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Navas Ortega Don Angel sdfam
Nasce il 14 febbraio 1945 a Logroño (Spagna) e muore il 24 febbraio 2016 Don Angel Navas, della Diocesi di Logroño, è stato il primo Sacerdote diocesano FAM della Spagna ad abbracciare questo ideale proposto per il Clero diocesano. Sentiva il bisogno di appartenere non solo al clero della sua diocesi, ma anche ad una Congregazione come quella "voluta dal Signore per il suo amato Clero", secondo le parole di Madre Speranza. Così decise di entrare nella Congregazione dei Figli dell’Amore misericordioso. Cominciò i suoi primi contatti con noi in Spagna, proprio nel 1983, l’anno della partenza da questo mondo di Madre Speranza. È venuto varie volte anche a Collevalenza, dove amava sostare in preghiera nel Santuario del Crocifisso, e sapeva supplire, con la simpatia del suo carattere e la giovialità del suo sorriso, la fatica che faceva con la lingua italiana. Ha svolto la sua attività pastorale nella Parrocchia di "Palacio", a Logroño, ed è stato solerte cappellano del Collegio dei maristi che ne hanno apprezzato la dedizione. Un ex alunno, ora professore in quel Collegio, ha testimoniato nel suo funerale: "Tu eri per noi più che il cappellano del collegio, eri il nostro amico, compagno, il nostro prete, con te abbiamo vissuto grandi momenti: hai partecipato a molte delle nostre nozze, battesimi, funerali, e ci hai fatto crescere nella fede e nella nostra identità di cristiani, così come lo hai fatto nella tua parrocchia, vicino a quelli che avevano maggiormente bisogno, a quelli che gridando "Padre Angel!" ti salutavano in tutto il Quartiere Vecchio, anche se a volte i più piccoli te ne combinavano qualcuna grossa… Sentiremo la mancanza della tua ironia simpatica e delle tue battute che risvegliavano in noi un sorriso, così come della preghiera che quotidianamente elevavi al cielo: ‘Prego perché Gesù volga lo sguardo su qualcuno di voi, affinché diventi religioso’, desideroso che qualcuno o qualcuna seguisse i tuoi passi." Frutto di questa preghiera è stato sicuramente l’aver contagiato la sua vocazione, con la gioia che lo caratterizzava, alla nipote Mari Carmen Ventura, ora Ancella dell’Amore misericordioso. Ha vissuto, con grande gioia e semplicità, l’unione con il Clero, come hanno testimoniato i circa sessanta sacerdoti che hanno concelebrato al suo funerale, accompagnati dai confratelli e dalle consorelle della nostra Famiglia religiosa. Gli ultimi anni, dopo la morte della mamma con cui viveva, lo hanno visto provato dalla malattia, ma senza perdere mai il sorriso. Al funerale è venuto anche il "patriarca de los gitanos", che abitano la zona della parrocchia di Palacio, segno della grande considerazione in cui era tenuto anche da loro. Riposa in pace caro Don Angel. A te piaceva molto cantare, ora ti pensiamo in quella gioia piena e dolcezza senza fine, cantando le misericordie del Signore. Continua a sorriderci dal cielo, veglia sulla nostra famiglia religiosa e intercedi perché il Signore della messe ci mandi rinforzi. Prega in particolare per la nostra missione sacerdotale, affinché possiamo essere vicini, come veri fratelli, ai pastori della Chiesa di oggi nelle loro difficoltà, fatiche e speranze. Grazie per la tua testimonianza.
Maria Giammaroni eampat
Nata a Marsciano, 13 aprile
1932 Maria, nata a Marsciano, all’età di 27 anni è entrata nella Congregazione fondata da M. Speranza per donarsi totalmente al Signore, nella realtà delle Ancelle impegnate nelle attività temporali. Senza segni esterni di consacrazione, ha vissuto la fecondità del chicco di grano che, nascosto, continua a portare frutto, un frutto che rimane. Ha speso con generosità e dedizione, a servizio dei sacerdoti, bambini, anziani e infermi, i suoi 56 anni di vita consacrata nelle case di Fermo, Fidenza, Fratta Todina, Macerata, Montecchio e Collevalenza. Quando le si chiedeva "Maria, come stai?", la sua prima espressione era sempre la tipica parola umbra: "Cocca mia, mi vedi… come Dio vuole!". La sua vita e donazione è stata segnata da una lunga e invalidante malattia che l’ha resa sofferente e l’ha spinta a cercare di vivere con pazienza, coraggio e dignità la sua infermità. La sua forza è certamente stato quel santo rosario che pregava e teneva tra le mani, sostenuta dalle sorelle e dal personale che hanno avuto cura di lei con premura, dalla sua famiglia naturale, in particolare dalla sorella Suor Maria Angela che fa parte della Famiglia religiosa. Immaginiamo che dopo tanta sofferenza, Dio, nel suo infinito amore, l’abbia abbracciata e che le abbia dato il premio per la sua fedeltà di Ancella. Grazie Maria, dal cielo continua a sostenere la tua famiglia naturale e la nostra Famiglia dell’Amore Misericordioso sparsa nelle diverse parti del mondo. |
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ultimo aggiornamento
13 aprile, 2016