pastorale familiare Marina Berardi
La "buona vita" è la sorpresa dell’Amore!
(seguito)
Tra gli argomenti caldi di questi giorni c’è il cosiddetto Blue Whale, un "gioco" con il quale, a quanto sembra, vengono adescati adolescenti, tramite falsi profili nei social network, per proporre loro sfide progressivamente più pericolose. Cinquanta i passaggi da tenere rigorosamente segreti, in cui è possibile andare solo in avanti, pena minacce e ritorsioni. I compiti vengono comunicati da un "curatore" e consistono in prove estreme. L’intento, attraverso il plagio totale, è portare l’adolescente all’ultima e definitiva prova: raggiungere il palazzo più alto della città, gettarsi per suicidarsi e, ovviamente, restituire il tutto sui social network in una terrificante diretta(1).
La Polizia Postale, per sensibilizzare e prevenire, ha diramato un vademecum sia per i ragazzi che per i genitori, invitando questi ultimi: ad aumentare il dialogo con i propri figli su questo fenomeno della Balena Blue e capire cosa ne pensino; a vigilare sul rendimento scolastico, sul ritmo sonno-veglia, su gesti di autolesionismo, ecc.; a non drammatizzare né sminuire e a segnalare situazioni che apparissero a rischio(2).
Ci è chiesto di trovare il tempo per stare con i nostri ragazzi, di aiutarli a porsi le domande giuste e a non cercare risposte a colpi di click, tanto più da sconosciuti! Lo stesso essere loro accanto nel navigare on-line è un modo per dire che, seppure sanno meglio di noi come fare a districarsi nei meandri del mondo virtuale, noi possiamo indicare loro la rotta, dove andare: insieme, verso la "buona vita"!
Sì, la "buona vita", è uno slogan di Papa Francesco, una sfida buona proposta ai giovani in occasione del viaggio in Sri Lanka e nelle Filippine: "Non dobbiamo avere la psicologia del computer che pretende di sapere tutto. Tutte le risposte sono nel computer, nessuna sorpresa. Non giovani da museo, ma giovani santi e per essere santi bisogna usare tre linguaggi: pensare bene, sentire bene, fare bene. E lasciarci sorprendere dall’amore e questa è la buona vita" (18.1.2015).
Sempre di "sfida" si tratta, ma in questo caso viene chiesto di mettere in gioco la mente (pensare), il cuore (sentire) e la volontà (fare)… per il bene: è una proposta di santità! Madre Speranza la sottoscriverebbe immediatamente perché è la stessa sfida che lei accolse nel lontano 15 ottobre 1914, quando, nonostante circostanze avverse, seppe vivere con slancio un grande sogno, collaborando poi con Gesù per realizzarlo: "…diventare una grande santa, come Santa Teresa d’Avila"!
Per combattere gli ingannevoli ma quanto mai allettanti inviti a fumarsi il cervello, a lasciarsi risucchiare nel vortice di emozioni estreme e ad annegare in una profonda pigrizia, occorrono adulti e modelli credibili, unitamente a proposte capaci di affascinare i giovani. In questo senso, la famiglia, la scuola, la comunità ecclesiale e sociale, ma anche certi spazi del mondo virtuale, possono aiutare le nuove generazioni ad imparare a cimentarsi con la vita e a vivere il gusto di sentirsi protagonisti nel bene.
A stare bene attenti, spesso accade l’inverso: sono gli stessi ragazzi a stupirci e lasciarci… senza fiato! Un pomeriggio arrivai al Roccolo per una riunione e trovai Riccardo intento, con grande impegno e passione, a gonfiare un enorme pallone. Fin qui nulla di strano, se non il mettere a dura prova il fiato dei suoi polmoni. Ad un tratto, però, compresi che lo stava facendo per cercare dove la grande palla fosse forata, in modo da poter riparare i buchi con una toppa. Una volta gonfiato a dovere, un groviglio di mani di piccoli e grandi si sono messe a cercare da dove uscisse aria, in una pazza gara per mettere il "cerotto", certi di poter vincere la sfida!
In un mondo dell’usa e getta, dove ciò che è rotto spesso non si ripara perché, secondo una logica di mercato, conviene sostituirlo, potrebbero essere molti a pensare che questi bambini e giovani abbiano perso inutilmente il loro tempo. Eppure, non è stato così. Dietro a quei palloni (erano più di uno!) c’è una storia, un’esperienza, testimoniata tra l’altro da numerose firme, c’è il ricordo di un Raduno Ragazzi e Festa della Famiglia(3) vissuto insieme, alcuni da partecipanti ed altri da animatori. Come direbbe Madre Speranza, non c’è mai nulla di piccolo o insignificante se fatto per amore!
