Attualità |
Paolo Damosso |
VERSO "LA CASA DI MADRE SPERANZA" (5)
Solo cinque passi
Carissimi,
prima di tutto vi ringrazio tanto perché molti di voi mi hanno voluto esprimere un personale commento dopo aver letto gli articoli che ho scritto sul giornale nel corso dei mesi.
Sentire tanta partecipazione m’infonde coraggio e mi dà forza quando ci sono momenti di fatica causati dall’intensità delle giornate. È la migliore medicina per tenere alto lo spirito e l’entusiasmo che non è mai mancato.
Devo dirvi che i vostri sorrisi e la vostra condivisione mi incoraggia davvero, mi dà molta fiducia per affrontare queste poche settimane che ormai ci separano dalla fatidica data dell’otto febbraio, quando si benedirà e si taglierà il nastro della Casa di Madre Speranza.
Sono giorni intensi che fanno battere il cuore. Sono momenti unici che vivo nella speranza e nel desiderio di fare il meglio, in ogni minimo dettaglio.
Il calore con il quale sono stato accolto a Collevalenza ha smosso in me una partecipazione particolarissima. Tutto mi sembra ormai familiare: ogni angolo, ogni volto, ogni situazione ha una storia bella da conoscere e un’amicizia altrettanto importante da coltivare.
Madre Speranza c’è in tutto questo! È presente, si sente, vive, partecipa e non è di certo un’illusione dettata dall’intensità del lavoro che stiamo portando avanti. Qui c’è veramente un cuore che batte, un fulcro attorno a cui ruota tutta la Famiglia dell’Amore Misericordioso, che contagia ogni persona che bussa a questa porta.
Ho passato molti giorni a Collevalenza fino ad ora ma, ve lo devo confidare, in realtà sono lì anche quando rientro a Torino. Non riesco a separarmi mentalmente da questo progetto che ha bisogno di cure e di attenzioni, perché siamo ormai entrati nella fase più delicata.
Manca poco…
Solo cinque passi, mi verrebbe da dire.
E non è una frase detta a caso perché I CINQUE PASSI sono un elemento fondamentale.
Ve ne accorgerete varcando la soglia della Casa, ma se siete un po’ curiosi posso dare alcuni elementi, senza svelare proprio tutto, perché mi farà molto piacere che possiate scoprire da soli il cammino che vi chiederemo di fare.
Ma non preoccupatevi… non è un percorso che mette alla prova il fisico, al contrario, vuole interrogare lo spirito, l’anima, le nostre convinzioni e i nostri punti di riferimento.
Per questa ragione appena entrati saremo chiamati a fare e a riconoscere i cinque passi, evidenziati da cinque grandi pannelli che quasi ci vengono incontro al nostro passaggio: l’Amore Misericordioso, il Santuario, Maria Mediatrice, il Frumento e l’Acqua.
Cinque passi da fare e da ritrovare all’interno di ciò che s’incontra nei diversi ambienti. Una ricerca che siamo tutti chiamati a fare per sapere quanto è avvenuto in queste stanze, per conoscere meglio Madre Speranza che ci accoglie nella sua casa, ma anche per interrogare noi stessi, nelle nostre convinzioni, nelle nostre debolezze e fatiche quotidiane.
Entrare nella Casa di Madre Speranza vuol dire quindi diventare parte attiva di un cammino da fare alla luce degli elementi che vengono dati, per farsi coinvolgere e avvolgere da una storia che non può lasciare indifferenti.
Tutto questo perché penso che ognuno di noi è in ricerca, più o meno consapevolmente. Alcune volte con convinzione, altre volte con stanchezza e magari un po’ di rassegnazione.
Per cercare poi occorre avere una buona lampada che illumini il cammino, le persone e le cose che ci vengono incontro.
Ecco… Madre Speranza è lì per darci una bella torcia, la luce giusta per non perderci, per allontanare il buio.
E allora piano piano si riesce a ritrovare tutto ciò che è utile per non inciampare, per vivere in pienezza una vita ispirata nella direzione giusta.
Chiaramente, come ogni ricerca che si rispetti, c’è una soluzione da trovare nell’ultima stanza che ci farà scoprire la chiave di tutto.
Insomma mi auguro davvero di aver messo un po’ di sana curiosità perché al momento è questo che desidero far suscitare in chi legge.
Ora per me non resta che ributtarmi nella realizzazione concreta di tutto il percorso che al momento è stato stabilito fin nei minimi dettagli.
Ciò che mi fa veramente piacere è il fatto che ogni scelta sia stata condivisa e sia frutto di un confronto aperto in un clima di grande sintonia.
Tante volte ho pensato cosa avrebbe detto Madre Speranza di tutto questo… forse avrebbe fatto una grande risata bonaria con quell’espressione vivace ed accogliente che l’ha sempre caratterizzata.
Ma ora non è tempo di farsi troppe domande, piuttosto occorre essere tutti ben concentrati a realizzare il progetto nel modo più bello ed efficace possibile.
Io ci credo tanto e mi accorgo che prima di tutto il cammino lo sto facendo io.
Percorro i miei cinque passi, alla ricerca di Qualcuno che mi dia tutte le risposte.
… e qui a Collevalenza c’è!
Che strano.
Mi rendo conto di parlare come se vi avessi qui davanti tutti, come vi conoscessi da sempre.
Capisco allora che in fondo questo è ciò che desidero si possa fare nella Casa di Madre Speranza. Diventare ancora più famiglia, ancora più uniti, ancora più in sintonia e in comunione.
E me lo dimostrano i fatti che vivo…
Proprio ieri, per esempio, andando a Messa nella mia parrocchia di Torino, finita la celebrazione, ho incontrato un sacerdote che conosco da tempo con cui ho parlato anche di Collevalenza.
Lui mi ha confidato di aver incontrato Madre Speranza e di esser stato più volte anche quando lei era lì a salutare i pellegrini dalle finestre dell’ottavo piano.
"Sai – mi ha detto – non ti posso dire di ricordare parole precise ma non riesco a spiegarti che cosa mi ha lasciato quel momento… ora che te lo racconto sento ancora qualcosa di particolare… lei riusciva a fare unità tra chi era lì, ci sentivamo tutti un popolo, una famiglia… questo è rimasto molto forte dentro di me".
Ecco la mission della Casa di Madre Speranza.
Riuscire a consolidare questa identità comune, questo spirito di famiglia, di unità, di comunità che lei ha vissuto indicando l’Amore Misericordioso come essenza unica e centrale per la nostra vita. E per fare questo non basta fare memoria di lei. Occorre far vivere oggi questo Amore in ogni nostro gesto quotidiano.
Allora vale veramente la pena camminare.
Basta poco…
Solo cinque passi.
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ultimo aggiornamento
12 gennaio, 2018