Madre
Speranza
di Gesù:
"Salute
e Pace"
ROBERTO LANZA
Q
uesta espressione, Salute e Pace, era un detto tipico della Madre Speranza, una frase che ripeteva, spesso e continuamente, nella saletta della Casa dei Padri o alla Casa del Pellegrino, alle persone che riceveva nelle lunghe giornate passate a Collevalenza, e ai Figli e alle Figlie. A ognuno di loro, dopo aver ascoltato le loro esperienze, esprimeva una parola di fede, di consolazione, di speranza, di misericordia. Da quelle stanze, nessuno ne usciva da come ne era entrato, tutti ripartivano portandosi dietro questo incoraggiamento: "Salute e Pace".1Nella Positio, così è scritto: "[…] Fin verso il 1979 continuò a ricevere non più di quindici pellegrini al giorno e, successivamente, solo qualcuno per motivi eccezionali. Quando negli ultimi tempi non potè più riceverli singolarmente, Madre Speranza si affacciava ad una finestra per garantire a tutti che avrebbe ricordato i loro cari e i loro malati all’Amore Misericordioso e per augurare loro salute e pace".
Se apriamo qualsiasi vocabolario, troviamo che, il significato associato al termine pace è questo: "la pace è una condizione personale (intraindividuale), sociale, relazionale, politica o legata ad altri contesti caratterizzata da condivisa armonia ed assenza di tensioni e conflitti. Condizione di tranquillità spirituale o materiale; assenza di preoccupazioni e fastidi, situazione di calma e di serenità", e quello abbinato al termine salute è il corrente: "Condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo".
Se si domanda, appunto, alle persone che cosa sia la pace, molti risponderanno indicando condizioni di rappacificazione, intendendo soprattutto un ristabilire pacificamente delle relazioni. Nessuno, però, sa che cosa sia la pace veramente, quella piena, definitiva, noi conosciamo solo "momenti" di pace. Una cosa è però certa: tutti sanno distinguere chiaramente una condizione dall’altra, il momento della pace, da quello della non pace.
Tuttavia, chi di noi non ha mai detto, almeno una volta nella sua vita: Lasciami in pace! Una espressione detta, a volte con un sorriso, altre volte con irritazione, o rabbia. In questo senso, la pace, si presenta più come rimozione di quello che intacca la tranquillità dell’esistenza o ne contesta l’ordine. La chiamiamo "pace", ma assomiglia piuttosto alla nostra "tranquillità", gli altri mi lasciano vivere, ossia mi lasciano in pace, e io lascio vivere gli altri, li lascio, quindi, in pace.
Si tende ancora a pensare che, la pace, si raggiunga con l’eliminazione delle prevaricazioni o degli "assalti" da parte di altri o da parte dell’ambiente in cui si vive: famiglia, lavoro, condominio, convivenza civile. In ogni luogo si incontrano ostacoli che mandano in frantumi la pace che si penserebbe di avere diritto di godere. A volte anche la propria aggressività, non solo intacca la pace personale, ma è causa del conflitto con gli altri. Si ritiene istintivamente che la condizione normale della vita sia la quiete e non il suo opposto. Quindi, da queste prime parole introduttive, emerge un significato di pace "mondano", ossia molto legato alla nostra convivenza civile e sociale, un concetto che trova le sue radici in quello sforzo comune per costruire una società più "sana", fondata sui valori universali della solidarietà, della giustizia e della libertà.
Nel contesto cristiano, invece, il termine pace assume un’altra connotazione e significato, ossia intende, non soltanto il raggiungimento di uno stato "tranquillo" legato ad un’assenza di conflitti, ma significa soprattutto pensare a tutto ciò che di positivo può capitare o si può augurare ad una persona nella sua vita. Pertanto, un significato di "pace", che non è solo assenza di conflitto, ma caratterizza, piuttosto, uno stato o un modo di essere che può essere definito, come: star-bene, felicità, sicurezza, pienezza, armonia. In quest’ottica, il termine "pace", non interpreta solo assenza di conflitti, ma "benessere", così, come, nel consueto saluto tra gli israeliti, con la parola Shalom, si invocava sull’amico un tempo di vigore, di abbondanza, di salute e di prosperità. Una parola pace, quindi usata, in relazione al rapporto con Dio e nei rapporti tra gli uomini. "Shalom", attesta proprio questo: significa non solo libertà da problemi, ma presenza di ogni cosa necessaria per raggiungere la condizione migliore di un uomo. Per concludere, il termine pace, nell’ottica cristiana, vuol dire raggiungere quella tranquillità di cuore che deriva dalla coscienza che la nostra vita è nelle mani di Dio.