In un mondo in cui le tinte prevalenti sono quelle dell’indifferenza, del sospetto e della paura, tanto da farci trattenere e mozzare il fiato, la proposta e la richiesta delle nuove generazioni è quella di riaccendere insieme i colori della vita, pronti ad andare insieme controcorrente, proprio attraverso un pensare, sentire, fare… bene!
In questo modo, bambini, giovani e famiglie possono fare la differenza! Ho provato un’immensa gioia e, perché no, anche un certo orgoglio e soddisfazione per il fatto che i Giovani Amore Misericordioso stessero lì con le loro animatrici a testimoniare una grande verità: la vita è una bellissima sfida che va affrontata sempre, giorno dopo giorno; paradossalmente, a renderla unica e speciale è proprio quell’imperfezione che ci è chiesto di superare e affrontare!
La regola d’oro è saper godere per la gradualità del cammino, coscienti che non sempre le cose si possono ottenere tutte d’un fiato; è far memoria dei passaggi più impegnativi che ci hanno lasciato con il fiato corto o sospeso; è credere che, esperienza dopo esperienza, si può arrivare a respirare a pieni polmoni, fino a giungere alla maturità dell’amore.
Ci lasciamo di nuovo stupire dall’insegnamento di un adolescente, al quale è stato chiesto di rivisitare gli anni trascorsi nelle scuole medie: "Sono ormai quasi giunto alla fine del primo ciclo di istruzione, in questi tre anni di scuola media ci sono stati momenti di felicità, di tristezza, di delusione e di soddisfazione. Questo è l’ultimo anno, anno di studio "matto e disperatissimo", come diceva Leopardi; ci stanno aspettando dietro l’angolo gli esami di Stato. Mi ricordo ancora quando alle elementari si pensava alle medie come un incubo, a me sembrava già terrificante chiamare le nostre successive maestre "prof". Quando però cominciai a prenderci mano a chiamarle/li in questo modo, tutto sembrava più semplice.
Purtroppo abbiamo dovuto dire addio al Prof. Moreno, che è venuto a mancare l’estate scorsa. In quel tempo era estate e l’allegria delle vacanze si faceva sentire. All’arrivo di questa notizia il mio cuore si congelò all’istante, come tutto il corpo. Così in quello che doveva rappresentare un giorno di allegria, noi ragazzi della 3ª E (allora 2ª E), ci immergemmo in un pianto profondo, come se tutti i nostri cuori battessero allo stesso ritmo, con lo stesso andare, con la stessa tristezza, con la stessa anima! […]
In questo anno sto passando un importante passaggio della mia vita: l’adolescenza.
Questo è un periodo che mi farà riflettere sulle difficoltà della vita; è proprio in questi anni, infatti, che mi sento più maturo e vedo, inoltre, che il mio fisico sta cambiando: voce più rauca, statura più alta, ecc.
Circa un mese fa ho scelto la prossima scuola da frequentare: liceo classico. È stata una scelta difficile perché ho dovuto dire addio a molti amici che conoscevo fin dalle elementari però, da un altro punto di vista, non ho avuto tante difficoltà perché mi piacciono le materie come letteratura e italiano. Per essere sicuro di questa scelta ho partecipato all’"open day": in una mattina di lezione gli alunni di terza media partecipano (come studenti) all’indirizzo scelto. In quel giorno purtroppo c’è stato il terremoto e in quei giorni e dopo settimane il centro Italia ed i suoi abitanti erano ancora "smossi" (in tutti i sensi). Infatti circa un mese fa a Todi si è organizzato il Pi greco day "per riprendere" la situazione soprattutto turistica di quelle zone.
Gli anni delle medie sono anni di nuovi sentimenti e forse alcuni fatti, col passare del tempo li dimenticheremo, ma gli amici, i professori e il proprio cambiamento fisico e culturale non spariranno mai dai nostri cuori".
Questa forza e impegno dei nostri figli, vederli crescere, diventano lo stimolo a continuare a gonfiare il pallone anche se qua e là apparisse bucato. Ripenso a delle proposte di pastorale familiare che, ultimamente, sono sembrate, per così dire, un po’ sgonfie e alla voglia di continuare a scendere in campo come Famiglia di famiglie, certi che la "balena" può essere vinta e felici di poter tirare il fiato perché la "buona vita" è possibile sempre, a partire da noi: Lasciarci coinvolgere e sorprendere dall’amore, questa è la buona vita.
1) Cfr.
https://it.wikipedia.org/wiki/Blue_Whale2) Cfr. https://www.commissariatodips.it/notizie/articolo/blue-whale-consigli.html
3) La locandina e il programma della prossima XVI edizione: http://www.giovaniamoremisericordioso.it/wordpress/?page_id=532
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ultimo aggiornamento
16 giugno, 2017