Anno Santo della Misericordia 2015-2016
"Un incontro con Dio che ci aspetta a braccia aperte, come fa il padre con il figlio prodigo" (Papa Francesco)
(seguito)
LETTURE BIBLICHE INTRODUTTIVE
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE |
1. | Consigliare i dubbiosi |
Ogni tanto nella vita sperimentiamo dei dubbi: è come quando si arriva a un incrocio e non si sa dove andare. Possono essere dubbi di carattere esistenziale (cf. Mt 1,18-21), o di carattere spirituale (Gv 20,24-29).
In questi casi c’è bisogno di un consiglio saggio e spassionato che, senza forzare minimamente la libertà di scelta, aiuti a superare quel momento di blocco interiore e a riprendere con agilità il proprio cammino. 33
E questo consiglio può venire: o direttamente dall’alto, come una sorta di illuminazione diretta (cf. Sal 16/15,7); o da qualche altra persona illuminata, talvolta anche molto semplice e umile (cf. 2 Re 5,13-14).
Dal punto di vista pratico, la prima opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) la necessità di un atteggiamento rispettoso e dialogante verso tutti, per avvalerci dei possibili suggerimenti di ciascuno; 2) l’importanza di un accompagnamento interiore – tipo quello di un Confessore o Direttore spirituale –, per un progresso sicuro sul cammino della grazia.
2. | Insegnare agli ignoranti |
L’ignoranza dunque esiste ed è causa di tanti mali: a livello personale e sociale, teorico e pratico, spirituale e morale... Solo la conoscenza delle verità – e della Verità – rende coscienti e liberi (cf. Gv 8,31-32).
Ora, in rapporto alla verità più profonda sul mistero di Dio e dell’uomo, uno solo è l’autentico Maestro: il Signore Gesù, il quale ci insegna con la sua parola, il suo esempio, il suo Spirito e la sua Chiesa (cf. Mt 23,8).
Dal punto di vista pratico, la seconda opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di conservare in noi quanto di più prezioso abbiamo ricevuto da genitori, insegnanti ed educatori; 2) di trasmettere ad altri ciò di cui siamo maggiormente convinti a livello culturale, esistenziale e spirituale.
3. | Ammonire i peccatori |
Questo tipo di richiamo è uno degli aspetti più preziosi dell’opera svolta dagli antichi Profeti (cf. Ez 33,1-9), da Gesù stesso (cf. Mt 11,20-24) e da tanti Santi (cf. Mt 14,3-5), specie in presenza di un possibile scandalo.
L’ammonimento a chi sbaglia va sempre fatto con franchezza e coraggio, ma anche con rispetto e carità (cf. Ef 4,25-32), dicendo le cose prima al diretto interessato e poi eventualmente ad altri (cf. Mt 18,15-17).
Nello stesso tempo, il richiamo va offerto con profonda umiltà: sapendo che nessuno è senza peccato (cf. Gv 8,1-11); e che sovente, alla pagliuzza altrui, corrisponde una trave nel proprio occhio (cf. Mt 7,1-5).
Dal punto di
vista pratico, la terza opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di accettare eventuali correzioni e osservazioni, specie da parte di chi ha una qualche responsabilità sopra di noi; 2) di rendere testimonianza alla verità delle cose, soprattutto in campo morale, con franchezza e libertà evangelica e senza rispetti umani nei confronti di nessuno.4. | Consolare gli afflitti |
Consolare significa: farsi vicino a chi sta soffrendo; condividere con lui il peso della preoccupazione; saper dire le parole giuste al momento giusto; e – in quanto possibile – dare una mano per alleviare il problema...
Ora, Gesù è venuto appunto per "risanare i cuori affranti e fasciare le loro ferite" (cf. Sal 146/147,3); e per donare il suo Spirito che è «Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo» (Sequenza).
E «ancora oggi, come buon Samaritano, [Gesù] viene accanto ad ogni uomo, piagato nel corpo e nello spirito, e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza» (Prefazio; cf. Lc 10,33-34).
