Misericordia
è l’attributo che meglio si addice alla natura Divina nelle sue relazioni con noi
Emilio Maurizio Guerry
Arcivescovo di Cambrai, Francia, dal 1952-1966
«Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro»*
Tra tutti gli attributi divini, la misericordia è quella che spiega l’amore di Dio per noi.
I. - Perché nella misericordia di Dio fa risplendere meglio la propria gloria.
Dio vuole necessariamente la propria gloria. Essa è l’esigenza ineluttabile della somma indipendenza del primo Essere!
E la gloria di Dio non consiste nel ricevere, ma nel dare, nel manifestare le sue perfezioni comunicandole, come è gloria del sole illuminare, diffondere la propria luce.
La creazione dà gloria a Dio perchè ne manifesta
la potenza e la bontà: per essa, Egli trae l’essere dal nulla.
Con la misericordia, Egli manifesta in maniera ancora più splendida la sua potenza e la sua bontà, perchè trae il bene dal male, ridà la vita della grazia al peccatore che l’aveva perduta. Ora, il male è assai peggio del nulla e, d’altra parte, il bene della grazia che una sola anima può possedere è maggiore del bene naturale e creato di tutto l’universo(1): questo, infatti, avrà termine, mentre quello è germe di vita eterna.
«O Signore, Salvatore nostro, liberaci per la gloria del tuo Nome, e per il tuo Nome perdona i nostri peccati»(2)
II. - Perché la misericordia è l’attributo che meglio si addice alla natura divina nelle sue relazioni con noi
Quale attributo potrebbe spiegare l’amore di Dio per noi?
Forse la giustizia? Ma la giustizia esigerebbe il castigo, non l’amore. Di fronte a Dio, non possiamo rivendicare alcun diritto.
La sapienza? Ma la sapienza gli dimostra che siamo soltanto nulla e miseria e che quindi, da noi, non abbiamo cosa alcuna che meriti amore.
La santità? Ma noi abbiamo una cosa sola veramente nostra: il peccato.
Solo la misericordia spiega la ragione ultima del suo amore, perché il movimento fa chinare Dio verso la miseria e il nulla della sua creatura risponde alla natura stessa di Dio, che è pienezza infinita di bontà.
Ora, è proprio della bontà effondersi; è proprio della misericordia voler colmare ciò che è vuoto, arricchire di beni quelli che sanno di essere privi di tutto, rialzare i caduti, guarire i malati, consolare quelli che soffrono. Tutto ciò risponde a quella specie di bisogno che il Cuore di Dio sente: di dare, perdonare, donarsi.
O mio Dio, la mia miseria non deve più spaventarmi. Tu vuoi solo che io la conosca nella sua realtà e che l’accetti. Perché la miseria chiama la tua misericordia.
III. - Infine, perché il Cuore di Dio è quello di un Padre
Dio vuole essere nostro Padre dandoci la vita, associandoci alla sua vita.
Questo richiede, da parte nostra, innanzitutto il sentimento della nostra piccolezza: si tratta di essere bambini nei nostri rapporti con Lui, convinti di essere deboli e indigenti, di avere bisogno di appoggiarci unicamente a Lui.
Ma tutto questo significa anche e soprattutto che
siamo nello stato permanente di colui che è figlio solo perché ha ricevuto la vita dal padre. Di fronte a Dio, la nostra unica posizione possibile è quella di essere in uno stato di continua ricettività; da Lui infatti riceviamo la vita ad ogni istante, anzi la sua vita, perché Egli possa imprimere in noi la sua immagine e la sua somiglianza.
Padre delle misericordie! di tutte le misericordie, sotto qualsiasi forma! Questo non è l’attributo che eserciti verso di noi in rare circostanze: esso costituisce il tuo rapporto fondamentale con noi, perché in tutte le fibre del nostro essere noi siamo tuoi figli.
(Da Incontro al Padre Op. Regalità Milano)
*) Luca 6, 36.
1) Summa theologica, I-IIae quest. 113, art. 9, ad. 2.
2) Salmo 78, 9.
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ultimo aggiornamento
14 luglio, 2017