Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI UNIONE

"Un’anima che ama Gesù, molto spesso riceve la grazia di conoscere i propri difetti, che le sembrano così grandi e insormontabili da farle credere di non poter più arrivare al grado di santità che Gesù desidera da lei. Perciò vive turbata e perfino con la tentazione di abbandonare quanto ha intrapreso per Suo amore. Ma è una tentazione ed è uno sproposito assecondarla. Gesù ci concede la grazia di conoscere i nostri difetti affinché ce ne correggiamo e proviamo dispiacere per aver offeso il nostro buon Padre.

Succede anche con frequenza, che l’anima sperimenti una specie di rifiuto continuo e generale da parte delle creature, specialmente da quelle che più ama e ha aiutato con abnegazione.

Il Signore Gesù lo permette perché, in un tale abbandono cerchiamo solo Lui, ossia solo il suo Cuore, che è l’unico in grado di colmare il vuoto che sperimentiamo e saziare la nostra brama di essere pienamente corrisposti. Egli ci ama al punto da sembrare che nella sua mente e nel suo cuore divino, ciascuno di noi sia per Lui l’unico.

Allo stesso modo Gesù vuole essere amato esclusivamente e che tutte le creature siano amate da noi per Suo amore." (El pan 2, 130-131)

"Spesso Gesù, dopo aver comunicato all’anima tanti privilegi e averla confortata con la sua divina presenza e le sue carezze, interrompe tale comunicazione e permette che soffra da sola per il tempo che a Lui piace, per tornare successivamente a comunicarsi a lei per i suoi imperscrutabili fini. Ripetendosi questo tante volte, l’anima vive in un fuoco d’amore e in continui gemiti amorosi; piange per le sue infedeltà a Dio e per non aver corrisposto alle richieste dell’amore divino. Soffre e si consuma di dolore perché conosce Gesù e in Lui ha visto ciò che approva e ciò che disapprova e quanto lo fanno soffrire le ingratitudini degli uomini. Come dunque potrà vivere se pure lei lo ha offeso? Avrà trascurato Dio per servire le creature che la richiedevano senza reale necessità proprio quando Gesù l’aspettava? Oppure lei stessa avrà trascurato il colloquio con Lui per occuparsi di cose non necessarie? Gli dice: "Perché hai deciso così, Gesù mio? Come potrò vivere senza di Te e senza udire la tua voce? Abbi compassione e toglimi da questa vita dissipata. Dimentica le mie offese e vieni presto. Aiutami ad esercitare la carità a favore dei miei fratelli e a liberarmi dall’amor proprio e dall’egoismo. Mi metto di nuovo incondizionatamente al tuo servizio per il bene dei miei fratelli. Aiutami, Gesù mio!" (El pan 2, 139)

Maria Antonietta Sansone

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 18 maggio, 2018