarrirsi in tutti i sensi. Come diceva una scrittrice che ha parlato, non siamo noi cristiani a mettere il limite per cui omosessuali non possono avere bambini naturalmente o uomo e donna non possono essere biologicamente uguali, ma è la natura a farlo. E la natura, se non rispettata, sa essere spietata. Non è misericordiosa come Dio.

Ho trovato la manifestazione un evento coinvolgente e molto interessante, anche come sensibilizzazione verso tutti di questa situazione. Vorrei motivare tutti i cristiani ad interessarsi a questa teoria e a prendere posizione, perché attaccando i bambini con idee contrarie alla natura e alla famiglia, danneggiamo in modo irrimediabile la società e soprattutto la famiglia del domani".

Per aver "quasi quindici" anni, è una ragazzina dalle idee molto chiare, a tal punto da esporle correndo il rischio di essere impopolare tra i suoi coetanei. Il suo desiderio di prendersi cura dei più piccoli, così come qualcuno fece con lei, conferma quanto sia vero ciò che ripeteva Madre Speranza: è fondamentale educare ai valori fin dalla tenera età, perché quanto si impara da bambini rimarrà e porterà frutto, fino a quando, una volta adulti, diverranno utili per la società.

Dalla testimonianza di questa giovane trapela, inoltre, un senso di responsabilità che diventa gratitudine verso chi le ha insegnato ad essere libera e impegno concreto affinché anche altri possano aprirsi a qualcosa di positivo e di costruttivo, fino a divenire artefici della propria e altrui vocazione all’amore.

In tutto questo non si ritrova animosità e tanto meno omofobia, ma solo la consapevolezza di essere dono, creatura e non Creatore; trapela il desiderio e la speranza di non defraudare l’essere umano della propria identità di uomo e donna. Per quanto la ricerca scientifica tenterà di fare, non riuscirà a rendere identici o ad eliminare i tratti unici e complementari del maschile e del femminile, pensati dal Creatore a servizio della vita, del bello e del bene.

Come ricorda Papa Francesco, "la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione!» (Lettera a Repubblica, 11.9.2013). Gesù è verità e "proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" (GS 22). Alla luce di tutto ciò, l’auspicio non può che essere quello di imparare da Cristo a toccare con rispetto e avvicinarci con misericordia alle nostre e altrui ferite, sicuri che solo la verità può renderci veramente liberi e capaci di gettare ponti piuttosto che costruire muri.

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ultimo aggiornamento 15 marzo, 2017