Verso una cultura della misericordia

Francesca Petetta

 

Alla fonte della misericordia*

La Collana "Rachamin / Misericordia", promossa dal Centro Studi sull’Amore Misericordioso, ha una sezione dedicata alle Fonti della tradizione cristiana. È appena uscito un altro titolo in questa sezione, dedicato all’idea di misericordia in Sant’Anselmo d’Aosta. Il curatore è il prof. Anselmo Grotti, al quale abbiamo rivolto alcune domande sul suo libro:

Entrare in dialogo con un autore come Anselmo, cercando di mostrarne l’attualità senza travisarne il pensiero, è un’impresa non facile. Qual è il modo in cui si è accostato a questo grande Santo e quali i motivi per cui oggi ne consiglierebbe la lettura?

Scegliere proprio Anselmo come autore da interrogare sul tema della misericordia può sembrare poco meno di una provocazione. Di solito si pensa a lui come esempio modo "medievale" (in senso corrente) di intendere Dio: Giudice terribile, duro nel tenere la conta dei peccati degli uomini e nell’esigere il prezzo di una morte ignominiosa del suo stesso Figlio. In realtà il pensiero di Anselmo è molto diverso da questi pregiudizi, per questo è fondamentale accostarsi alla lettera diretta delle sue opere.

Nella lettura diretta delle fonti anselmiane, quali sono gli elementi che ha trovato più interessanti per riflettere, oggi, sul tema della "fiducia nella scandalosa misericordia divina", come lei scrive?

Direi l’estrema confidenza nel rivolgersi con fiducia alla tenerezza di Dio. Più volte nelle sue Orazioni troviamo una sorta di duello dialettico con Dio o con i suoi intermediari, che sottende e rimanda a un rapporto di confidenza, all’inedito dono divino di poter chiamare "Abbà" Dio. Un Dio che, pur trascendente e Altissimo non è un moloch o un Baal, è un "babbo mio".

Qual è il contributo che un autore medievale come S. Anselmo può offrire alla Collana e agli impegni culturali e divulgativi del Centro Studi?

Mi auguro sia l’aiuto a comprendere quanto sia importante, in ogni epoca, la capacità di esprimere con le parole del proprio tempo qualcosa che va al di là delle opinioni correnti, capace di aprire lo sguardo e il cuore. Anselmo vive nel suo tempo, la fede e la riflessione sulla fede non lo rendono un alieno precipitato fuori contesto. Gli permettono però di trovare, nelle parole e nella percezione del mondo comuni ai contemporanei, un tono e una luminosità particolari, capaci di far intravedere la novità radicale dell’annuncio evangelico. Credo possa essere anche per noi uno stimolo a vivere il compito culturale e divulgativo con questa libertà di pensiero.

* Anselmo d’Aosta, Alla fonte della misericordia, a cura di Anselmo Grotti, Ancora, Milano 2017, pp. 188.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 14 luglio, 2017