Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te
Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a
imparare a pregare alla scuola di Madre SperanzaPREGHIERA AFFETTIVA
Da quanto fin qui considerato, comprendiamo che per Madre Speranza perseverare nel cammino di preghiera favorisce una progressiva purificazione della vita, poiché fa crescere il desiderio di imitare l’Amato.
"Perché cresca in noi l’amore e la carità, dobbiamo pregare. Nella preghiera infatti si impara ad amare. Proprio lì, a tu per tu con Gesù, uniti a Lui in dolce e intimo colloquio, l’anima sperimenta la bontà, l’amore e la carità di Dio. Lì si impara anche a rinnegare se stessi, a frenare l’orgoglio e la superbia. "(El pan 15, 99)
Ma nello stesso tempo, cercare con tutte le forze la purificazione della vita e perseverare in questo, aumenta la profondità della propria preghiera e conduce ad una maggiore unione con Dio.
"Credo che, dopo aver purificato l’anima dai peccati e dalle cattive inclinazioni, il mezzo più efficace sia impegnarci con tutte le forze per raggiungere, con l’orazione e la mortificazione, una più intima unione con Dio.". (El pan 9, 310)
"Per vivere uniti a Dio, dobbiamo rinunciare a noi stessi, ai nostri intenti e assumere quelli del buon Gesù." (El Pan 16,173)
"Non arriveremo all’amore puro e autentico se non mediante la rinuncia di noi stessi, la carità e la penitenza".
(El pan 9, 318)A chi ama, a questo punto diventa chiaro che il centro della preghiera è Dio e non più le nostre parole o le nostre necessità da esporre, ma solo Dio e il suo amore per noi. L’unica risposta è restare alla Sua presenza, abbandonare tutte le parole e lasciare il posto al silenzio della contemplazione, cioè esercitarsi con attenzione e il massimo impegno ad essere totalmente presenti a Lui, presente in noi. Esercitarsi con attenzione ad accogliere il suo amore per noi e imparare col massimo impegno a lasciarci amare da Lui. Siamo troppo convinti, infatti, di essere noi a dover dare qualcosa a Dio con la preghiera ed invece è Lui che dall’eternità ci sta aspettando per poterci dare quello di cui più abbiamo bisogno: scoprire quanto siamo amati e mai lasciati soli in alcun momento della nostra vita.
"Il fine delle anime fervorose è fare di Te, Gesù mio, il centro della propria vita e per questo è necessario esercitarsi con attenzione e il massimo impegno nell’orazione affettiva per ricavarne la conoscenza di Te, del tuo amore e un forte desiderio di imitarti."
(El pan 9, 281)Maria Antonietta Sansone
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ultimo aggiornamento
09 marzo, 2017