Era sicuramente questo concetto che, la Madre Speranza, voleva augurare alle persone che la venivano a trovare per chiedere un pò di luce di misericordia sulla loro vita. Augurando a tutti, la Salute e la Pace, la Madre voleva far comprendere che è necessario arrivare ad una totale confidenza nell’Amore Misericordioso di Gesù e a diventare uomini di misericordia, di tenerezza, di perdono e di pace. San Francesco augurava pace e bene, Madre Speranza, con la sua concretezza materna, invocava per tutti la salute e la pace, una pace ed una salute intese come totale abbandono nel Signore. Anche nelle vicende più dolorose della sua vita, poteva affermare con certezza e verità di sentire e percepire i frutti di una vita completamente illuminata da Dio: "io seguo come sempre, nel buio; ma non perdo né la fiducia né la pace, sono certa che Gesù, anche senza farsi vedere, mi protegge continuamente" . 2
Il suo unico desiderio, era di piacere al Signore, in ogni cosa, pure piccola, e proprio in questo si fondava la sua fiducia, la sua pace, il suo equilibrio, anche in situazioni umanamente insostenibili ed impossibili da affrontare. Si può essere anche inchiodati ad un letto di sofferenza, ma non è detto che quella persona non possa sperimentare la pace del cuore e la libertà dell’anima e sentire, nel più profondo dell’essere, la presenza consolante del Signore. La pace è il dono di Cristo redentore del mondo, è frutto di un amore, che giunge fino alla passione, fino alla croce. La pace di Cristo è riconciliazione piena con Dio, è la ritrovata fraternità tra gli uomini, è il suo amore riversato nei nostri cuori.
Può essere per noi "scandaloso", ma nelle Scritture la parola pace, pur essendo anche impegno umano, è essenzialmente un dono di Dio, è qualcosa che l’uomo da se stesso non può darsi. La pace di Cristo, non coincide con quella che gli uomini dicono di cercare, è un dono che entra nel profondo del cuore. La pace di Gesù non è una conquista sofferta, ma un "regalo" di Dio, chi lo riceve è liberato dall’ansia e dal turbamento del cuore. Era un messaggio molto chiaro anche per le prime comunità cristiane, coloro che erano inviati ad annunciare il Vangelo, la "buona notizia" da consegnare al mondo, portavano la pace: "In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi". 3 La pace era il fondamento del Vangelo annunciato agli altri, e al tempo stesso, il frutto del Vangelo accolto. Sapere che Dio è un Dio di pace e che il suo "intervento" nel mondo si compie nella prospettiva della pace, ci dà la pace, ci dà speranza. Il nostro Dio è un Dio con noi, fatto uomo per noi, per aiutarci a costruire la pace con Lui e tra di noi.
Spesso ci agitiamo, ci inquietiamo nel tentativo di voler risolvere tutto da soli, mentre sarebbe molto più efficace restare nella pace, sotto lo sguardo di Dio, lasciandolo agire ed operare in noi con la sua saggezza e la sua potenza, infinitamente superiori alle nostre. La pace di un uomo, non può essere profonda e duratura, se è lontano da Dio, se la sua più profonda volontà non è interamente orientata verso Lui: "Tu ci hai fatti per te, Signore, ed il nostro cuore è inquieto se non riposa in te". 4 Per capire fino in fondo quanto sia fondamentale, per lo sviluppo della vita cristiana, sforzarsi di acquisire e conservare la pace del cuore, la prima cosa di cui dobbiamo essere ben convinti è che tutto il bene che possiamo fare viene da Dio e da lui solo: "Senza di me non potete fare nulla" 5.
La pace del cristiano parte da un incontro, da una relazione viva, da un dono del Cristo Risorto, non è atto spontaneo, né generosa concessione, la pace è condizione essenziale per potersi dire veramente discepoli; e questa pace si raggiunge prima di tutto nel profondo, nell’intimo, nel cuore di ciascuno, un cuore toccato e convertito dal sentirsi amato. Proprio perché amato e perdonato, divento capace di amare e perdonare, di donare la mia vita. Ha pace chi entra in comunione con Dio, chi accetta di essere amato da Dio, chi confessa realmente Gesù come Signore e lo attende come il Salvatore del mondo. Questo bene prezioso, che è la pace, rappresenta l’eredità più "logica" del cristianesimo, il cristiano deve sentire e godere la gioia della presenza di Dio, la gioia della salvezza, la gioia della rivelazione.
Le tribolazioni ci saranno sempre, ma con la presenza di Dio e della sua grazia, esse diventano "mezzo" di salvezza, luogo di incontro e di cammino nel regno di Dio, così come la Sua volontà ha disposto e dispone. In altre parole, Gesù non ci ha promesso una vita tranquilla e senza contrattempi, ma ci ha donato e offerto quella pace che ci solleva al di sopra delle circostanze difficili della nostra vita; anche quando la nostra nave è nella tempesta, il cristiano è chiamato a vivere nella pace. La pace di Gesù ci accompagna per le strade del mondo e ci permette di non subire il condizionamento degli avvenimenti, quando forse gli altri tremano e si spaventano, noi dovremmo restare saldi nella fede e in pace nel nostro cuore: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me" 6 . "Ciò che vi ho detto è perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" 7.
La pace è una Persona, è Gesù Cristo!
1 Positio
2 Diario (1927-1962) (El Pan 18)
3 Mt. 10, 11-13
4 Sant'Agostino
5 Gv. 15,5
6 Gv. 14,1
7 Gv. 16,33
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ultimo aggiornamento
13 novembre, 2017