pastorale familiare Marina Berardi
"Lascialo ancora quest’anno..."
(cf. Lc 13,8)
(seguito)
LEI. "Dobbiamo sempre vedere in tutto la volontà di Dio e cercare il modo di uniformarci ad essa. Ossia sforziamoci perché tutta la nostra vita sia ancorata sulla volontà e gloria di Gesù. Vivendo in questo modo siamo certi che le cose di quaggiù non ci faranno soffrire, perché tutti gli avvenimenti della vita, favorevoli o avversi saranno pieni della gloria divina". Queste parole di Madre Speranza rispecchiano la presenza del Signore che ci ha guidato passo dopo passo, ci ha seguito con un amore di predilezione per la nostra coppia. A me, pian piano, ha portato alla verità, per aiutarmi a non rompere definitivamente ciò che per Lui è sacro: la nostra unione.
Con la morte di mia suocera feci celebrare le Messe gregoriane per lei, alle quali partecipai ogni mattina nella cappella delle suore, alle 6:30. Pregavo insistentemente per mia suocera e per mio marito; ma i primi benefici li ho ricevuti io. Come d’incanto, il muro che avevo alzato nei suoi confronti si stava sgretolando. Dentro di me sentivo un impulso a perdonarlo ad amarlo nonostante tutto, a riaccoglierlo. Sentii scomparire la tristezza e cominciai a sentire una pace e una gioia capaci di perdonare e di amare al di là di tutto. Il Signore ha curato il mio cuore ferito e lo ha reso docile al suo disegno divino.
Tra l’altro, dopo la morte della mamma, cominciammo a sentirci qualche volta al telefono, ci mandavamo dei messaggi. Mi disse che sarebbe andato a Collevalenza un week-end per trovare pace e serenità e fare il bagno nelle piscine del Santuario.
Un sabato pomeriggio sentii il desiderio di recarmi a Collevalenza. Ricordo che, il mio ormai ex-marito, mi chiamò al telefono per dirmi se volevo raggiungerlo a Collevalenza, ma io ero già a metà strada! Fu così che cominciammo a rivederci, a parlare; mi parlò di tutto quello che era successo, di tutte le sensazioni dolorose che aveva provato e del vuoto che sentiva dentro… Quando mettiamo la parola fine nella nostra vita, il Signore interviene per iniziare daccapo una vita nuova.
Ripenso a quando io stessa lo misi alla porta, alzai un muro, una barriera che ci ha portato alla separazione legale. Però in cuor mio un barlume di speranza l’ho sempre conservato… Mi tornavano nel frattempo alla mente quelle parole tante volte ripetute da Padre Arsenio: "Figliolina, il Signore ti vuole santa!". Non capivo, però ho sempre conservato nel cuore le parole di questo santo sacerdote, Figlio dell’Amore Misericordioso che mi fece sperimentare concretamente la sofferenza di Gesù in cuor suo per le mie sofferenze e angosce.
Fin dall’incontro a Collevalenza, non riuscivo più ad immaginarlo a casa della madre da solo. Gli chiesi di tornare a casa; lui voleva aspettare ma io insistetti e così – dopo un anno esatto! - il 6 giugno del 2015, tornò a casa a vivere in famiglia. Non tutti condividevano tale scelta, parenti e amici molti erano increduli e pensavano che non fosse la scelta giusta.
La sofferenza, la prova e la delusione, come prima reazione, portano al rifiuto, alla rabbia e alla ribellione. Io, invece, ero convinta che tutto passa prima nelle mani del Signore, e se lui lo permette è di sicuro per il nostro bene anche se in quei momenti non lo vediamo chiaramente. Tanti gli episodi in cui abbiamo chiaramente visto che Dio è stato ed è al nostro fianco.
La nostra vita di coppia, nata sotto la benedizione della Madonna Ausiliatrice, era stata avvolta dall’amore, dalla misericordia e dal perdono come dono.
Essere Laici dell’Amore Misericordioso significa proprio questo: intraprendere un cammino di santità! Dobbiamo abbandonare l’idea che i santi sono solo quelli del calendario e noi siamo altro. Essere santi significa capire che siamo figli di Dio, sentire Dio nostro Padre e desiderare di compiere la sua volontà: "E oggi, Signore, cosa mi chiedi? Cosa dobbiamo fare per santificarci, per portare avanti il progetto che mi hai affidato?".
Dio ci ha teso un bellissimo agguato, ha acciuffato mio marito per fargli sentire l’Amore di un "Padre buono e tenera Madre" che non è felice senza la sua "preda" e, al tempo stesso, ha sorretto me.
LUI. In questi due anni sono tornato a vivere, grazie al Signore che mai si è stancato di tendermi la mano e di cercare in ogni modo di ammorbidire il mio cuore, ma anche grazie a mia moglie che mi ha accolto ancora una volta nel suo cuore ferito. Lei è andata contro tutto e contro tutti, contro la razionalità di parenti ed amici; sa di aver ricevuto molte critiche per avermi accolto di nuovo. E poi i miei figli che, anche se apparentemente lontani dalla fede, hanno lavorato instancabilmente su di me e su mia moglie per farci ricostruire una famiglia che ormai era divisa, sfasciata… Si è invertita la parabola: sono stati figli misericordiosi con il padre prodigo. Quando sono tornato a casa hanno voluto festeggiare tra noi soli! In casa si respirava un profumo d’amore come mai c’era stato, hanno messo tutto via: rabbia, rancore, disperazione, esaltando l’amore della famiglia ritrovata.
