La lettera
Qualcuno risponde
Carissimo,
solitudine, la grande povertà di oggi.
Ascolto, il bisogno radicale, geneticamente radicato in noi.
Il bisogno dell’uomo. Non si vive se non si ascolta. Non si vive se non si sa di essere ascoltati. Non si vive se non si sa di essere ascoltati da Qualcuno che è capace di ascoltare di più.
Essere ascoltati. Ed è la grande delusione dell’uomo. Penso ai nostri telefonini. I telefonini, che abbiamo inventato per ascoltarci più urgentemente. Ebbene, dall’altra parte della ricezione, c’è quasi sempre una voce metallica che dice: "L’utente richiesto, momentaneamente, non è raggiungibile".
Ma noi, proprio in quel momento, volevamo essere ascoltati.
E ci sono le strutture pubbliche. La nostra chiamata – il nostro bisogno di ascolto! – e, invece, quella voce, intercalata da quella musichetta, che ti esaspera e ti rimanda sempre: "L’operatore è momentaneamente occupato, si consiglia di restare in linea per non perdere la precedenza".
Ma noi, anche qui, avevamo urgenza di comunicare.
C’è di peggio. Può accadere che "non c’è campo", ma è proprio qui che il Cielo fa la differenza. La comunicazione di Dio non ha interruzioni, è sempre aperta, sempre connessa, sempre accessibile, sempre, sorprendentemente, esposta all’ascolto, all’accoglienza, al futuro della terra.
Il Cielo non ci da mai il "segnale debole o assente".
Fermarci a parlare con Dio, lamentarci anche, così come ci si lamenta in famiglia, per paura, per amore, per rabbia, e, però, dire sempre grazie, giurando che Egli è con noi, in noi, sa tutto di noi, ha appeso la nostra voce all’amplificazione del Suo cuore!
Nino Barraco
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ultimo aggiornamento
09 marzo, 2017