La lettera

 

Un varco di luce

Carissimo,

fu la luce, ma l’uomo fece il buio.

È qui che Dio inventa la sua presenza sulla terra. Irrompe l’infinito della luce, la danza, la festa, il canto, la gioia: "Neppure le tenebre sono buio per te, o Signore".

Nella luce di Cristo, lo stupore di una ragazza ebrea, una di noi, chiamata alla luce. Maria, vergine della gioia inaspettata, luce incontaminata di Dio, madre vhe genera la luce, che canta la luce, che è assunta alla luce.

La donna "vestita di sole", la creatura che ritorna intatta al suo Creatore: "Risplende la Regina, Signore, alla tua destra, splendente di oro e di gemme".

È il trasalire della luce, il canto dell’Akathistos, dalla Nascita all’Apocalisse. Maria, "porta del cielo", che ci apre alla luce, al "terzo giorno", al futuro. Il varco della luce che si fa Giubileo, la misericordia spalancata da Papa Francesco sulle stragi, gli orrori, le agonie di questo tempo.

È l’intimità mistica dei santi che implora: "Vivimi tu, Maria...". Lasciarci vivere da Maria, lasciarci trovare da Maria, lasciarci abitare da Maria, possedere da Maria, lasciarci incantare, l’unico modo per incantare.

Traboccare di luce. Traboccare, perché non serve più parlare. Servono le emozioni, le immagini, serve lo stupore, l’incantamento, serve "essere in". Entrare nella luce, prendere luce, raccontare la luce, diventare noi stessi luce.

Sì, incontrarti, un giorno, Maria! Canzone di Dio, ragazza di Dio, sangue che ci appartiene. Cercarti, trovarti, sapere come sei fatta, il tuo diario, la tua anima, il tuo segreto, i tuoi occhi di tenerezza, di maternità, di impossibile, di luce.

Maria, il sogno che Dio ci ha dato!

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 06 settembre, 2016