Dal punto di
vista pratico, la quarta opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di farci carico in qualche modo delle preoccupazioni degli altri, senza chiuderci nella indifferenza e nel cinismo; 2) di valorizzare a questo scopo tutte le occasioni di incontro, di ascolto e di dialogo; 3) di attingere alla luce e al conforto dello Spirito Santo, per noi stessi e per gli altri.5. | Perdonare le offese |
Si rende allora necessario l’atto del perdono, il quale – solo esso – riesce: a spezzare la spirale della vendetta; a ricucire in qualche modo gli strappi; a umanizzare la vita; e a riportare il sereno da una parte e dall’altra.
Gesù ha fatto del perdono il cuore e il vertice del suo Vangelo: quello che il Padre celeste elargisce ad ogni suo figlio; e quello che ciascuno di noi dovrebbe elargire ad ogni suo fratello (cf. Mt 5,38-48; Lc 6,27-38).
Gesù perciò ha inteso: commisurare il perdono tra di noi con quello di Dio stesso; e collegare il perdono di Dio verso i nostri debiti con quello che noi concediamo di fatto ai nostri debitori (cf. Mt 6,12; 18,21-35).
Dal punto di
vista pratico, la quinta opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di esaminare con attenzione i residui di ostilità presenti nel nostro cuore, nei confronti di chi ci ha offeso; 2) di chiedere con più convinzione l’aiuto della grazia, per fare il primo passo – o accogliere il segnale che viene dall’altra parte – e riuscire così a vincere il male con il bene.6. | Sopportare pazientemente le persone moleste |
Ecco allora la necessità di sopportare queste persone con pazienza, ossia: senza lasciarsi trasportare dal primo impulso emotivo; rispettando il loro modo di essere e di fare; e aspettando la loro lenta corrispondenza...
Gesù, in fondo, ha fatto la stessa cosa con i suoi apostoli, i quali gli stavano sempre accanto, ma non sempre ne capivano l’insegnamento e il comportamento, a partire da Pietro (cf. Mt 16,21-23; Lc 22,31-34).
La pazienza che serve in questi casi è quella che deriva dalla vera carità, che «tutto sopporta» (cf. 1 Cor 13,4-7); ed è quella del contadino, che «aspetta con costanza il prezioso frutto della terra» (cf. Gc 5,7-11).
Dal punto di
vista pratico, la sesta opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di migliorare la nostra capacità di accettazione e integrazione con tutti quelli che ci circondano (in famiglia o comunità, con i vicini, sul posto di lavoro...); 2) di esercitare questa specifica virtù, soprattutto nel campo educativo e pastorale, con le persone più difficili e problematiche (il bambino vivace, il giovane ribelle, il parrocchiano ostile...).7. | Pregare Dio per i vivi e per i morti |
Ecco allora la necessità di ricorrere alla preghiera, strumento umile ma efficace con il quale facciamo appello al Dio onnipotente e misericordioso, perché venga in soccorso non solo dei vivi, ma anche dei morti.
È ciò che ha fatto Abramo, per le città corrotte di Sodoma e Gomorra (cf. Gen 18,20-33); Mosè, per il popolo in battaglia (cf. Es 17,8-13); Giuda il Maccabeo, per i caduti in guerra (cf. 2 Mac 12,38-45)...
Anche Gesù ha costellato il suo ministero pubblico con tempi prolungati, dedicati al dialogo con il Padre suo e all’intercessione per i suoi discepoli, specie nella vigilia della sua passione e morte (cf. Gv 17)...
Dal punto di vista
pratico, la settima opera di misericordia spirituale ci ricorda: 1) di adorare, domandare e ringraziare anche per conto di chi ordinariamente non lo fa; 2) di farci carico delle infinite necessità del mondo intero, specie nei momenti di maggiore conflittualità; 3) di suffragare con preghiere ed opere meritorie le Anime sante del Purgatorio; 3) di apprezzare e sostenere il carisma specifico delle Comunità contemplative.P. Gabriele Rossi fam
33 In questo senso, si può dire che i dubbi sono nodi da sciogliere a quattro mani.
34 La prima forma di sapienza rimane ancora quella di "sapere di non sapere".
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ultimo aggiornamento
16 febbraio, 2016