In tutto questo ho sentito forte la presenza di Madre Speranza nel mio cuore, l’agire del Signore e la sua misericordia. Credo di poter dire che in me è avvenuto un vero miracolo spirituale che forse non è dimostrabile. I miei fratelli dell’Associazione mi hanno riaccolto dandomi la loro fiducia incondizionata, soprattutto alcuni di loro, che non potrò mai dimenticare nelle mie preghiere. Hanno sempre creduto che la misericordia sarebbe stata la mia ancora di salvezza ed hanno avuto ragione. Grazie, Fratelli! Sono tornato a pregare con desiderio, soprattutto con mia moglie come mai avevamo fatto in trentotto anni di matrimonio. Ringrazio per tutto questo Madre Speranza, la mia famiglia e il nostro Gesù Cristo Amore Misericordioso.
Preghiamo quasi tutti i giorni una pagina di vangelo, la Novena all’Amore Misericordioso e l’invocazione allo Spirito santo; leggiamo libri che ci aiutino a guarire, perché entrambi abbiamo ferite da curare e l’amore e il perdono ce le stanno fasciando.
LEI. Il servizio reso all’interno del nostro gruppo è stato per me una grazia straordinaria, non per quello che ho donato ma per quello che ho ricevuto. L’Amore Misericordioso di Dio era sempre in agguato, per farci scoprire il suo progetto, la sua volontà e non la nostra.
L’art. 3 dello Statuo della nostra amata Associazione dice testualmente: "Il contenuto essenziale della spiritualità trasmessa dallo Spirito a Madre Speranza è: Dio Amore Misericordioso, che nel Signore Gesù si è mostrato meravigliosamente ricco di misericordia nei confronti degli uomini specialmente dei poveri, degli infelici, dei sofferenti e dei peccatori". Sembrava tutto dimenticato! "…anche l’uomo più perverso è amato da Dio con immenso amore…": Belle parole, ne ero profondamente consapevole e convinta, ma quando dal pensare si deve passare all’agire le cose cambiano. In questo senso il Signore mi ha fatto fare un cammino.
Quando mio marito era nell’abisso più profondo continuavo a temere per lui, per la sua anima. Chiesi allora alla Suora che ci seguiva cosa potevo fare per caricarmi dei suoi peccati. Lei mi rispose, che niente di più di quello che facevo: offrire la sofferenza a Dio. Oggi ho capito, con l’aiuto della Parola, che tutto quello che facciamo in coppia non è proprio ma è anche dell’altro. Il bene compiuto se riusciamo a farlo, è bene accreditato all’altro, il peccato commesso dall’uno se portato e offerto dall’altro aiuta alla redenzione di entrambi. Il bene si raddoppia e il male si divide, si può dividere e redimere.
Madre Speranza sarà canonizzata per il prossimo miracolo fisico che farà, ma lei è per tutti noi già santa, perché ogni giorno compie miracoli spirituali, che purtroppo la scienza e la medicina non possono dimostrare.
Insieme, continuano a dire con la vita: Con noi e per il nostro matrimonio ha compiuto un miracolo grandioso. Il nostro amore è rinato e l’amore di Dio, giorno dopo giorno, sta risanando le profonde ferite fino a renderle delle cicatrici, segno indelebile del passaggio della grazia.
Ringraziamo Dio e non ci stancheremo mai di annunciare quanto Dio ci vuole bene e vuole il nostro bene. Ringraziamo Dio del bene immenso che vuole ad entrambi e dell’agguato che ci ha teso per trasformarci.
Grazie Signore che ci aiuti ogni giorno, che sei presente ogni giorno nella nostra vita, che ci guidi, ci indirizzi, ci rimproveri, ci incoraggi.
Grazie perché noi abbiamo bisogno di te, abbiamo bisogno di tutto. Abbiamo capito solo oggi cosa vuol dire che da soli non ci si salva! Siamo in cordata cari fratelli e questa è la nostra forza!
Quando ebbi il dono di ascoltare questa testimonianza era il 22 ottobre, giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di San Giovanni Paolo II, ed eravamo a Collevalenza, nel salone della Casa del Pellegrino a lui intitolato. Fu lì che, in occasione del suo primo viaggio apostolico dopo l’attentato, il Papa da tutti tanto amato diresse delle bellissime parole alla Famiglia religiosa. Oggi mi piace immaginarlo rivolto ai Laici dell’Amore Misericordioso: "Questo Santuario voluto per esaltare e continuamente celebrare i tratti più squisiti dell’Amore Misericordioso, consideratelo come costante punto di riferimento, culla della vostra vocazione, centro e segno della vostra particolare spiritualità" (Collevalenza, 22.11.1981).
È bello e riempie di speranza vedere famiglie che prendono sul serio il cammino di santità tracciato dalla Madre; famiglie che non si fermano davanti al limite e finanche al peccato, perché sanno che non è questo ad avere l’ultima parola, ma l’amore e il perdono; famiglie che si adoperano per essere trasparenza di una umanità bella e vera, pronte ad attendere "ancora un anno" perché il frutto dell’amore maturi.
Giunti in Avvento, anticipiamo il mistero e il segreto del Natale, lasciandoci avvolgere da quel profumo di famiglia che ha affascinato Madre Speranza e che continua a dissetare tante famiglie, rinnovando "la loro speranza e la loro gioia" (cf. AL 65).
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ultimo aggiornamento
20 dicembre, 2016