Gesù Cristo,
mano tesa ai peccatori
Sac. Angelo Spilla |
Desidero soffermarmi sulla Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II. La liturgia ce la propone soprattutto nelle Messe a carattere penitenziale. Il testo è molto bello e profondo e ci invita alla riflessione. La seconda Preghiera Eucaristica della Riconciliazione sottolinea particolarmente la dimensione ecclesiale della riconciliazione. Qui vengono cantate le gesta di Dio che riguardano non il passato ma l’oggi. E questo diventa importante per noi perché si riallaccia con la nostra vita odierna. |
Iniziamo a leggere e meditare le parole di questo Canone Eucaristico che nel "post sanctus" si sofferma al rendimento di grazie e alla benedizione al Signore del cielo e della terra (cfr. Mt 11,25).
Anche per noi sarà un ringraziamento al Padre per Gesù Cristo, per tutto quello che ha fatto e continua a fare nella vita di tutti i giorni. Per fare questo ci lasciamo guidare dalle espressioni contenute, quindi, in questa Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II.
Chi è Gesù Cristo? Qui nel testo liturgico viene designato innanzitutto con immagini assai suggestive: "Parola che salva, Mano tesa ai peccatori, Via che porta alla pace di Dio". Come Parola egli ci invita alla conversione e all’amore scambievole; come mano tesa ci raccoglie nel suo sacrificio, come Via ha consegnato se stesso alla morte per noi.
Adesso ci soffermiamo sulla prima di queste definizioni: "Gesù Cristo, la mano che tendi ai peccatori".
Nel vangelo ci sono diversi riferimenti a gesti compiuti con le mani di Gesù. Quando Gesù afferra la mano di Pietro per sottrarlo dalle acque del lago e lo spinge dentro la barca (Mt 14,31), quando fa alzare dal letto la suocera di Pietro in preda alla febbre e questa una volta presa per mano viene guarita e si mette a servire (Mc 1,31), quando prende per mano l’epilettico indemoniato e lo fa alzare ed egli stette in piedi (Mc 9,27); quando prende per mano la bambina, figlia di Giairo, che era morta e le ridona la vita (Mc 5,41), quando impone le mani sulla testa dei bambini in segno di affetto e chiede che nessuno impedisca che i piccoli vadano a lui (Mt 19,14 e Mc 10,16). Ma anche Pietro ripeterà questa esperienza – e ciò ci viene riportato nel libro degli Atti degli apostoli – quando un primo pomeriggio salendo al tempio di Gerusalemme, assieme a Giovanni, prende per mano un paralitico dalla nascita e lo guarisce.
Da qui vediamo come Gesù è la mano di Dio, la mano tesa ai peccatori, la mano che reca vita e salvezza.
Anche nella nostra vita abbiamo certamente constatato questa vicinanza di Gesù, questo lasciarci prendere per mano. È lui che ci ha tirati fuori da certe brutte situazioni, da momenti difficili, da fragilità, malattie, miserie, solitudini. È la mano che tende ai peccatori e ci salva: "Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano"( Lc 5,32). Un ringraziamento al Padre, quindi, per Gesù Cristo: "Egli è la mano che tendi ai peccatori".
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ultimo aggiornamento
15 gennaio, 2016