Verso una cultura della misericordia

Luigi Alici*

 

Verso una cultura della misericordia

 

Il 20 novembre 2016, a conclusione del Giubileo straordinario della Misericordia, papa Francesco scrive la Lettera Apostolica "Misericordia et Misera". Il titolo evoca le parole con cui sant’Agostino commenta l’incontro tra Gesù e l’adultera, raccontato nel Vangelo di Giovanni: «Rimasero soltanto loro due: la miseria e la misericordia». Rispetto a "Misericordiae Vultus", Bolla di indizione dell’anno santo, ricca di suggestioni straordinarie sulla profondità teologica della misericordia, "Misericordia et Misera" apre a nuove prospettive di vita; il termine "cultura" ricorre spesso nel testo, in senso non solo negativo (per denunciare la "cultura dell’individualismo esasperato"), ma anche positivo, invitando a uscire dalla occasionalità dei gesti episodici e trasformare la misericordia in una forma di vita cristiana, generativa, riconoscibile e condivisa.

«Siamo chiamati a far crescere – scrive Francesco - una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli» (MM, 20). Questa cultura non ha niente di teorico, ma deve irrobustire una sorta di "artigianato" delle opere di misericordia, che aiuti a uscire dalla cultura dell’indifferenza e dell’individualismo, facendosi «vita quotidiana di partecipazione e condivisione» e generando una «vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicità di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cioè la vita delle persone».

Nel 2009, con l’intento di aprire il carisma delle Famiglie religiose dei Figli e delle Ancelle dell’Amore Misericordioso a una nuova frontiera di evangelizzazione, è nato a Collevalenza il "Centro Studi Amore Misericordioso" (CESAM). Oggi le parole di Francesco confermano il valore di quella intuizione, dandole nuovo slancio. A tale scopo, con questa nuova rubrica della Rivista, vorremmo, di volta in volta, approfondire il senso dell’invito di papa Francesco e insieme raccontare il cammino del Centro Studi, in modo che esso possa essere conosciuto e fatto conoscere per quello che è: un piccolo punto luminoso per rispecchiare e diffondere la profezia dell’Amore misericordioso, che s’irradia – grazie alla beata Madre Speranza – dal Santuario di Collevalenza.


* Prof. Luigi Alici, Università  di Macerata - Via Garibaldi, 20 - I 62100 Macerata

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 13 aprile, 2017